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Ue in allarme per le norme ungheresi flessibili sui visti per i russi

Ue in allarme per le norme ungheresi flessibili sui visti per i russi

K metro 0 – Bruxelles – La commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson è molto preoccupata per le nuove norme speciali ungheresi che permettono da luglio scorso a russi e bielorussi di entrare più facilmente nell’area Schengen attraverso l’Ungheria. Lo ha comunicato in una lettera al ministro degli Interni ungherese, pubblicata sulla piattaforma

K metro 0 – Bruxelles – La commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson è molto preoccupata per le nuove norme speciali ungheresi che permettono da luglio scorso a russi e bielorussi di entrare più facilmente nell’area Schengen attraverso l’Ungheria. Lo ha comunicato in una lettera al ministro degli Interni ungherese, pubblicata sulla piattaforma X.

Occorre garantire che “i cittadini russi che potrebbero praticare lo spionaggio o rappresentare altre minacce per la sicurezza siano sottoposti a un rigoroso controllo” ha affermato. La Russia è una minaccia per la sicurezza. L’allentamento delle regole di ingresso speciale spaventa dunque l’Ue, perché così apre la porta alle spie.

“Abbiamo bisogno di più vigilanza, non di meno”. Il regolamento speciale minaccia che lo spazio Schengen non sia più protetto. In risposta alla lettera, la Johansson ha scritto su X che chiedeva al governo ungherese di fornire spiegazioni.

In base al nuovo regolamento ungherese – prima le regole si applicavano solo a ucraini e serbi – i lavoratori ospiti possono arrivare in Ungheria per due anni e poi prolungare il loro soggiorno per tre anni alla volta, tutte le volte che lo desiderano. Possono svolgere qualsiasi professione, purché dimostrino, appunto, di avere un lavoro, un alloggio e un’assicurazione sanitaria nel Paese europeo. Insomma, davvero un invito allettante per chi si spaccerebbe per lavoratore straniero con ben altre mire.

La norma speciale ha così suscitato grande indignazione nell’Ue nei giorni scorsi, soprattutto in base al contesto geopolitico delle relazioni con la Russia e la Bielorussia. I principali rappresentanti della famiglia politica europea del PPE, in ansia per questo, hanno subito scritto al presidente del Consiglio dell’Ue Charles Michel.

Il timore è più che fondato, infatti: le nuove norme speciali di luglio potrebbero consentire a un gran numero di russi di entrare in Ungheria e nell’area Schengen senza frontiere con una sorveglianza minima. D’altra parte sono note le simpatie del primo ministro ungherese Viktor Orban, populista di destra, per Vladimir Putin. Di recente, si è pure recato a Mosca per colloqui con lo zar senza consultare i partner dell’Ue. Comportamento ancora più esecrabile dato che l’Ungheria guida al momento la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue.

Intanto la testata Zdf riporta che i processi contro gli oppositori del Cremlino sono all’ordine del giorno in Russia. Ad esempio, Nadezhda Bujanova, 72 anni, pediatra, è stata condotta in manette in questi giorni in una gabbia di vetro nell’aula di un tribunale russo. Avrebbe detto a un paziente, un bambino, che la guerra contro l’Ucraina è inutile. La madre del piccolo l’ha subito segnalata. La pediatra rischia ora una condanna di 6 anni. Anche la madre del bambino davanti al quale la Bujanowa ha criticato la guerra, è in aula, e guarda con aria di sfida la sua vittima nell’aula.

Il sistema di Vladimir Putin è stato così definito “stalinismo ricaricato”. Si basa difatti sempre più sulla denuncia. L’accusa è di screditare l’esercito, il presidente o di diffondere fake news. Perché i cittadini russi si denunciano fra sé stessi? “Risponde alla testata tedesca l’attivista per i diritti umani Irina Scherbakowa: “È la paura di non appartenere alla maggioranza, che viene influenzata dalla propaganda, dalla televisione, attraverso i segnali che il potere invia alle masse”.

di Sandro Doria

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