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Kiev, con mediazione Cina, apre al dialogo con Mosca

Kiev, con mediazione Cina, apre al dialogo con Mosca

K metro 0 – Pechino – Un emissario di Kiev vola in Cina, l’Ucraina apre al dialogo con la Russia contando sulla mediazione di Pechino. I segnali arrivano durante la visita del ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, a Guangzhou. Da Kiev, la sintesi estrema del quadro è racchiusa nelle parole del presidente Volodymyr Zelensky: “C’è

K metro 0 – Pechino – Un emissario di Kiev vola in Cina, l’Ucraina apre al dialogo con la Russia contando sulla mediazione di Pechino. I segnali arrivano durante la visita del ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, a Guangzhou. Da Kiev, la sintesi estrema del quadro è racchiusa nelle parole del presidente Volodymyr Zelensky: “C’è un segnale chiaro, la Cina sostiene l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina. E’ stato anche confermato quello che Xi Jinping ha detto a me: la Cina non fornirà armi alla Russia”.

Kuleba, quindi in missione per discutere le possibili vie porre fine alla guerra e del possibile ruolo della Cina nel raggiungere una pace sostenibile.

Secondo Reuters, citata da più media ucraini, l’incontro è durato oltre tre ore. Durante il colloquio il ministro ucraino ha sottolineato la posizione di Kiev su eventuali negoziati con Mosca. “Ho espresso la disponibilità dell’Ucraina ad impegnarsi in un processo negoziale con la controparte russa”, quando la Russia “sarà disposta a condurre negoziati in buona fede”, ha affermato Kuleba, secondo quanto riferisce il ministero degli Esteri ucraino citato da Adnkronos.

Il Ministero degli Esteri cinese, citato da Euromaidan, ha segnalato la sua disponibilità ai negoziati, a vari livelli. “Sebbene le condizioni e i tempi non siano ancora maturi, sosteniamo tutti gli sforzi che contribuiscono alla pace e siamo pronti a continuare a svolgere un ruolo costruttivo”. 

Nel frattempo, il rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, Vasilij Nebenzia, ha dichiarato che la volontà di negoziare, espressa dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba durante la recente visita in Cina, “coincide con quella della Federazione Russa, che preferirebbe risolvere il conflitto attraverso mezzi diplomatici”. Secondo quanto riportato da Agenzia Nova, Nebenzia ha sottolineato che Mosca “non ha mai rifiutato i negoziati”, sostenendo che sono stati il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i suoi “sponsor occidentali” a respingerli.

Intervenendo alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, Nebenzia ha anche affermato che gli istruttori militari stranieri presenti in Ucraina sono un obiettivo legittimo per l’esercito russo. “Data la totale riluttanza degli ucraini a combattere e morire per gli interessi geopolitici occidentali, gli Stati Uniti e i loro alleati sono costretti a farsi coinvolgere nel conflitto sempre di più, inviando non solo mercenari, ma anche istruttori in questo Paese. Questi, ovviamente, diventano obiettivi legittimi per l’Aeronautica militare russa”, ha dichiarato il diplomatico russo all’Onu.

Dal canto suo, il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha ribadito durante una conferenza stampa, che la Russia è aperta a varie opzioni di negoziazione per porre fine al conflitto con l’Ucraina. Peskov ha spiegato: “La questione non è semplice. Da un punto di vista legale, è un problema attuale, ma da un punto di vista pratico, siamo pronti a perseguire i nostri obiettivi tramite la negoziazione. Pertanto, diverse opzioni sono possibili”.

Infine, Janet Yellen, Segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, ha dichiarato che le sanzioni occidentali stanno influenzando la capacità della Russia di continuare la guerra in Ucraina. Durante una conferenza stampa a Rio de Janeiro, a margine della riunione del G20, Yellen ha evidenziato che le misure adottate dagli Stati Uniti e dai loro alleati, incluso il Giappone, mirano a ridurre le risorse russe per il conflitto. Le sanzioni e il tetto al prezzo del petrolio hanno diminuito le entrate della Russia e minacciato gli istituti finanziari. Tuttavia, la Russia è riuscita a importare prodotti “a doppio uso” necessari per sostenere l’operazione bellica.

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Nizar Ramadan
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