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Uragani 2024, in arrivo precipitazioni maggiori del solito

Uragani 2024, in arrivo precipitazioni maggiori del solito

K metro 0 – Palm Beach – Come ogni anno, il 1° giugno segna l’inizio della stagione degli uragani nei Caraibi, che si estende fino al 30 novembre. Gli scienziati concordano però sul fatto che l’aumento delle temperature sta causando eventi con maggiori precipitazioni e periodi di intensificazione più rapidi. Le disastrose inondazioni e i

K metro 0 – Palm Beach – Come ogni anno, il 1° giugno segna l’inizio della stagione degli uragani nei Caraibi, che si estende fino al 30 novembre. Gli scienziati concordano però sul fatto che l’aumento delle temperature sta causando eventi con maggiori precipitazioni e periodi di intensificazione più rapidi.

Le disastrose inondazioni e i venti impetuosi che colpiscono le zone costiere degli Stati Uniti, dei Caraibi e dell’America Centrale, e i responsabili della gestione delle emergenze invitano la popolazione a tenersi pronta. A differenza delle precedenti stagioni degli uragani, quest’estate porta temperature record a livello nazionale e un inizio precoce delle tempeste. Di solito il maggior numero di uragani si verifica a settembre e ottobre, ha dichiarato Jaime Hernandez, direttore della gestione delle emergenze di Hollywood, sulla costa atlantica della Florida, secondo quanto riporta Associated Press.

“Quest’anno è però un po’ diverso a causa della realtà che stiamo affrontando con il riscaldamento globale, le temperature più calde della superficie del mare, le condizioni atmosferiche più favorevoli allo sviluppo dei cicloni tropicali”, ha precisato. “Potrebbe svilupparsi in qualsiasi momento”.

L’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) allerta che il 2024 sarà un anno molto attivo. Le temperature degli oceani, già elevate a causa della variabilità e dei cambiamenti climatici, si sono impennate per via del fenomeno El Niño del 2023-24. Da un periodo di intensa siccità, si prevede così una transizione verso una stagione degli uragani più forte del normale. In altre parole, almeno 20-25 tempeste, di cui 8-12 potrebbero diventare uragani.

Dall’inizio di questa settimana, l’uragano Beryl ha difatti battuto i record come prima tempesta di categoria 4 a formarsi nell’Oceano Atlantico nel mese di giugno, con un anticipo anomalo rispetto alle tendenze del passato.

L’inizio della stagione degli uragani è un buon momento (anche se dovrebbe essere fatto ancora prima) per valutare l’esposizione delle case, infrastrutture, servizi, attività produttive e luoghi di lavoro. Ma anche la vulnerabilità della popolazione – compresi anziani, bambini, famiglie monoparentali e persone con disabilità.

Tuttavia, per la regione dei Caraibi, il Messico e l’America centrale, questa situazione non è nuova. Negli ultimi anni, le capacità istituzionali e comunitarie sono state indubbiamente rafforzate, soprattutto per rispondere a questi eventi.

Ricordiamo l’impatto degli uragani in Dominica e nelle Bahamas, che hanno inciso sul PIL nazionale rispettivamente del 192% e del 25%. Allo stesso modo, le tempeste tropicali Amanda e Cristóbal, che hanno colpito El Salvador, Honduras e Guatemala. E più recentemente, l’uragano Otis nello Stato di Guerrero, in Messico.

In preparazione a questa stagione, l’Undp (United nations development programme, Organizzazione internazionale per l’attuazione del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo) monitora con attenzione la situazione attraverso l’Ufficio regionale e gli Uffici nazionali. Diffonderà dunque i protocolli d’azione recentemente aggiornati e rafforzerà le capacità di azione preventiva in collaborazione con i governi.

di Sandro Doria

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