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Giappone, la Corte Suprema dichiara la sterilizzazione forzata anticostituzionale

Giappone, la Corte Suprema dichiara la sterilizzazione forzata anticostituzionale

K metro 0 – Tokyo – La Corte Suprema del Giappone ha dichiarato oggi incostituzionale una legge sull’eugenetica che ha visto 16.500 disabili sterilizzati forzatamente tra gli anni Cinquanta e Novanta, e ha ordinato al governo di pagare i danni a 11 vittime, coinvolte in cinque casi ascoltati in appello. Ha pure stabilito che la

K metro 0 – Tokyo – La Corte Suprema del Giappone ha dichiarato oggi incostituzionale una legge sull’eugenetica che ha visto 16.500 disabili sterilizzati forzatamente tra gli anni Cinquanta e Novanta, e ha ordinato al governo di pagare i danni a 11 vittime, coinvolte in cinque casi ascoltati in appello. Ha pure stabilito che la prescrizione di 20 anni non può essere applicata alle richieste di risarcimento nei casi di sterilizzazione forzata.

Nel secondo dopoguerra in Giappone la presenza di persone con disabilità, malattie mentali o disturbi ereditari doveva essere ridotta. Con l’inganno o con la forza, racconta il Manifesto. Per attuare questo progetto di controllo e “selezione demografica” la legge di protezione eugenetica ha così portato alla sterilizzazione di persone con disabilità intellettive e fisiche, per impedire la nascita di una prole “inferiore”.

La norma, entrata in vigore nel 1948, fu abrogata nel 1996, e ha costretto alla sterilizzazione quasi 25mila persone, molte delle quali con disabilità ereditarie. Almeno 16mila di queste procedure sono state eseguite senza consenso anche su minori, tra cui due bambini di 9 anni, un maschio e una femmina.

La storica sentenza del 3 luglio conclude così una lotta decennale per ottenere giustizia da parte delle vittime che hanno chiesto un risarcimento e delle scuse. Dopo anni di cause, una legge del 2019 ha finalmente concesso alle vittime sopravvissute un risarcimento, ma alcune hanno continuato a lottare per ottenere un rimborso più elevato.

In quattro dei casi portati in tribunale, il governo centrale aveva fatto ricorso contro gli ordini di indennizzo dei tribunali inferiori. Nel quinto caso, due attrici hanno fatto ricorso contro il rigetto delle loro richieste, con la corte inferiore che ha citato la prescrizione. Il governo giapponese ha pertanto riconosciuto che 16.500 operazioni di sterilizzazione sono state effettuate senza consenso. Sebbene le autorità sostengano che le altre 8.500 persone abbiano acconsentito alle procedure, gli avvocati hanno affermato che sono state “di fatto costrette” a sottoporsi all’intervento a causa delle pressioni subite all’epoca.

Gli avvocati avevano sostenuto che la prescrizione significava che alcune vittime, soprattutto quelle che erano state sterilizzate a loro insaputa, erano venute a conoscenza dell’intervento troppo tardi per rispettare la scadenza legale.

Secondo un avviso governativo del 1953, per queste operazioni erano consentite la costrizione fisica, l’anestesia e persino “l’inganno”. “Da qui, credo che il governo debba fare una svolta decisa e procedere a tutta velocità verso una risoluzione completa”, ha dichiarato l’avvocato Yutaka Yoshiyama, che ha rappresentato due dei querelanti, secondo quanto riferito dalla Bbc. Ha aggiunto che finora il Giappone ha “chiuso un occhio” sul “danno orribile” subito dalle vittime e dai loro familiari. Molte delle vittime che hanno fatto causa al governo sono morte senza aver ricevuto il dovuto risarcimento, ha osservato.

A fare luce sui dati agghiaccianti è stato un rapporto parlamentare, arrivato a inizio settimana e che segna un punto di arrivo di un’indagine governativa iniziata nel 2020. In base all’inchiesta, alcune vittime sono state sterilizzate su richiesta dei familiari o come condizione per accedere alle strutture assistenziali. In altri casi, le persone sono state indotte a credere che si sarebbero sottoposte a interventi chirurgici di routine, come la rimozione dell’appendice. La legge sull’Eugenetica prevedeva che, in assenza del consenso della persona sottoposta a sterilizzazione, una commissione d’esame presso il governo della Prefettura potesse decidere se far eseguire o meno l’intervento chirurgico. Nel 2016, 19 persone sono state uccise in una casa per disabili a Sagamihara, da un ex dipendente della struttura che sognava un mondo privo di persone con disabilità.

di Sandro Doria

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