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Francia, mandato di arresto per Bashar al-Assad per attacchi chimici in Siria

Francia, mandato di arresto per Bashar al-Assad per attacchi chimici in Siria

K metro 0 – Parigi – La massima Corte d’appello francese ha stabilito che il mandato d’arresto per il presidente siriano Bashar al-Assad, emesso per presunta complicità in crimini contro l’umanità e crimini di guerra, è tuttora valido. I procuratori antiterrorismo francesi avevano cercato invano di annullarlo sulla base del fatto che al-Assad gode dell’immunità

K metro 0 – Parigi – La massima Corte d’appello francese ha stabilito che il mandato d’arresto per il presidente siriano Bashar al-Assad, emesso per presunta complicità in crimini contro l’umanità e crimini di guerra, è tuttora valido. I procuratori antiterrorismo francesi avevano cercato invano di annullarlo sulla base del fatto che al-Assad gode dell’immunità in quanto capo di Stato in carica, ma n’è stata ribadita la validità.

“È la prima volta che un tribunale nazionale riconosce che un capo di Stato in carica non gode di un’immunità personale totale”, hanno dichiarato raggianti Clemence Bectarte, Jeanne Sulzer e Clemence. La Francia è tra i Paesi che consentono di presentare cause per crimini contro l’umanità nei propri tribunali.

La Siria, ricordiamo, è stata devastata da una guerra civile scoppiata dopo che il governo di Assad ha risposto con la forza alle proteste pacifiche a favore della democrazia nel 2011. Il conflitto ha causato mezzo milione di morti e la fuga di metà della popolazione, tra cui quasi sei milioni di rifugiati all’estero. Nell’agosto 2013 si è però verificato un attacco con armi chimiche nella regione di Ghouta, allora controllata dall’opposizione, alla periferia di Damasco. L’anno scorso, i giudici inquirenti hanno pertanto chiesto l’arresto di Assad e di altre tre persone. Gli avvocati dei querelanti nella denuncia iniziale hanno salutato come “storica” la decisione della Corte d’appello di Parigi che ha respinto tale argomentazione.

Gli esperti delle Nazioni Unite hanno pertanto confermato l’uso di razzi contenenti l’agente nervino sarin. Il sarin, come altri agenti nervini, interferisce con un enzima che impedisce ai muscoli di contrarsi. Quando l’enzima è bloccato o non funziona correttamente, i muscoli vengono costantemente stimolati. Se i muscoli si contraggono continuamente, le persone potrebbero non essere in grado di respirare. Le potenze occidentali hanno affermato che solo le forze governative siriane possono aver compiuto gli attacchi. Assad ha negato l’accusa e ha incolpato i combattenti ribelli.

Il presidente siriano ha poi ratificato la Convenzione sulle armi chimiche e ha accettato di distruggere l’arsenale chimico dichiarato dalla Siria. Ma gli investigatori delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) hanno incolpato le forze governative per una serie di attacchi chimici mortali avvenuti da allora.

Lo scorso novembre, i giudici hanno accettato ed emesso mandati di arresto per Assad, suo fratello Maher, che guida la quarta divisione corazzata dell’esercito siriano, il generale Ghassan Abbas, direttore del Centro studi e ricerche scientifiche (SSRC) e il generale Bassam al-Hassan, consigliere presidenziale e ufficiale di collegamento con l’SSRC.

Ad ogni modo, l’appello dei procuratori antiterrorismo non metteva in discussione le prove, ma cercava di annullare il mandato per il presidente. Hanno sostenuto che l’immunità per i capi di Stato stranieri in carica dovrebbe essere revocata solo per i tribunali internazionali come la Corte penale internazionale (CPI).

Mercoledì 26 giugno, la Corte d’appello di Parigi ha infine dichiarato di aver confermato la validità del mandato. “La proibizione dell’uso di armi chimiche fa parte del diritto internazionale consuetudinario come norma imperativa, e i crimini internazionali che i giudici stanno esaminando non possono essere considerati come parte dei doveri ufficiali di un capo di Stato. Possono quindi essere separati dalla sovranità naturalmente connessa a questi doveri”, si legge in un comunicato.

Anche se è improbabile che Assad affronti un processo in Francia, il direttore dell’SMC, Mazen Darwish, ha dichiarato che si tratta di “un passo cruciale verso la giustizia per le vittime degli attacchi chimici”. Ha poi aggiunto: “Questo manda un chiaro messaggio: l’impunità per crimini gravi non sarà tollerata e l’era in cui l’immunità poteva servire da scudo per l’impunità è giunta al termine”. E ancora: “La Siria non è parte dello Statuto di Roma, il trattato che ha istituito la Corte penale internazionale, e non ne riconosce la giurisdizione.

Con al-Assad che mantiene un ampio grado di controllo sulla Siria, devastata da anni di combattimenti durante i quali le sue forze sono state accusate di atrocità contro i civili, i siriani fuggiti dal Paese e stabilitisi in Europa hanno avviato numerose iniziative legali per chiedere conto ai membri dell’esercito e del governo siriano.

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Joseph Villeroy
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