K metro 0 – Latina – Si è aperta la prima edizione del festival internazionale di fotografia Cosmo Photo Fest, ospitato dalla città di Colleferro, che si concluderà il 30 giugno prossimo. La manifestazione ha un programma ricco di mostre, eventi, incontri pubblici e vuole mettere in rilievo il dialogo tra arte e scienza attraverso
K metro 0 – Latina – Si è aperta la prima edizione del festival internazionale di fotografia Cosmo Photo Fest, ospitato dalla città di Colleferro, che si concluderà il 30 giugno prossimo. La manifestazione ha un programma ricco di mostre, eventi, incontri pubblici e vuole mettere in rilievo il dialogo tra arte e scienza attraverso il linguaggio fotografico, secondo una narrazione visiva che interroga il rapporto tra l’essere umano, la tecnologia, la scienza e anche la fantascienza. Il festival che si articola in tre sedi – la Biblioteca comunale, il mercato della città e l’ex Direzione Bpd – propone workshop, laboratori e visite guidate al Planetario e all’Osservatorio astronomico del vicino paese di Gorga in un processo di rigenerazione territoriale, occasione anche di sviluppo sociale, culturale ed economico della città di Colleferro.
La scelta della sede non è casuale. Colleferro è legata alle imprese spaziali e al suo ingresso, al centro di una rotonda, è collocata una sezione del razzo vettore Vega come quello lanciato nello spazio nel 2012 dalla base spaziale europea di Kourou, vicino all’equatore, nella Guyana francese. Ma Cosmo Photo Fest è, soprattutto, una vetrina di progetti che guardano alla scienza e alle sue applicazioni in modi differenti. Ci sono mostre altamente correlate al dato reale e all’uso della scienza come lente d’ingrandimento su creatività organiche e spaziali come nel caso del lavoro di Michele Marinucci “Fantasmagorie”, “Materia Attiva” di Robin Meier, “Fantastic Voyage” di Francesco Amorosino o “Oggetti quantistici sconosciuti” di Alessandro Bavari.
Altre foto in mostra sono testimonianze visive di manifestazioni naturali come la formazione delle nuvole di Antonello Ferrara in “La nuvola inconsapevole”, o la creazione di fenomeni come i vortici per Fabio Zonta in “Vortici-Whirpools-Tourbillons-Wirbeln”. E c’è anche l’approccio più immaginifico alle tematiche fantascientifiche come i collages del progetto “Cosmo” di Katia Rossi, o quello di Sara Munari con “1499 – Oculo Magico”. Il festival esplora anche la natura stessa dell’immagine e del linguaggio fotografico con progetti che analizzano lo stato attuale della fotografia nell’era del digitale e dell’intelligenza artificiale come nel caso di “Deep Blue” di Olmo Amato, o di “Space Metropoliz” di Daniela De Paulis. L’approccio più documentarista, infine, è rappresentato dal lavoro di Claudio Orlandi con “Ultimate Landscapes” che contempla la bellezza dei paesaggi naturalistici. Ad arricchire la programmazione della prima edizione del Cosmo Photo Fest c’è anche l’esposizione del vincitore della “Call for Entry”, proclamato da una giuria internazionale di addetti ai lavori, che aveva come fonte di ispirazione una citazione dello scrittore William Gibson: “Il futuro della fantascienza? Ci viviamo dentro”.