K metro 0 – Cape Town – Quasi 28 milioni (registrati) di persone su 62 milioni di abitanti voteranno mercoledì 29 maggio nella settima elezione nazionale pienamente democratica del Paese da quando è stato smantellato l’apartheid. Le elezioni in Sudafrica sono così importanti questa volta perché determineranno quanto il Paese si sia stancato del partito
K metro 0 – Cape Town – Quasi 28 milioni (registrati) di persone su 62 milioni di abitanti voteranno mercoledì 29 maggio nella settima elezione nazionale pienamente democratica del Paese da quando è stato smantellato l’apartheid. Le elezioni in Sudafrica sono così importanti questa volta perché determineranno quanto il Paese si sia stancato del partito African National Congress, al potere dalla fine dell’apartheid, il sistema di governo della minoranza bianca, 30 anni fa.
Il presidente Cyril Ramaphosa e l’ANC (un tempo guidato da Nelson Mandela) stanno facendo di tutto mantenere la loro maggioranza parlamentare, ma diversi sondaggi di opinione danno il sostegno del partito a meno del 50% prima delle elezioni.
L’ANC quasi sicuramente otterrà la maggior parte dei voti, ma senza una maggioranza assoluta, dovrà formare una coalizione per rimanere al governo e mantenere Ramaphosa per un secondo e ultimo mandato come presidente. L’ANC è sempre stato il partito di maggioranza, sin dalle prime elezioni totalitarie del 1994, ma questa volta potrebbe dover stringere accordi con altri partiti per ottenere i 201 voti richiesti dai legislatori per rieleggere il 71enne Ramaphosa e formare un governo.
Per un Paese chiave del continente africano, questo potrebbe comportare nuove complicazioni. Alcune recenti composizioni a livello locale sono state in effetti un grande fallimento.
Un governo di coalizione potrebbe difatti non risolvere facilmente i grandi problemi del Paese, che includono alcuni dei più alti livelli di disoccupazione e disuguaglianza del mondo. La disoccupazione e la povertà sono i problemi più urgenti per la maggior parte della popolazione. Sebbene il Sudafrica sia considerato il Paese più avanzato dell’Africa, le sue contraddizioni sono evidenti. Ha un tasso di disoccupazione del 32% – il più alto al mondo – e più della metà dei sudafricani vive in povertà, secondo la Banca Mondiale.
Questo ha generato la maggior parte del malcontento, poiché milioni di poveri della maggioranza nera ritengono che l’ANC non abbia migliorato a sufficienza le loro vite tre decenni dopo l’apartheid, che ha brutalmente oppresso i neri a favore della minoranza bianca.
I sudafricani non votano direttamente per il loro presidente, ma decidono la composizione del Parlamento, chiamato Assemblea Nazionale. Lo fanno scegliendo i partiti, che ottengono i seggi in Parlamento in base alla loro quota di voti nazionali. L’Assemblea nazionale, composta da 400 membri, elegge poi il presidente, ovvero il partito che ha la maggioranza sceglie il capo dello Stato.
Mercoledì si voterà in tutte e nove le province. Si deciderà la composizione della legislatura nazionale e di quella provinciale. I risultati sono attesi in pochi giorni.
Ramaphosa è il leader del partito e il volto della sua campagna elettorale. L’opposizione principale è l’Alleanza democratica centrista, o DA. Ha stretto un accordo con alcuni partiti minori nella speranza che il loro voto congiunto possa costringere l’ANC a lasciare completamente il governo, ma è difficile che ciò accada. L’Economic Freedom Fighters (EFF), partito di estrema sinistra, è il terzo partito in ordine di grandezza ed è guidato da Julius Malema, un focoso ex leader della gioventù dell’ANC.
Il DA ha ottenuto circa il 20% alle ultime elezioni nazionali e l’EFF il 10% contro il 57,5% dell’ANC. Nessuno dei due partiti di opposizione sembra aver aumentato significativamente la propria popolarità.
Tra i nuovi partiti, l’MK Party o uMkhonto weSizwe (che significa Lancia della Nazione) è quello che ha attirato maggiormente l’attenzione perché è guidato dall’ex presidente sudafricano Jacob Zuma, che ha voltato le spalle all’ANC che un tempo guidava in un’aspra battaglia con Ramaphosa, l’uomo che lo ha sostituito. Zuma è stato squalificato dalla possibilità di candidarsi al Parlamento, ma può ancora fare campagna elettorale per il suo partito.
di Sandro Doria