K metro 0 – Beirut – Il pacchetto di aiuti da 1 miliardo di euro dell’Unione europea rafforzerà la risposta del Libano alla crisi dei rifugiati siriani. Lo ha dichiarato il primo ministro uscente, Najib Miqati, sottolineando che la risoluzione della questione richiederà di trovare il consenso tra i libanesi, informa l’Agenzia Nova. Intervenendo alla
K metro 0 – Beirut – Il pacchetto di aiuti da 1 miliardo di euro dell’Unione europea rafforzerà la risposta del Libano alla crisi dei rifugiati siriani. Lo ha dichiarato il primo ministro uscente, Najib Miqati, sottolineando che la risoluzione della questione richiederà di trovare il consenso tra i libanesi, informa l’Agenzia Nova.
Intervenendo alla sessione plenaria convocata dal presidente del parlamento, Nabih Berri, il premier ha sottolineato che “la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è impegnata a rivalutare gli aiuti ogni sei mesi in risposta alle esigenze del Libano, promettendo un maggiore sostegno finanziario a condizione che vengano approvate le necessarie riforme”. Miqati ha poi ricordato che “l’obiettivo principale degli aiuti forniti è quello di incoraggiare i rifugiati siriani a tornare nel loro Paese, piuttosto che rimanere in Libano per lunghi periodi”, aggiungendo che le condizioni di sicurezza sono migliorate in molte parti della Siria. Il primo ministro si è detto pronto a collaborare con il parlamento per “delineare diverse misure governative (volte a garantire) un’applicazione più rigorosa delle leggi sull’espulsione, una maggiore sicurezza alle frontiere, indagini approfondite sui residenti siriani e un giro di vite sulle violazioni del mercato del lavoro”. “Questi sforzi sono volti a combattere il traffico di esseri umani, a garantire il rispetto delle procedure legali e a rafforzare l’impegno diplomatico per alleviare la crisi degli sfollati siriani e salvaguardare gli interessi nazionali del Libano”, ha dichiarato Miqati.
La sessione parlamentare dedicata alla discussione del piano di aiuti finanziari da 1 miliardo di euro che l’Unione europea intende concedere al Libano si è aperta ieri. I deputati dell’opposizione e dei membri del Movimento patriottico libero (Cpl – fondato dall’ex presidente Michel Aoun), che normalmente boicottano tali sessioni, hanno preso parte alla riunione. Il piano europeo, molto contestato sia da esponenti politici che dalla cittadinanza, è percepito come una tangente da pagare al Libano in cambio del mantenimento dei migranti siriani sul suo suolo. Il premier Miqati ha illustrato i dettagli del pacchetto di aiuti prima di dare la parola ai deputati dell’opposizione, che hanno insistito sull’elaborazione di una tabella di marcia per il graduale rientro in patria dei migranti siriani stabilitisi nel Paese.
Il Libano, che conta circa 6 milioni di abitanti, ospita 800 mila rifugiati siriani registrati presso l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), ma secondo le autorità libanesi sarebbero quasi 2 milioni. Negli ultimi mesi gli appelli dei politici libanesi al ritorno in patria dei rifugiati siriani si sono moltiplicati. Durante la sua visita a Beirut lo scorso 2 maggio con il presidente cipriota, Nikos Christodoulides, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva dichiarato che l’obiettivo di questo pacchetto di aiuti 2024-2027 è di “contribuire alla stabilità socioeconomica” del Libano.