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Polonia: il rilancio del Triangolo di Weimar

Polonia: il rilancio del Triangolo di Weimar

K metro 0 – Varsavia – Dal quartetto al trio. La Polonia cambia musica? Così sembrerebbe. Di certo, il peso del quartetto di Visegrad (l’alleanza politica “sovranista” fra  Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria),  appare ridotto dopo l’avvento (il 13 dicembre scorso) del governo liberale di Donald Tusk. Il nuovo corso, enunciato dal ministro degli

K metro 0 – Varsavia – Dal quartetto al trio. La Polonia cambia musica? Così sembrerebbe. Di certo, il peso del quartetto di Visegrad (l’alleanza politica “sovranista” fra  Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria),  appare ridotto dopo l’avvento (il 13 dicembre scorso) del governo liberale di Donald Tusk.

Il nuovo corso, enunciato dal ministro degli Esteri Radosław Sikorski, nel suo recente discorso annuale di politica estera in parlamento, punta, in alternativa, al rilancio del Triangolo di Weimar, l’alleanza regionale del trio Polonia, Francia e Germania, sancita a fine agosto del 1991 nella storica città della Turingia (nella Germania centrale).

A riportarla in auge è stato il cambiamento politico in Polonia dello scorso dicembre, dopo otto anni di governo del PiS (Prawo i Sprawiedliwość , Diritto e giustizia in polacco) un partito di destra nazional-conservatore, tradizionalista e illiberale, guidato dal trumpiano Jaroslaw Kaczynski (gemello dell’ex presidente della repubblica Lech Kaczynski), che negli ultimi 18 anni aveva portato il paese verso una deriva autoritaria, antiambientalista e antieuropeista.

Un partito noto per il suo atteggiamento generalmente negativo nei confronti di Berlino. Diversamente dalla coalizione filo-UE capeggiata da Donald Tusk, che ha conquistato, con circa il 48% dei voti, la maggioranza dei seggi nella decisiva Camera bassa, il Sejm, e ha sempre sostenuto invece  una stretta cooperazione con la Germania.

Gli elettori del PiS hanno sempre accusato Tusk di essere un agente o un servo dell’ex cancelliera Angela Merkel. Ma il neo ministro degli Esteri, Radosław Sikorski, la cui immagine è stata aiutata dalla condivisione del cognome con l’ex primo ministro che guidò il governo polacco in esilio a Londra (durante la seconda guerra mondiale), ha ribadito la necessità di un rilancio del trio franco-tedesco-polacco, anche in funzione di un’intesa più stretta con gli Stati Uniti, tenuto conto delle sfide poste alla NATO dalla minaccia russa.

Una posizione ben diversa da quella del PiS, atlantista ma moderatamente euroscettico, contrario al federalismo europeo e fautore della cooperazione fra i paesi del Quartetto di Visegrad, creato per   promuovere l’integrazione unitaria del gruppo  nell’UE,  salvo poi  procedere, col  tempo, in ordine sparso, instaurando   rapporti diretti tra Bruxelles e   i singoli Stati candidati. (Oggi, dei quattro paesi del gruppo – Polonia, Ungheria,  Repubblica Ceca e Slovacchia – l’unico ad aver adottato l’euro è stata la Slovacchia nel 2009…).

Di fronte alle nuove sfide, sostiene Sikorski, l’Europa deve migliorare la cooperazione in materia di difesa, anche attraverso il progetto dell’European Sky Shield (lo Scudo Aereo Europeo) lanciato dalla Germania nell’agosto 2022 dopo l’invasione della Russia in Ucraina e altre iniziative legate alla politica di sicurezza e difesa comune dell’UE.

Ma al tempo stesso, Sikorski è convinto che se l’essere attivi sulla scena dell’UE e coltivare buone relazioni con i vicini è importante, un buon rapporto con gli Stati Uniti “rafforza la Polonia in Europa” rendendola “un partner più attraente agli occhi degli alleati americani”.

Con buona pace dei conservatori del PiS, secondo cui la Polonia non dovrebbe cedere la propria sovranità ad altre potenze, “questo non significa asservimento all’Occidente”. 

Durante la sua visita negli Stati Uniti (dal 3 al 5 maggio scorsi) Sikorski ha vantato la leadership di Varasvia nella spesa per la difesa: “Stiamo spendendo la più alta percentuale del nostro PIL (per la difesa) nella NATO, il 4% del PIL, e l’anno prossimo potremmo aumentare”.

Miele per le orecchie di Donald Trump, che ha minacciato di non difendere i paesi europei che non spendono abbastanza per la difesa, se vincerà la sfida contro Biden  alle prossime presidenziali di Novembre.

In questa competizione, Sikorski non si schiera. Vuole mantenere “i migliori rapporti possibili con l’America, indipendentemente da  

chi sarà al potere”, ha dichiarato durante la sua visita negli Stati Uniti, come riferisce la Reuter (May 5, 2024 1:08 PM GMT+2) riportando la dichiarazione diffusa dalla PAP (Polska Agencja Prasowa) l’agenzia di stampa nazionale polacca, ricordando che l’ex governo nazionalista polacco aveva goduto di buoni rapporti con l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, “anche se la gestione delle politiche da parte di Varsavia sollevava preoccupazioni sulla sua fedeltà ai valori democratici e metteva a dura prova la tolleranza degli alleati dell’UE”.

Mentre il Quartetto di Visegrad (il format regionale preferito dall’ex governo  del PiS) è sempre più diviso a causa delle diverse posizioni dei paesi membri sulla guerra in Ucraina e la cooperazione con il Cremlino, il Triangolo di Weimar, rilanciato da Sikorski è tra le priorità del governo di Donald Tusk.   

Ex ministro della Difesa nei governi PiS di Kazimierz Marcinkiewicz e Jarosław Kaczyński (2005-2007) e ministro degli Esteri nel precedente governo Tusk (2007-2014), oggi l’esperienza di Sikorski e e la sua reputazione lo rendono un candidato forte per la posizione di capo diplomatico dell’UE o, se il posto verrà creato, di commissario UE per la difesa.

In questo ruolo, Sikorski sembra avere buone chances. Martedì scorso, parlando al Congresso economico europeo di Katowice, Ursula von  der Leyen (Spitezenkandidat del PPE) ha annunciato che, se sarà rieletta, nella sua prossima Commissione introdurrà un portafoglio di commissario alla difesa, con il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski  dato per favorito.

Ma a Varsavia, Sikorski potrebbe incontrare qualche ostacolo, poiché il governo dovrà chiedere l’approvazione del presidente prima di nominare un commissario, secondo una nuova legge approvata lo scorso ottobre che regola la cooperazione tra il presidente della Repubblica, il governo e il parlamento.  

E il presidente Andrzej Duda, ex membro del PiS, il principale partito di opposizione, e molti esperti ritengono che sia più probabile che sostenga Jacek Saryusz-Wolski, il candidato del PiS, piuttosto che Sikorski, indicato dal governo.

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