K metro 0 – Bruxelles -Il portavoce dell’esecutivo Unione Europea Peter Stano, ha detto durante un quotidiano incontro con la stampa che la Commissione europea “chiede un’indagine indipendente su tutti i sospetti e tutte le circostanze relative alle fosse comuni scoperte nei principali ospedali della Striscia di Gaza”, riferisce l’ANSA. Perché “tutto questo crea l’impressione che potrebbero essere state
K metro 0 – Bruxelles -Il portavoce dell’esecutivo Unione Europea Peter Stano, ha detto durante un quotidiano incontro con la stampa che la Commissione europea “chiede un’indagine indipendente su tutti i sospetti e tutte le circostanze relative alle fosse comuni scoperte nei principali ospedali della Striscia di Gaza”, riferisce l’ANSA. Perché “tutto questo crea l’impressione che potrebbero essere state commesse violazioni dei diritti umani internazionali”. Anche l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani – informa ancora l’ANSA – ha chiesto ultimamente un’indagine internazionale indipendente sulle fosse comuni, e si è detto “inorridito” dalla distruzione dell’ospedale Shifa di Gaza e del complesso medico Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia.
L’Agenzia di protezione civile di Gaza, ha dichiarato ultimamente che i corpi di 50 palestinesi sono stati recuperati appunto da una fossa comune presso l’ospedale Nasser, dopo i raid israeliani nella zona. Successivi aggiornamenti della stessa agenzia hanno portato a 283 il numero dei corpi che sarebbero stati recuperati, a 2 settimane dal ritiro delle forze israeliane dall’area. Prosegue, quindi, la guerra “delle cifre”: un’altra fonte, citata da altre agenzie stampa, precisa in 210, invece, i corpi esumati da fosse comuni all’interno dell’ospedale di Khan Yunis. Persone che sarebbero state uccise nell’assedio dell’ospedale il mese scorso, e durante l’irruzione dell’esercito israeliano nella struttura stessa. militanti di Hamas, civili sfollati, pazienti della struttura: probabilmente non si saprà mai.
L’esercito israeliano ha però smentito le accuse, definendole “infondate” e spiegando di aver invece riesumato, a Khan Yunis, dei cadaveri nella ricerca di quelli degli ostaggi israeliani. Sul numero totale di ostaggi infatti, non c’è alcuna certezza. “Durante l’operazione nella zona dell’ospedale Nasser, nel tentativo di localizzare ostaggi e dispersi, dei corpi sepolti dai palestinesi sono stati esaminati con prudenza e unicamente nei luoghi dove le informazioni di intelligence riferivano della possibile presenza di ostaggi”, ha spiegato l’IDF: assicurando di “aver preservato la dignità dei defunti”, e aver rimesso “al loro posto” i corpi, una volta accertato che non si trattava di ostaggi.
Intanto il generale Aharon Haliva, che era a capo dell’Intelligence militare israeliana il 7 ottobre, ha pronunciato un preciso “mea culpa” per l’inadeguata risposta delle forze armate di Tel Aviv all’attacco di Hamas, dimissioni che pesano, su un esercito che dopo 200 giorni di guerra e dopo oltre 34 mila morti palestinesi – in gran parte civili – a Gaza, non è ancora riuscito a smantellare del tutto la struttura militare e logistica di Hamas e a catturare i suoi massimi responsabili nella Striscia. Altra ultima dimissione eccellente, quella del capo del comando centrale israeliano Yehuda Fuchs: che ha annunciato di voler lasciare l’incarico ad agosto prossimo, senza tuttavia precisare i motivi della sua decisione.
Nella Striscia di Gaza si teme fortemente la preannunciata offensiva israeliana su Rafah e, più in generale, tutta l’area confinante con l’Egitto: il quale pure è fortemente preoccupato, temendo un conseguente afflusso in massa, nei suoi confini, di civili palestinesi in fuga.
Netanyahu ha preferito non urtare gli alleati americani, cedendo alle loro pressioni e abbandonando i piani di un contrattacco contro l’Iran molto più ampio di quello poi attuato. Ma le dimissioni del capo dell’Intelligence sono state colte al volo dal leader dell’opposizione Yair Lapid, per attaccare il premier. “Il ritiro del capo dell’intelligence militare è giustificato e onorevole. Sarebbe stato opportuno che il primo ministro Netanyahu facesse lo stesso”, ha attaccato Lapid sui social.
Infine, nell’ambito di un’indagine sulla condotta delle forze di sicurezza israeliane con i civili in Cisgiordania, che è sotto occupazione militare da più di mezzo secolo, la BBC ha accertato che nel primo pomeriggio del 29 novembre dello scorso anno, diversi ragazzi palestinesi erano scesi in strada a giocare; pochi minuti dopo, due di loro giacevano morti a causa dei colpi di arma da fuoco sparati dai soldati israeliani: Basil, 15 anni, e Adam, di otto anni.
I filmati dei cellulari e delle telecamere a circuito chiuso, le informazioni sui movimenti dell’esercito israeliano, le testimonianze e le indagini dettagliate sulla scena, comprese le misurazioni, rivelano prove che suggeriscono gravi violazioni dei diritti umani. Prove che hanno spinto Ben Saul, relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani e l’antiterrorismo, a dire che la morte di Adam sembra essere un “crimine di guerra”. Un altro esperto legale, il dottor Lawrence Hill-Cawthorne, ha descritto l’uso della forza letale come “indiscriminato”.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno affermato che le circostanze delle morti sono “sotto revisione”, precisando che “il fuoco vero viene utilizzato solo per rimuovere minacce immediate.