K metro 0 – New York – Benjamin Netanyahu, come minacciato, ha cancellato la missione del suo team a Washington, dopo che gli Stati Uniti si sono astenuti al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Tuttavia il portavoce del Pentagono, Pat Ryder, fa sapere che è ancora in agenda il colloquio previsto tra il segretario alla Difesa
K metro 0 – New York – Benjamin Netanyahu, come minacciato, ha cancellato la missione del suo team a Washington, dopo che gli Stati Uniti si sono astenuti al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Tuttavia il portavoce del Pentagono, Pat Ryder, fa sapere che è ancora in agenda il colloquio previsto tra il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, riferisce l’Adnkronos.
“Gli Stati Uniti – accusa il comunicato di Israele – si sono ritirati dalla loro posizione coerente in seno al Consiglio di Sicurezza, dove solo pochi giorni fa avevano stabilito un collegamento tra il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Questo ritiro danneggia sia lo sforzo bellico che quello per la liberazione degli ostaggi, perché dà ad Hamas la speranza che la pressione internazionale gli permetta di accettare un cessate il fuoco senza la liberazione dei nostri ostaggi”.
“Siamo molto delusi” dalla decisione , ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby.
Lo Stato di Israele tuttavia “non cesserà il fuoco. Distruggeremo Hamas e continueremo a combattere finché l’ultimo dei rapiti non ritornerà a casa”, scrive su X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz dopo il voto all’Onu.
Hamas: “Bene voto Onu “
“Accogliamo con favore l’appello del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco immediato a Gaza”, ha dichiarato Hamas in una nota poco dopo il voto, affermando “la disponibilità a impegnarsi in un processo immediato che porti al rilascio dei prigionieri di entrambe le parti” e sottolineando “la necessità di raggiungere un cessate il fuoco permanente che porti al ritiro di tutte le forze sioniste ed al ritorno degli sfollati nella Striscia di Gaza”.