K metro 0 – Riga – Il servizio di sicurezza statale della Lettonia, noto come Vdd, ha avviato un procedimento penale nei confronti di una legislatrice del Parlamento europeo e di un cittadino del Paese baltico, sospettati di aver lavorato per i servizi d’intelligence russi dal 2004 al 2017. L’eurodeputata Tatjana Ždanoka, 73 anni, e
K metro 0 – Riga – Il servizio di sicurezza statale della Lettonia, noto come Vdd, ha avviato un procedimento penale nei confronti di una legislatrice del Parlamento europeo e di un cittadino del Paese baltico, sospettati di aver lavorato per i servizi d’intelligence russi dal 2004 al 2017.
L’eurodeputata Tatjana Ždanoka, 73 anni, e i suoi presunti legami con la Russia, sono nel mirino del Vdd da fine gennaio, da quando alcuni siti di informazione russi, nordici e baltici hanno pubblicato notizie secondo cui la donna sarebbe stata un agente dell’Fsb almeno dal 2004. L’organo legislativo dell’Unione europea, con sede a Strasburgo, in Francia, ha dichiarato di aver preso molto sul serio le accuse. Ne riferisce AP.
Tutto nasce a seguito di un’indagine congiunta, del sito indipendente di giornalismo investigativo russo The Insider, il suo equivalente lettone Re: Baltica, il portale di notizie Delfi Estonia e il quotidiano svedese Expressen, che hanno pubblicato una serie di e-mail sulle interazioni di Ždanoka con il suo responsabile.
L’Expressen ha anche rivelato che Ždanoka ha fatto un’intensa attività di propaganda su presunte violazioni dei diritti dei russi che vivono nei Paesi baltici e ha sostenuto, tra le altre cose, una politica favorevole al Cremlino.
Negli ultimi anni, Mosca ha regolarmente accusato Lettonia ed Estonia di discriminare le loro popolazioni russofone. La Lettonia, nazione baltica di 1,9 milioni di abitanti, e la vicina Estonia, ospitano entrambe una consistente minoranza etnica russa, pari a circa il 25% della popolazione. Entrambi i Paesi sono ex repubbliche sovietiche.
In risposta alle indagini, la Zhdanok ha tuttavia dichiarato di non aver mai collaborato con agenti russi. Inoltre, ha dichiarato che “non si farà intimidire” e che continuerà a usare il Parlamento europeo per “combattere il neofascismo”. Così ha riferito il sito Babel.ua.
Il mandato dell’accusata come membro del Parlamento europeo scade quest’anno. In precedenza era stata espulsa dalla fazione dei Verdi europei per essersi rifiutata di condannare l’invasione dell’Ucraina.
Nel frattempo, la Lettonia ha esteso il divieto di ingresso per i turisti russi fino al 4 marzo 2025, citando l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte di Mosca, che secondo i funzionari “continua a rappresentare una minaccia per la sicurezza interna della Lettonia”.
Lo ha deciso martedì scorso il Gabinetto del primo ministro Evika Siliņa. Tuttavia, alcuni russi saranno autorizzati a entrare, compresi quelli con permesso di soggiorno valido in Lettonia o in un altro Stato membro dell’Ue, o i russi il cui ingresso è legato a considerazioni umanitarie, come i dissidenti politici.
Ricordiamo che nel settembre 2022, la Polonia e gli Stati baltici – Estonia, Lettonia e Lituania – hanno raggiunto un accordo congiunto per limitare il numero di cittadini russi in arrivo nei loro Paesi, per evitare presunti rischi per la sicurezza in seguito alla guerra della Russia nella vicina Ucraina. Ne riferisce sempre AP.