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Azerbaigian, gas all’Ungheria attraverso la Turchia da aprile

Azerbaigian, gas all’Ungheria attraverso la Turchia da aprile

K metro 0 – Baku – Dal prossimo 1° aprile, l’Azerbaigian fornirà circa 275 milioni di metri cubi di gas naturale all’Ungheria attraverso la Turchia. L’ha dichiarato il ministro degli Affari esteri e del Commercio ungherese, Peter Szijjarto. Ne ha riferito Azernews. Per la prima volta, dunque, la Turchia fornirà gas a un Paese non

K metro 0 – Baku – Dal prossimo 1° aprile, l’Azerbaigian fornirà circa 275 milioni di metri cubi di gas naturale all’Ungheria attraverso la Turchia. L’ha dichiarato il ministro degli Affari esteri e del Commercio ungherese, Peter Szijjarto. Ne ha riferito Azernews. Per la prima volta, dunque, la Turchia fornirà gas a un Paese non confinante.

Nell’annunciare l’accordo strategico, Szijjarto ha rimarcato l’amicizia di lunga data tra il suo Paese e la Turchia, che collaborano difatti con successo nell’ambito dell’Organizzazione degli Stati Turchi (TDT) e di altre organizzazioni internazionali. Dal 2018, l’ufficio di rappresentanza della TDT opera a Budapest, capitale dell’Ungheria, che è un osservatore dell’Organizzazione degli Stati Turchi e attribuisce grande importanza allo sviluppo delle relazioni di cooperazione con l’organizzazione. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha addirittura dichiarato nel 2018 che gli ungheresi si considerano discendenti del sovrano unno Attila e che il popolo ungherese si basa su radici unno-turche.

Rilevante dunque l’importanza geopolitica della Turchia per il trasporto del gas, giacché il gasdotto TurkStream, che trasporta il gas russo in Turchia lungo un percorso di 930 chilometri (580 miglia) sotto il Mar Nero, è la via di distribuzione numero uno dalla Russia all’Ungheria.

L’Ungheria attribuisce grande importanza alla cooperazione energetica con l’Azerbaigian e apprezza sempre il ruolo importante svolto dal Paese asiatico nel garantire la sicurezza energetica dell’Europa. Il Paese “amico” sostiene il progetto del Corridoio meridionale del gas (SGC) e ha espresso interesse ad aderirvi. Il relativo accordo di partenariato strategico nel campo dell’energia verde tra i governi di Azerbaigian, Ungheria, Romania e Georgia, firmato a Bucarest il 17 dicembre dello scorso anno, svolge pertanto un ruolo importante nella cooperazione energetica tra i nostri Paesi.

Grazie a tale accordo, procedono così con successo gli sforzi per la realizzazione del progetto relativo alla costruzione di un cavo elettrico sottomarino che attraverserà la Georgia e il Mar Nero per trasferire “energia verde” tra i Paesi citati. L’attuazione di questo progetto svolgerà un ruolo importante nell’espansione delle opportunità di esportazione di elettricità tra la regione e i mercati europei, nonché nella diversificazione della sicurezza energetica dell’Europa, soprattutto grazie al grande potenziale di energia eolica nel settore azero del Mar Caspio.

Il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev è stato inoltre invitato alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco conclusasi ieri 18 febbraio, dove ha incontrato i rappresentanti del Dipartimento di Stato americano e della Commissione europea, nonché il Segretario generale dell’OSCE Halga Mari.

E questa volta l’Azerbaigian ha tenuto i colloqui del tutto al di fuori del contesto del conflitto tra Armenia e Azerbaigian, esclusivamente su una sorta di piano commerciale. Come ha osservato il capo di Stato, il conflitto tra Armenia e Azerbaigian è stato risolto da tempo. Nel Nagorno-Karabakh regna una pace di fatto – e questo, ovviamente, era ciò che l’Azerbaigian voleva da 30 anni.

Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, tutti gli occhi erano così puntati sull’Azerbaigian. Perché non è un caso che quest’anno l’Azerbaigian ospiti un evento di grande rilevanza come la COP29. Già quest’anno, per la prima volta, i Paesi del mondo parteciperanno a un evento internazionale nella Repubblica dell’Azerbaigian, che ha riacquistato la sua piena sovranità. La partecipazione di Baku alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco e le riunioni tenute dimostrano ancora una volta che la sua politica estera ha un carattere globale.

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