K metro 0 – Monaco – Non poteva concludersi nel modo peggiore la Conferenza di Sicurezza di Monaco del 2024: la notizia dell’assassinio nel carcere in Siberia del leader dell’opposizione russa Aleksej Navalny ha scioccato tutti i partecipanti. Ma il summit internazionale ha avuto come sfondo principale la guerra in Ucraina, con le sue centinaia di
K metro 0 – Monaco – Non poteva concludersi nel modo peggiore la Conferenza di Sicurezza di Monaco del 2024: la notizia dell’assassinio nel carcere in Siberia del leader dell’opposizione russa Aleksej Navalny ha scioccato tutti i partecipanti. Ma il summit internazionale ha avuto come sfondo principale la guerra in Ucraina, con le sue centinaia di migliaia di morti; quella in Medio Oriente, con quasi 30 mila i civili palestinesi uccisi da Israele e oltre 130 ostaggi ancora nelle mani di Hamas. E ancora: oltre 800 milioni di persone che ogni notte si addormentano o cercando di addormentarsi del tutto affamate.
“Viviamo in un mondo in cui c’è sempre più scontro e meno cooperazione” ha deplorato l’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. “Il mondo è diventato un posto molto più pericoloso” ha riferito la Bbc.
Quest’anno, alla 60a Conferenza sulla sicurezza di Monaco (MSC), conclusasi domenica 18 febbraio, due dei personaggi più discussi non erano presenti: l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il cui possibile ritorno alla Casa Bianca potrebbe mettere i bastoni tra le ruote alle relazioni transatlantiche, che sono al centro di questo importante forum internazionale; e il presidente russo Vladimir Putin, accusato con forza da un leader mondiale dopo l’altro per la morte del suo critico più importante Alexei Navalny, per non parlare della sua invasione su larga scala dell’Ucraina, che continua a gettare una lunga ombra oscura su tutta l’Europa e ben oltre.
“Lose-Lose?” è così stato il motto dell’incontro di quest’anno, in un periodo di crescenti tensioni geopolitiche e di sconvolgenti incertezze economiche. Il rapporto annuale del CSM ha avvisato che potrebbe dare origine a dinamiche “lose-lose” tra i governi, “una spirale negativa che mette a rischio la cooperazione e mina l’ordine internazionale esistente”. “Credo che questa sia stata la conferenza di un mondo disordinato”, ha commentato David Miliband, amministratore delegato e presidente dell’International Rescue Committee (IRC).
La questione dell’impunità, una delle sfide politiche più delicate, si è poi trasformata in una struggente storia personale quando la moglie di Navalny, Yulia Navalnaya, è apparsa in maniera inaspettata sul palco principale della conferenza nel grande hotel Bayerischer Hof per condannare il presidente russo ed esortare i primi ministri, i capi della difesa e i diplomatici di alto livello riuniti a consegnarlo alla giustizia. La sua notevole compostezza e chiarezza ha stupito la sala affollata, che le ha tributato un prolungato applauso prima e dopo il suo discorso accorato. Quest’anno la Russia, così come l’Iran, non sono stati invitati a Monaco perché gli organizzatori hanno ritenuto che non fossero “interessati a un dialogo significativo”.
L’imperativo di continuare a fornire all’Ucraina l’ingente assistenza militare e finanziaria dell’Occidente è stato poi sottolineato più volte dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha esortato i partecipanti ad agire, mentre si affrettava a passare da un incontro di alto livello all’altro. “L’anno 2024 richiede la vostra risposta da parte di tutti nel mondo”, ha implorato i delegati quando ha parlato dal podio più alto.
Il sostegno degli Stati Uniti è stato in cima ai suoi pensieri, dato che un pacchetto di sicurezza vitale, pari a 60 miliardi di dollari (48 miliardi di sterline), è ostacolato da un Congresso americano in cui i legislatori repubblicani sono sempre più divisi sull’opportunità di continuare a sostenere Kiev nella sua lotta.
In Ucraina, i soldati stanno addirittura esaurendo i proiettili in prima linea. I delegati statunitensi a Monaco, tra cui la vicepresidente Kamala Harris, hanno tuttavia insistito sul fatto che lei e il presidente Joe Biden non abbandoneranno l’Ucraina né la leadership americana negli affari globali. Ma con le elezioni americane a soli nove mesi di distanza, Trump sta già plasmando il dibattito politico polarizzato a Washington e ravviva l’ansia che possa far uscire gli Stati Uniti dall’alleanza militare della Nato e da altri impegni internazionali.
In un’intervista ha fatto sentire la sua voce anche il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh: “Abbiamo riscontrato un grande interesse da parte della comunità internazionale e dei leader mondiali riuniti qui a Monaco, che vorrebbero vedere un vero cessate il fuoco e una quantità sostanziale di aiuti internazionali a Gaza”. Ma i delegati israeliani, tra cui l’ex negoziatore di pace Tzipi Livni, hanno ribadito la necessità di continuare ad andare avanti. “Sono un’avversaria politica del Primo ministro Benjamin Netanyahu, ma sostengo la guerra a Gaza”, ha sottolineato la Livni in una sessione che comprendeva anche Shtayyeh e il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi. “Sostengo la necessità strategica di eliminare Hamas come organizzazione terroristica e come regime”, ha concluso.
Il MSC di quest’anno ha segnato un record di presenze: oltre 900 partecipanti, tra cui circa 50 capi di Stato e di governo di tutto il mondo, più di 100 ministri, oltre a rappresentanti di think-tank, organizzazioni non governative e aziende leader. Le spie più importanti, i ministri degli Esteri femministi, i guerrieri del clima, gli attivisti iraniani, gli esperti di armi, i maghi della tecnologia e altri ancora si sono riuniti per i loro incontri su palcoscenici pubblici e in incontri privati e riunioni riservate.