K metro 0 – Parigi – Una “legge razzista”, secondo l’opposizione di sinistra e della società civile in Francia. Una “vittoria ideologica”, invece, secondo Marine Le Pen, presidente del gruppo parlamentare (di estrema destra) del Rassemblement National. La controversa legge sull’immigrazione, promulgata dal presidente francese, Emmanuel Macron, il 27 gennaio scorso, è stata già in
K metro 0 – Parigi – Una “legge razzista”, secondo l’opposizione di sinistra e della società civile in Francia. Una “vittoria ideologica”, invece, secondo Marine Le Pen, presidente del gruppo parlamentare (di estrema destra) del Rassemblement National.
La controversa legge sull’immigrazione, promulgata dal presidente francese, Emmanuel Macron, il 27 gennaio scorso, è stata già in buona parte censurata, due giorni fa, dal Consiglio Costituzionale francese perché metteva in discussione il principio del droit du sol (è cittadino francese chiunque nasce in Francia), limitava l’accesso alle prestazioni sociali e rendeva più complessi i ricongiungimenti familiari. Tutti provvedimenti imposti in Parlamento dalla destra e dall’estrema destra, che ha denunciato un “colpo di mano democratico” da parte dei giudici del Conseil constitutionnel.
I 9 “Saggi” che lo presiedono, hanno censurato oltre un terzo degli articoli: 32 perché privi di un sufficiente legame con il testo. Altri 3 articoli sono stati censurati parzialmente o totalmente nella loro sostanza, e fra questi l’instaurazione di quote migratorie fissate dal Parlamento.
Tra gli articoli giudicati privi di un sufficiente legame con il testo c’è anche la “cauzione” sul ritorno in patria per gli studenti stranieri.
Misure simili al recente disegno di legge francese sull’immigrazione si trovano in altri paesi europei. E rientrano nella “tendenza generale” a limitare l’accesso all’asilo in Europa. Secondo il parere degli esperti, riportato da Clara Bauer-Babef (Euroactiv France) la nuova legge rientra in un generale inasprimento delle politiche migratorie in tutta Europa. “La Francia non ha una legge sull’immigrazione più severa rispetto ad altri paesi europei. È una tendenza generale”, spiega Smaïn Laacher, responsabile del progetto Migrazione e asilo della Fondation Jean Jaurès.
In Italia, il primo ministro Giorgia Meloni, ha condotto una campagna nel 2022 promettendo di porre fine all’immigrazione nel suo paese.
Il 3 gennaio 2023, ha decretato un nuovo “codice di condotta” per le navi delle ONG che salvano le imbarcazioni dei migranti, ponendo fine alle operazioni di salvataggio “simultanee”.
Una volta che una nave di una ONG decide di salvare un’imbarcazione di migranti, deve raggiungere il porto di sbarco designato dalle autorità italiane il più rapidamente possibile, senza fare deviazioni per aiutare un’altra imbarcazione in difficoltà.
In Danimarca, la politica migratoria consente alle autorità di sequestrare gli effetti personali dei richiedenti asilo per finanziare i costi di accoglienza.
Più recentemente, in agosto, l’Austria ha dichiarato di voler ridurre l’accesso alle prestazioni sociali per tutti gli immigrati che vivono nel paese da meno di cinque anni.
Muri e recinzioni di filo spinato
L’aumento della retorica anti-immigrazione da parte dei paesi dell’UE si vede anche sul campo, con il 13% delle frontiere esterne dell’Unione recintate, denuncia il Parlamento europeo in una nota pubblicata in ottobre.
In totale, 12 paesi dell’UE su 27 hanno eretto barriere fisiche nel tentativo di frenare l’immigrazione, tra cui Ungheria, Polonia, Estonia, Grecia e Spagna, nonché la Francia, a Calais.
Tuttavia, secondo Smaïn Laacher, il presidente francese Emmanuel Macron non può essere paragonato al primo ministro ungherese Viktor Orban, capofila dell’opposizione all’immigrazione nel 2015.
Al vertice dell’UE di Granada, in Spagna, il 6 ottobre, Polonia e Ungheria hanno criticato il Patto dell’UE su migrazione e asilo, e in particolare il meccanismo di solidarietà per la distribuzione dei richiedenti asilo.
Il Patto mira a rafforzare la solidarietà tra gli Stati membri e a distribuire meglio il peso dell’accoglienza dei rifugiati, in un momento in cui alcuni paesi in prima linea, come l’Italia e la Grecia, devono affrontare un massiccio afflusso di richiedenti asilo.
Gli Stati membri che rifiutassero di accogliere un certo numero di richiedenti asilo sarebbero tenuti a pagare 20.000 euro per ogni rifugiato non ricollocato.
Il Patto, presentato dalla Commissione Europea nel settembre 2020, mira a frenare l’immigrazione irregolare in Europa e ad accelerare la deportazione dei migranti clandestini.
Le norme attualmente in vigore necessitano di essere semplificate, secondo un deputato di Les Républicains, poiché il sistema è “così complesso da presentare vantaggi per i richiedenti asilo”, che approfittano della sua “lentezza amministrativa”, poiché non possono essere espulsi finché i paesi non hanno esaminato le loro richieste. I tempi di attesa sono in media di diciannove mesi in Germania, diciassette in Spagna e quindici in Francia.
Germania, Spagna e Francia sono in cima alla lista dei paesi ospitanti dell’UE. Nel 2023, il numero di richiedenti asilo in Francia è aumentato dell’8,6% raggiungendo 142.500 domande, di cui 124.000 prime domande, secondo i primi dati dell’Ofpra, l’Ufficio francese per la protezione dei rifugiati e degli apolidi.
Allo stesso tempo, la Germania ha registrato più di 350.000 domande per il 2023, con un aumento del 51% rispetto al 2022, secondo “Le Monde”. In termini di aumento delle domande di asilo, la Spagna è arrivata seconda con 163.000 domande nel 2023, con un aumento del 37% rispetto al 2022.
A breve si attendono i dati definitivi per tutta l’Europa, ma il direttore dell’Ofpra Julien Boucher stima che “l’aumento della domanda di asilo dovrebbe raggiungere il 15-20% in Europa nel 2023”.