K metro 0 – Parigi – Pronti a marciare anche su Parigi, se necessario. L’appello della FNSEA e dei Jeunes Agriculteurs è stato accolto: la maggior parte delle principali arterie autostradali verso Parigi sono state prontamente bloccate dagli agricoltori in protesta contro il Green deal europeo, l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti, dell’energia e di altri
K metro 0 – Parigi – Pronti a marciare anche su Parigi, se necessario. L’appello della FNSEA e dei Jeunes Agriculteurs è stato accolto: la maggior parte delle principali arterie autostradali verso Parigi sono state prontamente bloccate dagli agricoltori in protesta contro il Green deal europeo, l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti, dell’energia e di altri fattori di produzione. Un centinaio di trattori si sono così insediati in breve tempo a poche decine di chilometri dalla capitale francese. “Monteremo due muri di paglia all’ingresso e alla fine del convoglio”, ha spiegato a Franceinfo Thierry Desforges, funzionario della FNSEA.
Per tutto il fine settimana sono stati programmati i turni di guardia per il blocco e per preparare le attrezzature necessarie sul posto. In meno di un’ora è stato montato un tendone completo di rubinetti per la birra, barbecue e frigoriferi. Accanto ad esso, dei cassoni contenevano dei generatori, mentre altri trasportavano bancali di legna, pronti per essere bruciati per tenere caldi i manifestanti durante la notte. Ci sono anche alcuni servizi igienici: un vero e proprio campo base, insomma, messo insieme in mezzo a una doppia fila di trattori, a monte e a valle.
“L’APRR (Autoroutes Paris-Rhin-Rhône) e le forze dell’ordine sono qui per garantire la sicurezza”, ha subito rassicurato Nicolas Galpin, presidente del comitato apistico della FNSEA, durante l’ultimo briefing sulla sicurezza al punto di raccolta presso la cooperativa di Anvernaux. “Siamo un po’ preoccupati per gli intrusi, potrebbero esserci ‘gilet gialli’, taxi infuriati o altro”, e così, ogni agricoltore ha dovuto compilare un modulo di “blocco della capitale” con i propri dati personali, che è stato poi attaccato al parabrezza.
Il convoglio è partito allo scoccare delle 14 del 29 gennaio, tra un coro di clacson e gendarmi lungo tutto il percorso. I ponti erano pieni di curiosi e alcuni camion hanno suonato il clacson in segno di solidarietà. Per motivi di sicurezza, e con la tragedia di Pamiers ancora viva nella mente di tutti, i trattori sono stati parcheggiati nelle due corsie di sinistra, le auto nella corsia lenta e la corsia di emergenza è stata lasciata libera. “Ci siamo fermati sulla A6 e ci resteremo per tutto il tempo necessario”, ha affermato Philippe Vandenhende, un coltivatore di cereali venuto con la figlia Elodie, che dovrà rilevare l’azienda agricola di famiglia.
Un altro, Adrien Collin è arrivato da Orveau (Essonne) per denunciare le tasse sul diesel non stradale, il divieto di alcuni prodotti fitosanitari e le norme imposte alle aziende agricole. In breve, per esprimere un generale “sentimento di stanchezza”. Ma vorrebbe “andare oltre”, in direzione di Parigi, e non fermarsi al blocco sulla A6.
A meno che, il secondo pacchetto di annunci del premier Attal soddisfi le richieste dei manifestanti. “Per il momento abbiamo intenzione di mantenere il blocco, ma cercheremo di proseguire verso Parigi se le risposte non ci soddisfano”, avverte deciso Matthieu Ode, rappresentante dei Jeunes Agriculteurs. “Sappiamo quando partiremo, ma non sappiamo quando torneremo”. Come molti dei partecipanti, anche lui è in attesa di conoscere l’esito della riunione dei ministri dell’Agricoltura dell’Unione europea prevista per giovedì a Bruxelles.
Nel frattempo, diversi consiglieri comunali hanno espresso la loro solidarietà ai manifestanti. Il presidente della FNSEA Arnaud Rousseau e il suo omologo dei Jeunes Agriculteurs Arnaud Gaillot avranno un’altra occasione per esprimere le loro richieste al governo lunedì sera, quando saranno ricevuti dal primo ministro Gabriel Attal e dal ministro dell’Agricoltura Marc Fesneau.
Allevatori di bestiame, coltivatori di cereali, orticoltori, frutticoltori… “Siamo tutti coinvolti. La decisione di venire qui è stata facile”, riassume Hugo Augé, un altro coltivatore di cereali appena tornato dalla sua settimana di vacanza annuale.