K metro 0 – Cosenza – Con un’operazione chiamata “Merlino”, gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare personale e un decreto di sequestro – emessi dal gip del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, su richiesta del procuratore capo Pierpaolo Bruni e dei sostituti Antonio
K metro 0 – Cosenza – Con un’operazione chiamata “Merlino”, gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare personale e un decreto di sequestro – emessi dal gip del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, su richiesta del procuratore capo Pierpaolo Bruni e dei sostituti Antonio Lepre e Teresa Valeria Grieco – nei confronti di 14 persone accusate, a vario titolo, di corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere, peculato, turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della Pubblica amministrazione e falso ideologico.
Tra i destinatari ci sono il sindaco, il vicesindaco-assessore ed un altro assessore del Comune di Fuscaldo (Cosenza), nonché un funzionario pubblico, imprenditori, un professionista ed altre persone. Complessivamente sono 20 le persone indagate. Disposto il sequestro di beni nei confronti di alcuni indagati e società, per un valore complessivo di 215 mila euro e applicata a due società la misura cautelare interdittiva del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per un anno.
L’operazione concluse le indagini della GdF di Paola sulla gestione di molti appalti pubblici ed affidamenti diretti del Comune di Fuscaldo che del Comune di Cosenza, afferenti “lavori, servizi e forniture” di valore complessivo pari ad oltre euro 7,5 milioni. Elemento di collegamento fra i due enti Locali cosentini era la figura di un funzionario, dipendente a tempo indeterminato al Comune di Cosenza ed autorizzato ad esercitare part-time le funzioni di responsabile di settore anche al Comune di Fuscaldo. Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di “un collaudato sistema corruttivo” e di “collusioni nella gestione della cosa pubblica”, radicate nei due Comuni ed alimentato da abituali condotte illecite poste in essere da pubblici ufficiali ed imprenditori, ai danni dei Comuni.