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Paesi Bassi al voto oggi, corsa al successore di Rutte

Paesi Bassi al voto oggi, corsa al successore di Rutte

K metro 0 – L’Aia – Le elezioni nei Paesi Bassi non erano così entusiasmanti da molto tempo, ma fare previsioni per le elezioni anticipate di oggi in Olanda, è impossibile. Si torna ai seggi, infatti, dopo la caduta a luglio dell’ultimo governo del liberal-conservatore Mark Rutte, che guidava il Paese ininterrottamente dal 2010. I

K metro 0 – L’Aia – Le elezioni nei Paesi Bassi non erano così entusiasmanti da molto tempo, ma fare previsioni per le elezioni anticipate di oggi in Olanda, è impossibile.

Si torna ai seggi, infatti, dopo la caduta a luglio dell’ultimo governo del liberal-conservatore Mark Rutte, che guidava il Paese ininterrottamente dal 2010. I sondaggi sono molto cambiati nelle ultime settimane, ma tutti danno tra il 15 e il 18 per cento i quattro partiti principali.. Gli osservatori tuttavia, si attendono un testa a testa. Secondo i pronostici tra i favoriti, per quella che sarebbe la prima vittoria, ci sono il 60enne Geert Wilders e il suo Partito per le Libertà (Pvv), forza populista di estrema destra. Protagonisti di quella che si annuncia come una corsa estremamente serrata, il Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd, del premier uscente), liberale e di destra, l’alleanza socialdemocratici-verdi di Frans Timmermans e il Nuovo Contratto Sociale (Nsc).

Dopo 13 anni di mandato, dunque, il primo ministro Mark Rutte non si candida più. Secondo i sondaggi, i quattro partiti sono praticamente in parità nella corsa alla sua successione. C’è grande frammentazione, i principali partiti non sono mai stati così piccoli. Nel 1989, quello più grande aveva ottenuto 54 seggi nel Parlamento dell’Aia. Al contrario, negli ultimi sondaggi prima di queste elezioni, nessun gruppo parlamentare ha ottenuto più di 28 seggi. Insomma,16 partiti hanno la possibilità di conquistare almeno un seggio, perché non esiste una soglia del 5%.

La seconda e più importante camera del Parlamento ha 150 membri; per la maggioranza sono necessari 76 seggi. Chiunque vinca le elezioni avrà probabilmente bisogno di tre partner. Questo rende difficile la formazione di un esecutivo.

Dopo la partenza di Rutte, l’Aia ha tremato, molti leader di partiti e gruppi parlamentari si sono dimessi e la democrazia ha cambiato testa. Pieter Omtzigt ha colmato il vuoto di personale. Il deputato 46enne aveva lasciato i cristiano-democratici e si era guadagnato una reputazione come investigatore nello scandalo dei sussidi per l’infanzia. Omtzigt ha l’immagine dell’affidabilità, era l’anti-Rutte, il critico del gabinetto e del potere. All’inizio sembrava inattaccabile per i suoi avversari: il 19% voleva votare per lui tre mesi fa. Questo avrebbe fatto di lui il vincitore delle elezioni. Ma poco prima il tasso di approvazione è sceso al 13%. Lo riferisce Zdf.

Sander Tordoir scienziato del think tank CER parla di “elettori fluttuanti”. A due giorni dalle elezioni, il 63 per cento non sa dove andrà a finire né dove segnerà la propria preferenza elettorale. Nei Paesi Bassi i legami comunitari sono da tempo ancora più bassi che in Germania: meno chiesa, meno sindacati.

Tre dei partiti che appaiono destinati a conquistare le prime quattro posizioni dell’ordine d’arrivo della competizione concordano a grandi linee su due necessità: quella di arginare nuovi flussi migratori, cominciando col restringere i criteri per l’accettazione delle richieste di asilo, e quella di rallentare la “transizione verde” al fine di non causare una recessione economica e costi sociali troppo alti per gran parte della popolazione.

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