K metro 0 – Madrid – Il Premier spagnolo Pedro Sánchez ha raggiunto, un accordo con Uniti per la Catalogna, la formazione indipendista catalana guidata da Carles Puigdemont, che gli permetterà di restare al potere. In cambio del loro appoggio al nuovo governo, Sánchez ha promesso una legge di amnistia che sta causando un’ondata di
K metro 0 – Madrid – Il Premier spagnolo Pedro Sánchez ha raggiunto, un accordo con Uniti per la Catalogna, la formazione indipendista catalana guidata da Carles Puigdemont, che gli permetterà di restare al potere. In cambio del loro appoggio al nuovo governo, Sánchez ha promesso una legge di amnistia che sta causando un’ondata di proteste nel paese. L’accordo tuttavia, se passerà l’esame al Congresso dei deputati, presumibilmente il 15 e 16 novembre prossimi, Sanchez dovrà fare i conti con gli impegni assunti con il partito indipendentista di Puigdemont.
“La stabilità della legislatura è subordinata all’avanzamento e alla realizzazione degli accordi raggiunti con il Psoe”, ha ammonito Puigdemont in alcune dichiarazioni a Bruxelles poco dopo l’ufficializzazione dell’accordo. Ha poi aggiunto che il patto è “soggetto a ispezione e controllo da parte di un meccanismo indipendente che non può essere catalano o spagnolo, deve essere internazionale”. Secondo quanto indicato in un passaggio del testo congiunto, si prevede la creazione di un “meccanismo internazionale” tra le due parti per “accompagnare, verificare e monitorare l’intero processo negoziale e gli accordi”. “Abbiamo lavorato instancabilmente per definire in un documento il quadro in cui ci relazioneremo d’ora in poi”, ha spiegato il leader indipendentista, aggiungendo che si sta “entrando in una fase senza precedenti”.
Nel testo sottoscritto si esprime la volontà di “aprire una nuova fase e contribuire a risolvere lo storico conflitto sul futuro politico della Catalogna, anche sulla base di posizioni divergenti”. Tra i punti dell’accordo, JxCat ha proposto la convocazione di un referendum di autodeterminazione sul “futuro politico della Catalogna”. Tuttavia, i socialisti hanno ribadito “l’ampio sviluppo dello Statuto del 2006 così come il pieno dispiegamento e il rispetto delle istituzioni di autogoverno e dell’unicità istituzionale, culturale e linguistica della Catalogna”. Nel testo dell’intesa, JxCat ha incluso anche la richiesta di stabilire “un’eccezione” per la Catalogna nella legge sul finanziamento delle comunità autonome, che “faciliti il trasferimento del 100 per cento di tutte le imposte pagate” al governo locale. Sulla futura legge di amnistia, uno dei punti più controversi e difficili delle trattative, l’ex presidente della Catalogna ha ammonito che “riguarderà chiunque abbia subito una persecuzione giudiziaria”. In questo senso, il testo dell’accordo indica che la futura legge includerà “sia i responsabili sia i cittadini che, prima e dopo il referendum del 2014 e quello del 2017, sono stati oggetto di decisioni o procedimenti giudiziari legati a questi eventi” fino al 2023. Se però JxCat considera “legittimo il mandato” del referendum del primo ottobre 2017, i socialisti negano “qualsiasi legalità e validità al referendum e alla dichiarazione”, mantenendo il loro “rifiuto di qualsiasi azione unilaterale”.
L’ufficializzazione dell’intesa ha reso incandescente il già teso clima politico che da mesi attraversa la politica spagnola. Il Partito popolare (Pp) e Vox hanno annunciato mobilitazioni nelle piazze e il ricorso a “tutti gli strumenti” che la giustizia mette a disposizione per rendere vana la legge d’amnistia. Per il leader popolare, Alberto Nunez Feijoo, con questo accordo la Spagna “ha perso”, mentre “i sostenitori dell’indipendenza stanno vincendo e il Partito socialista operaio spagnolo è scomparso, accusando Sanchez di “essere disposto a fare qualsiasi cosa per rimanere al potere”. Il presidente di Vox, Santiago Abascal, ha chiesto ancora una volta una “mobilitazione istituzionale nelle strade e la resistenza contro un governo che sta per essere investito da coloro che vogliono distruggere la nazione”. Le piazze di numerose città spagnole sono in fermento da giorni. In particolare, da una settimana la sede nazionale del Psoe in via Ferraz a Madrid è circondata da manifestanti, contenuti da un imponente dispiegamento delle forze di polizia. In alcune occasioni non sono mancati scontri con gli agenti. Una protesta che si prevede massiccia è stata annunciata per questa sera da Solidaridad, il sindacato di Vox, e ad essa si uniranno anche associazioni e semplici cittadini contrari alle “concessioni” ai partiti indipendentisti.
Il rischio palpabile è che il patto tra il Psoe e JxCat possa sfociare in atti di violenza come quello che è avvenuto oggi a Madrid. L’ex presidente del Pp in Catalogna, Alejo Vidal-Quadras, che è anche tra i fondatori di Vox, è stato raggiunto al volto da un colpo di pistola mentre camminava lungo una strada nei pressi del centro della capitale spagnola. L’autore dell’attentato è un uomo non ancora identificato. Vidal-Quadras è stato ricoverato in ospedale ma non è in pericolo di vita. Sanchez, insomma, si appresta a sottomettersi al voto del Congresso dei deputati in un clima di scontro e polarizzazione politica e sociale che ha pochi precedenti nella storia democratica del Paese.