K metro 0 – Tunisi – La mancanza di acqua in Tunisia non favorisce lo sviluppo del Paese e, “di fronte a risorse e forniture idriche irregolari, la gente cercherà altre fonti economiche e sociali, come l’esodo verso la capitale e le grandi città, o addirittura l’emigrazione”. Lo ha dichiarato l’ingegnere ed esperto di cambiamenti
K metro 0 – Tunisi – La mancanza di acqua in Tunisia non favorisce lo sviluppo del Paese e, “di fronte a risorse e forniture idriche irregolari, la gente cercherà altre fonti economiche e sociali, come l’esodo verso la capitale e le grandi città, o addirittura l’emigrazione”. Lo ha dichiarato l’ingegnere ed esperto di cambiamenti climatici, Hamdi Hached, all’emittente radiofonica “Mosaique Fm”, suggerendo una serie di misure da adottare, tra cui il rilascio di permessi per l’avvio di progetti di energia rinnovabile, di cui “solo il 4-5 per cento è sfruttato in Tunisia”. Hached ha anche menzionato la necessità di riesaminare la gestione dell’acqua orientata all’agricoltura, sottolineando che “il 62 per cento della terra tunisina è terreno agricolo”. Infine, l’esperto ha evidenziato l’urgenza di prepararsi a “una nuova difficile realtà che richiede un cambiamento di comportamento, dato che i cambiamenti climatici e le loro ripercussioni non scompariranno”.
Intanto, il tasso di riempimento delle dighe in Tunisia è diminuito del 30 per cento della capacità, attestandosi ieri, 7 novembre, a soli 533 milioni di metri cubi, uno dei livelli più bassi rispetto alla media di 762 milioni di metri cubi registrata negli ultimi tre anni. È quanto emerge dai dati pubblicati oggi dall’Osservatorio nazionale dell’agricoltura, secondo cui il tasso di riempimento della diga di Sejnane è del 33 per cento; della diga di Sidi Salem del 28 per cento; della diga di Sidi Saad del 24 per cento; della diga di Bir Mcharga del 19 per cento; delle dighe di Siliana e Bouhartema del 17 per cento; delle dighe di Joumine e Mallegue dell’11 per cento; delle dighe di El Houareb e El Hamma dello 0 per cento. Il caldo torrido, le scarse precipitazioni piovose e la mancanza di interventi infrastrutturali negli ultimi anni hanno avuto un profondo impatto sui bacini idrici tunisini, mettendo a repentaglio i raccolti.