fbpx

L’origine della vita nei frammenti dell’asteroide Bennu

L’origine della vita nei frammenti dell’asteroide Bennu

K metro 0 – Texas – A due settimane dall’annuncio (l’11 ottobre scorso) della scoperta di acqua e carbonio nei campioni rocciosi dell’asteroide Bennu portati a terra dalla missione OSIRIS-Rex (acronimo di Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification e Security–Regolith Explorer)  procedono le operazioni della NASA (l’agenzia spaziale USA) in un laboratorio speciale nel Texas. L’obiettivo

K metro 0 – Texas – A due settimane dall’annuncio (l’11 ottobre scorso) della scoperta di acqua e carbonio nei campioni rocciosi dell’asteroide Bennu portati a terra dalla missione OSIRIS-Rex (acronimo di Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification e Security–Regolith Explorer)  procedono le operazioni della NASA (l’agenzia spaziale USA) in un laboratorio speciale nel Texas.

L’obiettivo è verificare  se i frammenti dell’asteroide prelevati da OSIRIS-REx nell’ottobre del 2020 potranno aiutarci a fare luce sull’origine della vita sulla Terra, per capire se possa essere stata ‘seminata’ dall’impatto di corpi celesti simili all’asteroide.

Esiste infatti una teoria secondo cui asteroidi ricchi di carbonio e di acqua (simili a Bennu) potrebbero aver contribuito alla fornitura di componenti chiave per il  giovane sistema Terra circa 4,5 miliardi di anni fa. Da questi sarebbe  stata potenzialmente ottenuta l’acqua nei nostri oceani insieme ad  alcuni dei composti necessari per dare origine alla vita.

“Stiamo cercando di scoprire chi siamo, cosa siamo, da dove veniamo. Qual è il nostro posto in questa vastità chiamata Universo?” ha dichiarato l’amministratore della NASA, Bill Nelson, durante un briefing al Johnson Space Center, dove è ospitato il laboratorio dedicato. Il team della NASA  sta lavorando sui campioni raccolti dell’asteroide Bennu : 70,3 grammi di rocce e polvere (più dei 60 grammi che erano l’obiettivo minimo  della NASA).

Il contenitore del campione atterrato nel deserto dello Utah il 24 settembre è stato aperto, ma la sua camera interna utilizzata dalla navicella spaziale Osiris-Rex per immagazzinare i frammenti dell’asteroide per il viaggio di ritorno deve ancora essere completamente svuotata del suo contenuto e pesata.

Il team della missione ritiene che contenga circa 250 grammi in totale.  Per eseguire i loro esperimenti iniziali, gli scienziati del Johnson Space Center della NASA a Houston hanno utilizzato particelle fuoriuscite dalla camera interna, o Tag-Sam (meccanismo di acquisizione dei campioni Touch And Go).

La polvere è stata inserita in un microscopio elettronico a scansione e analizzata tramite spettroscopia infrarossa, diffrazione di raggi X e analisi degli elementi chimici. La tomografia computerizzata a raggi X (CT) è stata utilizzata per creare modelli 3D di particelle e guardare al loro interno. Uno dei risultati chiave è la presenza di una notevole quantità di carbonio.

La navicella spaziale Osiris-Rex ha raccolto i campioni di Bennu nell’ottobre 2020, utilizzando un’audace manovra di avvicinamento all’asteroide: un’operazione   eseguita a 330 milioni di km dalla Terra.

Ci sono voluti quasi tre anni perché la sonda della NASA tornasse a casa e depositasse  il suo prezioso carico in un poligono di addestramento a circa 130  km a ovest di Salt Lake City.

Una volta estratto il campione completo, una parte di esso verrà condivisa con oltre 200 ricercatori di tutto il mondo – compresi quelli dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Padova, Arcetri e Roma –  in attesa di ricevere i campioni per condurre ulteriori analisi.

L’équipe di Osiris-Rex mira a completare una serie di studi in tempo per riferirli alla 55esima Lunar and Planetary Science Conference (LPSC) di Woodlands (nel Texas) in programma dall’11 al 15 marzo 2024.

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: