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Iran-Usa, escalation della guerra in Medio Oriente

K metro 0 – Washington – L’escalation è il baratro da evitare. Washington, però, non può ignorare i segnali che arrivano da Teheran. L’Iran è il regista della ragnatela anti-Israele: Hamas, Hezbollah e Houthi, che dallo Yemen minacciano le navi israeliane. Gli Stati Uniti, in questo dedalo, sono esposti a minacce diverse ma riconducibili, alla

K metro 0 – Washington – L’escalation è il baratro da evitare. Washington, però, non può ignorare i segnali che arrivano da Teheran. L’Iran è il regista della ragnatela anti-Israele: Hamas, Hezbollah e Houthi, che dallo Yemen minacciano le navi israeliane. Gli Stati Uniti, in questo dedalo, sono esposti a minacce diverse ma riconducibili, alla fine, all’unica sorgente: l’Iran.

«Siamo preoccupati per una potenziale escalation. Infatti, quello che stiamo vedendo è un potenziale aumento significativo degli attacchi contro le nostre truppe e la nostra gente nella regione. Proprio per questo, faremo ciò che è necessario per proteggere le nostre truppe e far sì che abbiano le capacità per rispondere», dice il segretario della Difesa Usa, Isaac Austin, alla Abc. Altrettanto esplicite le parole del segretario di Stato, Antony Blinken: gli Stati Uniti vedono il «potenziale per un’escalation della guerra in Medioriente» a causa delle «azioni di chi agisce per conto dell’Iran», riporta l’Adnkronos.

E’ la risposta alla missiva che da Teheran, all’inizio della giornata, spedisce il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian: «La regione sarà fuori controllo» se non si mette «fine al genocidio nella Striscia di Gaza», dice. «Metto in guardia gli Stati Uniti e il loro rappresentante (Israele, ndr) che se non fermano immediatamente il crimine contro l’umanità e il genocidio a Gaza, tutto è possibile in qualsiasi momento e la regione andrà fuori controllo».

Intanto, Netanyahu avverte Hezbollah: «Israele pronto a distruggere il Libano».  Riflettori quindi su Gaza, con i raid israeliani che proseguono. Ma anche sul confine con il Libano, con lancio di razzi da Hezbollah e risposta israeliana. Alla fine della giornata, Netanyahu pone una sorta di ultimatum. Se i miliziani di Hezbollah decidono di «entrare in guerra» con Israele, la risposta delle forze armate sarà ”inimmaginabile” e per il Libano sarà la ”devastazione” totale. «Non posso dirvi in questo momento se Hezbollah deciderà di entrare in guerra a pieno titolo», dice Netanyahu incontrando militari israeliani schierati al confine con il Libano.

Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, arringa le truppe in una base aerea. Per sradicare Hamas da Gaza “potrebbe volerci un mese, potrebbero servirne due o tre. Ma alla fine Hamas non esisterà più». L’invasione di Gaza deve essere l’ultimo atto «per la semplice ragione che, dopo, Hamas non ci sarà più».

Intanto, il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto arrivato in Libano in una vista lampo. Nella base militare di Shamaa al sud del Paese, il ministro è stato accolto dal generale Giovanni Brafa Musicoro. Crosetto subito dopo andrà a Beirut per incontri con rappresentanti istituzionali libanesi.

«Continua lo sforzo della Difesa per prevenire un ulteriore deterioramento della situazione in Medio Oriente» spiegano le fonti della Difesa, aggiungendo che il ministro intende «accertarsi di persona delle condizioni di sicurezza, del morale e dell’attuale situazione del contingente». Si tratta di preservare la presenza dei militari italiani in Libano, per continuare a garantire la pace come è stato fatto finora ma tutelando la «loro sicurezza, considerando che in questa missione le regole di ingaggio prevedono una presenza di pace» ha detto il ministro riferiscono i media.

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Joseph Villeroy
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