K metro 0 – Taipei – “Il popolo di Taiwan rimarrà un popolo democratico e libero per le generazioni a venire”, ha dichiarato la scorsa settimana la presidente Tsai Ing-wen nel suo ultimo discorso per la festa nazionale prima di lasciare l’incarico di prima donna presidente democraticamente eletta. Il capo dell’assemblea legislativa di Taiwan, You
K metro 0 – Taipei – “Il popolo di Taiwan rimarrà un popolo democratico e libero per le generazioni a venire”, ha dichiarato la scorsa settimana la presidente Tsai Ing-wen nel suo ultimo discorso per la festa nazionale prima di lasciare l’incarico di prima donna presidente democraticamente eletta.
Il capo dell’assemblea legislativa di Taiwan, You Si-Kun, aveva rivendicato le stesse credenziali nel suo discorso di apertura: “L’Economist Intelligence Unit del Regno Unito classifica Taiwan come la prima democrazia in Asia e la decima nel mondo”.
Insomma, “Taiwan democratica” è diventato il messaggio al mondo per spiegare perché quest’isola autogovernata di 23 milioni di persone è importante e perché dovrebbe essere protetta dall’essere assorbita dalla Cina. Eppure, per essere una superpotenza da 800 miliardi di dollari di chip, Taiwan ha rari amici ufficiali.
Un tempo Taipei aveva un’alleanza militare con gli Stati Uniti e un seggio nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, era gestita come una dittatura anticomunista e poteva contare sul sostegno di regimi affini, da Seul a Santo Domingo, da Pretoria a Panama City.
Ora quegli amici dell’epoca della Guerra Fredda sono quasi tutti scomparsi. La minaccia per Taiwan è più grave che mai e Taipei ha un disperato bisogno di nuovi alleati. Questa sfida è stata messa in evidenza durante la cerimonia di martedì. Solo che non è ufficiale. Ne ha parlato la Bbc.
Di fatto Taipei si è affidata al suo libretto degli assegni per mantenere una lista di alleati in diminuzione, soprattutto sotto forma di aiuti e investimenti. Ma oggi il libretto degli assegni della Cina è più robusto di quello di Taiwan e la sua economia è molto più importante. Gli alleati che rimangono sono piccoli e poco utili per proteggere Taiwan da una Cina assertiva.
Forse non è una sorpresa che alle celebrazioni della giornata nazionale di martedì gli applausi più grandi siano stati riservati a due bande musicali in visita. Una veniva da Tokyo e l’altra da Los Angeles – Giappone e Stati Uniti, che sono ancora i due Paesi a cui Taiwan tiene di più e di cui ha più bisogno.
Anche dopo il cambio di riconoscimento, Washington ha continuato a sostenere silenziosamente Taiwan, vendendo all’isola armi per miliardi di dollari. La sua ambasciata non ufficiale a Taipei è un vasto complesso chiamato eufemisticamente “Istituto americano a Taiwan”.
Spaventata dalle incessanti esercitazioni militari della Cina ed esclusa dalle principali alleanze, Taiwan sta cercando di farsi nuovi amici, non solo per commerciare, ma anche per ottenere il sostegno di potenti organismi internazionali, in particolare dell’Unione europea.
La prova di una nuova amicizia è facilmente visibile nei supermercati di Taipei, che ora vendono qualcosa di piuttosto insolito in Asia: l’India Pale Ale di produzione lituana. Le importazioni di questa birra, insieme al rum e al cioccolato lituani, sono aumentate a Taiwan negli ultimi anni e Taipei ha persino annunciato un investimento di 10 milioni di dollari in Lituania per il prodotto taiwanese più pregiato: le patatine fritte.
Perché la Lituania? Forse il terreno più fertile per fare nuove amicizie è rappresentato dalle giovani democrazie dell’Europa orientale, luoghi che un tempo erano sotto il controllo di Mosca, ma che ora fanno parte della Nato e dell’Ue. La Lituania sta cercando di rafforzare la cooperazione pratica con Taiwan, una democrazia affine e un importante partner economico e tecnologico nella regione”.
Infine Formiche.net segnala che le ultime manovre militari di Pechino non hanno avuto il solito risalto mediatico, e questo non è un bene. Negli scorsi giorni, le forze armate taiwanesi hanno registrato diverse incursioni di velivoli cinesi nello spazio aereo dell’isola. Eppure, nessuna di queste manovre è stata rilanciata dal massiccio sistema mediatico della Repubblica Popolare.
Gli analisti taiwanesi hanno trovato un’unica spiegazione al riguardo: queste manovre non sono atte a trasmettere messaggi di sorta, ma sono vere e proprie esercitazioni, tramite le quali la People Liberation Army cerca di affinare le proprie capacità di mettere in pratica la prevista invasione dell’isola. Un’ulteriore riprova di questa ipotesi è individuabile nel fatto che a queste operazioni abbiano preso parte anche i velivoli da trasporto Y-20, inutili se si vuole apparire aggressivi e pericolosi, ma fondamentali per riuscire a estendere la distanza operativa oltre i limiti standard.