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Londra blindata: chi sventola bandiera di Hamas viene arrestato

Londra blindata: chi sventola bandiera di Hamas viene arrestato

K metro 0 – Londra – Chi sventola una bandiera di Hamas e incita alla violenza contro Israele sarà arrestato a Londra. La città si prepara ad una giornata ad alta tensione, con una manifestazione in sostegno alla Palestina. Nella capitale britannica scattano misure speciali, compresa la chiusura di 3 scuole ebraiche per motivi di

K metro 0 – Londra – Chi sventola una bandiera di Hamas e incita alla violenza contro Israele sarà arrestato a Londra. La città si prepara ad una giornata ad alta tensione, con una manifestazione in sostegno alla Palestina. Nella capitale britannica scattano misure speciali, compresa la chiusura di 3 scuole ebraiche per motivi di sicurezza, riferisce l’Adnkronos.

Le misure di sicurezza

La Metropolitan Police annuncia che sono stati schierati migliaia di agenti per vigilare sull’evento, che ufficialmente dovrebbe terminare nel pomeriggio. Nella manifestazione, come rende noto la Metropolitan Police, “chiunque esponga una bandiera di Hamas o di un’altra organizzazione terroristica sarà arrestato. Non tollereremo la celebrazione del terrorismo o qualsiasi incitazione alla violenza”.

La Metropolitan Police chiarisce che il sostegno alla Palestina, con l’esibizione di una bandiera palestinese, non costituisce di per sé un reato. “Tuttavia, ci sono specifiche situazioni in cui la presenza di una bandiera o di uno striscione, come l’uso di particolari parole, potrebbe essere interpretato come un atto di intimidazione. In alcune circostanze, potrebbe anche essere interpretato come l’intenzione di provocare molestie, allarme, problemi”.

Le foto strappate

Il clima teso a Londra è testimoniato anche dagli episodi avvenuti nelle ultime ore. Sui muri della capitale, come in altre città europee, sono state affisse le foto di uomini, donne e bambini rapiti da Hamas nell’attacco di sabato scorso. Le immagini contengono un appello alla comunità islamica, chiamata a fare pressioni per favorire la liberazione degli ostaggi e per contrastare la propaganda del movimento responsabile dell’attacco di una settimana fa. In alcuni casi, come documentano i video diffusi sui social e rilanciati dai media, le foto sono state platealmente strappate.

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