K metro 0 – Mosca – La posizione prudente della Russia nella guerra tra Israele e Hamas riflette la speranza del Cremlino di espandere il proprio peso in Medio Oriente agendo da paciere. Putin ha anche cercato di far passare le ostilità come un fallimento della politica statunitense e spera che esse siano una distrazione
K metro 0 – Mosca – La posizione prudente della Russia nella guerra tra Israele e Hamas riflette la speranza del Cremlino di espandere il proprio peso in Medio Oriente agendo da paciere.
Putin ha anche cercato di far passare le ostilità come un fallimento della politica statunitense e spera che esse siano una distrazione per Washington e i suoi alleati dal mantenere il sostegno militare all’Ucraina. Ha dichiarato che la guerra ha le sue radici nell’incapacità di creare uno Stato palestinese sovrano in linea con le risoluzioni delle Nazioni Unite, che ha definito una “grave ingiustizia”. Ha osservato che le politiche di insediamento di Israele hanno esacerbato la situazione. Ne ha riferito Associated Press.
Lo Zar ha così esortato il governo israeliano e Hamas a non prendere di mira i civili e sottolineato che deve essere fatto ogni sforzo per porre rapidamente fine alla guerra, che un’escalation comporterebbe gravi rischi.
Le dichiarazioni calibrate di Putin e dei suoi luogotenenti riflettono pertanto lo sforzo di Mosca di mantenere buoni legami sia con Israele sia con i palestinesi. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha sottolineato che Mosca deve mantenere un “approccio equilibrato” e parlare con entrambe le parti, osservando che queste dovrebbero permettere alla Russia di aiutare a mediare un accordo.
Mentre si candida come potenziale mediatore di pace, Mosca spera dunque che i combattimenti distraggano Washington e i suoi alleati dalla guerra in Ucraina e finiscano per erodere il sostegno occidentale a Kiev.
Peskov ha persino deriso il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, dicendo che deve sentirsi invidioso di come gli Stati Uniti siano ora costretti a concentrarsi sull’assistenza militare a Israele. Associated Press ricorda che per tutta la durata della Guerra Fredda, Mosca ha appoggiato con forza i palestinesi e gli altri alleati del mondo arabo contro Israele, fornendo loro sostegno militare e politico.
Nel 2015, Mosca ha inviato aerei da guerra e truppe al suo vecchio alleato, la Siria, collaborando con l’Iran per sostenere il regime del presidente Bashar Assad nel mezzo di una guerra civile. L’intervento russo ha permesso al dittatore siriano di recuperare il controllo sulla maggior parte del Paese e ha contribuito a espandere il peso di Mosca in Medio Oriente.
Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la Russia e Israele hanno ampliato gli scambi commerciali e altri contatti, rafforzando i legami di sicurezza. Più di 1 milione di persone dalla Russia e da altre parti dell’ex Unione Sovietica si sono trasferite in Israele, uno sviluppo che i funzionari russi e israeliani hanno descritto come un fattore importante per il consolidamento dei legami.
L’invasione dell’Ucraina da parte di Putin ha rappresentato una prova importante per le relazioni russo-israeliane. Le autorità israeliane hanno mantenuto una linea sottile, esprimendo il loro sostegno a Kiev ma rifiutandosi di fornirle armi. Molti israeliani sono stati però irritati dall’affermazione di Putin secondo cui Zelenskyy, un ebreo, era in realtà un neonazista. Il presidente russo ha anche elogiato gli sforzi di mediazione israeliani all’inizio dei combattimenti.
Il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha spiegato la riluttanza del suo governo a inviare equipaggiamenti militari a Kiev sottolineando la necessità di mantenere contatti di sicurezza con Mosca in Siria ed esprimendo il timore che le armi fornite all’Ucraina potessero finire in mani iraniane, una dichiarazione che ha irritato i funzionari ucraini.
Durante la Guerra Fredda, Mosca è stata, appunto, il principale sostenitore dei palestinesi, offrendo loro sostegno politico, economico e militare. L’Unione Sovietica forniva generosi sussidi, aiutava ad addestrare le forze palestinesi e le riforniva di armi.
Sebbene questi legami si siano indeboliti dopo il crollo dell’Unione Sovietica, quando il Cremlino si è concentrato sulle sfide interne, Putin si è mosso per rivitalizzarli. Mosca ha poi ripetutamente ospitato il leader palestinese Mahmoud Abbas, ma ha anche raggiunto Hamas. Diversi leader di Hamas hanno visitato Mosca, tra cui Ismail Haniyeh, che ha avuto colloqui con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov nel settembre 2022.
Le relazioni con l’Iran sono diventate ancora più strette durante la guerra in Siria, quando si sono alleati per sostenere il governo di Assad. In cambio, Mosca dovrebbe offrire all’Iran jet da combattimento avanzati e altre armi moderne. Anche se la Russia ha sostenuto Assad in Siria mentre i sauditi appoggiavano i suoi nemici, Mosca e Riyad sono riuscite a ridurre le loro differenze sulla Siria e ad ampliare la cooperazione su altre questioni.
Putin ha stretto infine forti legami personali anche con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e i due si sono avvicinati quando le relazioni tra Stati Uniti e Arabia Saudita si sono impantanate nelle dispute degli ultimi anni.
I legami di Putin con bin Salman hanno infine spianato la strada all’accordo OPEC+ per la riduzione della produzione di petrolio, guidato da Mosca e Riyadh, che ha contribuito a sostenere i prezzi del petrolio in calo a vantaggio dei Paesi produttori.