K metro 0 – Tel Aviv – Calma piatta al sorgere del sole. Poi il silenzio è rotto dal sibilo dei razzi, lanciati a migliaia sul territorio israeliano. E’ la “Tempesta al-Aqsa”: l’attacco su larga scala contro Israele sferrato, a sorpresa, da Hamas (acronimo di Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya) il Movimento Islamico di Resistenza, al potere
K metro 0 – Tel Aviv – Calma piatta al sorgere del sole. Poi il silenzio è rotto dal sibilo dei razzi, lanciati a migliaia sul territorio israeliano. E’ la “Tempesta al-Aqsa”: l’attacco su larga scala contro Israele sferrato, a sorpresa, da Hamas (acronimo di Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya) il Movimento Islamico di Resistenza, al potere dal 2007, che governa più di due milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza.
Una pioggia di razzi lanciati all’alba di sabato 7 ottobre, mentre i miliziani di Hamas attraversavano il confine della Striscia, ritenuto inviolabile, e attaccavano posizioni militari israeliane prendendo in ostaggio più di cento civili.
Secondo il portavoce dell’esercito israeliano, all’11 ottobre erano state uccise più di 1.200 persone e 2.700 ferite. Da parte palestinese, il Ministero della Sanità di Gaza ha segnalato 922 morti e “circa 4.650 feriti”.
Secondo Hamas, i razzi lanciati verso Israele sono stati 5.000, mentre l’esercito israeliano ne ha contati 3.000. Come mai così tanti? E’ la prima domanda che si pone ERlise Lambert di Franceinfo cercando di spiegare in che modo Hamas ha preparato il suo attacco massiccio contro Israele.
Lo scopo di quest’ampio dispiegamento, risponde, era saturare il sistema di difesa antiaereo israeliano (l'”Iron Dome”) che permette di abbattere missili in volo o razzi lanciati entro un raggio tra 4 e 70 km.
A causa del gran numero di razzi lanciati in breve tempo, il sistema antiaereo ha funzionato, ma si è rapidamente saturato, spiega Amélie Ferey, esperta dell’IFRI (l’Istituto francese di relazioni internazionali): “Alcuni razzi sono stati intercettati, ma altri hanno raggiunto il suolo israeliano”.
Mentre i razzi cadevano su Israele e le prime sirene d’allarme suonavano a Tel Aviv, a 60 chilometri da Gaza, i terroristi raggiungevano diversi punti al confine con Israele. In poche ore hanno attraversato diversi valichi: Erez, Kerem-Shalom e Kissufim, come riportato da BBC News. Un account Telegram di Hamas ha pubblicato immagini di propaganda che mostrano combattenti che attraversano la recinzione in motocicletta.
Secondo una fonte vicina ad Hamas e all’agenzia Reuters, una forza d’élite di 400 uomini ha effettuato infiltrazioni da terra terra, usando esplosivi per aprire brecce, che i bulldozer hanno allargato.
Combattenti su deltaplani e parapendii hanno sorvolato il confine. Un video di Hamas su Telegram mostrava un’unità che sembrava si stesse esercitando per l’assalto. Secondo Hamas, il gruppo ha utilizzato anche droni suicidi Zouari. Meno potenti di quelli israeliani, che però hanno già permesso ad Hamas di penetrare nello spazio aereo dello Stato ebraico.
La Striscia di Gaza è sotto blocco dal 2007. L’esercito israeliano controlla ingessi e uscite impedendo, in teoria, circolazione di armi. Solo che gli abitanti di Gaza, col tempo, le armi hanno imparato a fabbricarsele da soli e con pochi materiali”. Nel 2018, hanno utilizzato “aquiloni incendiari” per attaccare Israele.
Nel 2020, Ismaël Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas, ha dichiarato ad “Al-Jazeera” che i combattenti stavano fabbricando armi con i missili israeliani residuati della guerra del 2014 contro Gaza. Hamas recupera materiali rinvenuti dopo i bombardamenti di Israele sugli edifici. Ricicla cavi elettrici, tubi metallici o anche cemento sbriciolato: materiali di recupero che potrebbero essere stati utilizzati per costruire la rete di tunnel scavati sotto la Striscia vicino ai suoi confini, che serve probabilmente a trasportare materiali dall’estero.
Dal 2005, dopo il ritiro di Israele dalla Striscia, Hamas ha importato segretamente armi dai suoi alleati, Iran e Siria. Razzi, esplosivi e metallo vengono spediti dal Sudan tramite camion e poi trasportati attraverso il confine meridionale di Gaza con l’Egitto. Hamas avrebbe acquistato all’estero soprattutto razzi Fajr-3 e Fajr-5 dall’Iran e razzi M302 dalla Siria, secondo il “Washington Post”. Mentre dalla Russia, avrebbe ricevuto (come rivelato dai suoi dirigenti ad ad Al-Jazeera) missili anticarro Kornet via terra e via mare.
Insomma, si sapeva che Hamas disponeva di armi, ma è stata la loro quantità ad essere sottovalutata. Secondo l’ex ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Michael Herzog, Hamas potrebbe disporre dagli 8.000 ai 10.000 proiettili. Dal punto di vista tattico, Hamas sta oggi evolvendo verso una professionalizzazione delle sue forze, con un’artiglieria degna di un esercito convenzionale”, secondo David Khalfa, esperto del Medio Oriente presso della Fondazione Jean-Jaurès.
I miliziani, arruolati molto giovani, imparano a usare le armi e a combattere sotto gli occhi di tutti. Da tempo ormai Hamas si stava addestrando a operazioni come quella avviata il 7 ottobre scorso. E ha potuto approfittare dell’abbassamento della guardia di Benyamin Netanyahu a Gaza negli ultimi mesi per sferrare un attacco senza precedenti.
Ma non sarebbe stato solo in questi preparativi. Secondo il “Wall Street Journal”, che cita dirigenti di Hamas e Hezbollah libanesi, l’Iran avrebbe contribuito a pianificare l’attacco. I dettagli dell’operazione sono stati perfezionati quest’estate nel corso di diversi incontri a Beirut (Libano). Già in aprile l’Iran aveva annunciato che avrebbe mobilitato i suoi partner, compreso Hamas, per preparare attacchi contro Israele.
Ma il 10 ottobre l’Ayatollah Ali Khamenei (la Guida Sprema dell’Iran) ha negato qualsiasi coinvolgimento del suo Paese pur riaffermando il sostegno iraniano “alla Palestina”. Secondo Ali Barakeh, dirigente di Hamas in esilio, incontrato a Beirut dall’Associated Press, ha dichiarato che l’attacco è stato pianificato senza informare gli alleati. Solo un ristretto numero di comandanti conosceva l’“Ora X”, rivelando che quasi 2.000 membri di Hamas hanno preso parte ai combattimenti, su un esercito di 40.000 uomini nella sola Gaza.