K metro 0 – Vienna – Il numero di naturalizzazioni in Austria è sceso del 18,3% nella prima metà dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2022. “Il calo è dovuto soprattutto al minor numero di casi di naturalizzazione di vittime del nazismo e dei loro discendenti riportati finora”, ha dichiarato Tobias Thomas, direttore generale di
K metro 0 – Vienna – Il numero di naturalizzazioni in Austria è sceso del 18,3% nella prima metà dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2022. “Il calo è dovuto soprattutto al minor numero di casi di naturalizzazione di vittime del nazismo e dei loro discendenti riportati finora”, ha dichiarato Tobias Thomas, direttore generale di Statistics Austria, in un comunicato. La cittadinanza è stata difatti concessa a 6658 persone nel 2023, di cui 833 residenti all’estero. Lo riporta la testata Diepress.
La tendenza all’aumento delle naturalizzazioni osservata dal 2016 non si è quindi confermata, come mostrano i dati del primo trimestre del 2023. Finora, 806 persone sono state naturalizzate sulla base della norma in vigore dal 2020; 797 di loro vivono all’estero. Nella maggior parte dei casi si tratta di cittadini degli Stati Uniti, di Israele o del Regno Unito.
Le naturalizzazioni di residenti in Austria, invece, sono aumentate dell’1,5%. Il 28% dei naturalizzati nella prima metà dell’anno è nato in Austria e lo stesso numero ha meno di 18 anni. Scendendo in dettaglio, fra coloro che hanno ricevuto la cittadinanza nei primi sei mesi dell’anno ci sono 864 ex siriani, 540 turchi, 390 persone provenienti dalla Bosnia-Erzegovina e 362 con cittadinanza afghana.
In sei province federali, nel primo semestre del 2023 sono state naturalizzate più persone rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli aumenti relativi sono stati maggiori nel Burgenland (+25,9% a 141 naturalizzazioni), seguito da Stiria (+22,2% a 595), Bassa Austria (+21,7% a 1009) e Alta Austria (+14,8% a 869). Rispetto alla prima metà del 2022, sono diminuite le naturalizzazioni a Vienna (-14,8% a 1927), a Salisburgo (-14,0% a 239) e in Carinzia (-3,8% a 255).
Quasi due terzi di tutte le naturalizzazioni nella prima metà del 2023 sono avvenute sulla base di un diritto legale. Tra questi, 2816 persone sono state naturalizzate dopo almeno sei anni di residenza in Austria per: conoscenza comprovata della lingua tedesca e integrazione sostenibile, nascita in Austria), 806 perseguitati politici e loro discendenti, 333 persone per matrimonio con un austriaco e 211 persone per almeno 15 anni di residenza in Austria e integrazione sostenibile. Altre 477 persone hanno ricevuto la cittadinanza a discrezione (7,2%), tra cui 441 persone dopo almeno dieci anni di residenza.
Si apprende, intanto, che i lavori per trasformare la casa natale di Adolf Hitler in una stazione di polizia inizieranno il 2 ottobre. Lo ha dichiarato ieri alla France-Presse un portavoce del ministero degli Affari interni austriaco.
Nell’edificio “dal passato pesante” saranno installati “una stazione di polizia e un centro di formazione per operatori dei diritti umani”, dopo aver effettuato una “ristrutturazione architettonica”.
L’Austria ha deciso di non trasformare l’edificio in un sito commemorativo per evitare che il luogo in cui Adolf Hitler nacque il 20 aprile 1889 e in cui visse durante i suoi primi anni di vita diventi un luogo di pellegrinaggio neonazista.
L’obiettivo, secondo una commissione di esperti istituita dal governo austriaco nel 2016, è quello di “spezzare in modo duraturo il culto ad esso dedicato dai circoli estremisti”, ma anche gli storici hanno deciso di escludere la demolizione perché ritengono che l’Austria “debba confrontarsi con il suo passato”.
I lavori costeranno circa 20 milioni di euro, 15 milioni in più rispetto alle stime iniziali, e i nuovi occupanti dell’edificio dovrebbero trasferirsi entro il 2026.
La decisione è tuttavia controversa e il regista di un documentario sull’argomento, che uscirà alla fine del mese, ha chiesto di abbandonare l’idea, in quanto “realizza il desiderio dello stesso Hitler” di utilizzare le strutture a fini amministrativi, formulato in un articolo di giornale del maggio 1939.
Ricordiamo che l’Austria, annessa alla Germania nel 1938, ha un rapporto complesso con il suo passato. Dopo la Seconda guerra mondiale, il Paese è stato presentato come “la prima vittima del nazismo” e la complicità di molti austriaci nei crimini del Terzo Reich è stata negata, ma questa è una versione che è stata rivalutata criticamente dalla metà degli anni Ottanta.