K metro 0 – Baghdad – Entro i prossimi tre anni, il governo federale dell’Iraq conta di porre fine alla dipendenza dalle importazioni di idrocarburi dall’Iran. Lo ha dichiarato il primo ministro dell’Iraq, Mohammed Shia al Sudani, ieri, durante l’inaugurazione di una centrale elettrica nel governatorato sud-orientale di Maysan, come riferisce il quotidiano panarabo “Asharq
K metro 0 – Baghdad – Entro i prossimi tre anni, il governo federale dell’Iraq conta di porre fine alla dipendenza dalle importazioni di idrocarburi dall’Iran. Lo ha dichiarato il primo ministro dell’Iraq, Mohammed Shia al Sudani, ieri, durante l’inaugurazione di una centrale elettrica nel governatorato sud-orientale di Maysan, come riferisce il quotidiano panarabo “Asharq al Awsat”.
L’impianto, ha spiegato Sudani, ha una capacità produttiva stimata di 250 megawatt e contribuirà alla riduzione della spesa pubblica del governo federale iracheno, riducendo le importazioni di gas. “Il governo sta lavorando a più livelli, al fine di migliorare la rete elettrica del Paese”, ha spiegato Sudani, aggiungendo che “tutti i problemi causati dalla riduzione delle forniture iraniane sono stati regolati, con il saldo di tutti i debiti (legati alle importazioni di gas, ndr) e con un accordo che prevede l’invio di greggio all’Iran in cambio di gas destinato ad alimentare le centrali elettriche”. Inoltre, ha precisato il premier iracheno, i recenti accordi con la compagnia francese TotalEnergies e altre società internazionali consentirà all’Iraq di rendere più efficiente lo sfruttamento delle risorse di gas, arrestando anzitutto le perdite negli impianti.
Le dichiarazioni del premier iracheno Sudani sono giunte dopo l’annuncio da parte dell’agenzia di stampa iraniana “Irna” dell’inizio delle procedure di implementazione dell’accordo tra Teheran e Washington sullo scambio di prigionieri. Cinque prigionieri statunitensi, infatti, sono stati liberati, in cambio del rilascio, da parte degli Stati Uniti, di altrettanti prigionieri iraniani e dello sblocco degli asset della Repubblica islamica nelle banche della Corea del Sud e nella Banca commerciale irachena (Tbi), per un totale di dieci miliardi di dollari, congelati per effetto delle sanzioni. Secondo “Irna”, i prigionieri statunitensi non lasceranno l’Iran finché i fondi iraniani in Corea del Sud non saranno completamente trasferiti su un conto in Qatar, dopo essere passati, una volta convertiti in euro, per un conto svizzero. I fondi nella Tbi, invece, consentiranno a Baghdad di saldare i debiti accumulati con Teheran per le forniture di gas degli ultimi anni. In base all’accordo tra Iran e Usa, inoltre, dovrebbe prendere le mosse anche il processo per sbloccare i fondi della Repubblica islamica nelle banche europee.