K metro 0 – Nova – Washington – Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha detto al presidente cinese Xi Jinping, reduce dall’incontro con il presidente russo Vladimir Putin, di “stare attento”, dal momento che Pechino deve buona parte della sua economia agli investimenti realizzati dall’Occidente. “Gli ho detto, questa non è una minaccia, questa
K metro 0 – Nova – Washington – Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha detto al presidente cinese Xi Jinping, reduce dall’incontro con il presidente russo Vladimir Putin, di “stare attento”, dal momento che Pechino deve buona parte della sua economia agli investimenti realizzati dall’Occidente. “Gli ho detto, questa non è una minaccia, questa è un’osservazione”, ha riferito Biden nel corso di un’intervista alla “Cnn”. “Da quando la Russia è entrata in Ucraina, 600 società statunitensi si sono ritirate. Mi hai detto che la tua economia dipende dagli investimenti in Europa e negli Usa. Fai attenzione”, ha proseguito l’inquilino della Casa Bianca ricordando il colloquio con Xi. A marzo, Xi si è recato in visita a Mosca, per una due giorni di colloqui con Putin. Nei giorni scorsi il “Financial Times”, citando fonti riservate, dava conto di un presunto monito che Xi avrebbe rivolto all’omologo russo, circa l’uso del nucleare. Ricostruzione non confermata dagli interessati.
Intanto, Xi Jinping, ha invocato sforzi per accelerare l’innovazione e perseguire l’autosufficienza tecnologica nel quadro delle misure restrittive subite dagli Stati Uniti sul fronte dei semiconduttori. “Con il rapido sviluppo della tecnologia dell’informazione e l’emergere di tecnologie senza precedenti in qualsiasi momento, è necessario conferire al percorso dell’innovazione solide basi e contribuire al conseguimento di un’autosufficienza di alto livello in campo tecnologico”, ha dichiarato Xi durante un giro d’ispezione nella provincia orientale di Jiangsu. L’appello del capo di Stato cinese s’inserisce nel contesto della “guerra dei chip” combattuta da Washington e Pechino a colpi di reciproche restrizioni. Stati Uniti, Giappone e Paesi Bassi hanno infatti deciso di limitare le esportazioni di apparecchiature per la produzione di semiconduttori verso la prima potenza asiatica, con l’obiettivo di rallentarne lo sviluppo dei programmi militari e di tutelare la loro “sicurezza nazionale”. Le restrizioni da parte del Giappone interesseranno fino a sei diverse categorie di macchinari, tra cui quelli per la deposizione chimica, la litografia e la fotoincisione, mentre i limiti alle esportazioni imposti dai Paesi Bassi influenzeranno soprattutto le operazioni del colosso olandese Asml (Advanced Semiconductor Materials Lithography), specializzato nella produzione di microchip avanzati.