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Sisma Turchia-Siria: Fondazione Patrizio Paoletti, continuano gli interventi a lungo termine

Sisma Turchia-Siria: Fondazione Patrizio Paoletti, continuano gli interventi a lungo termine

K metro 0 – Roma – La Turchia e la Siria a quattro mesi dal sisma che ne ha devastato i territori stanno aspettando gli aiuti per la ricostruzione. La faglia che si è creata dopo le ripetute scosse è lunga 300 km. Il più forte terremoto che ha colpito la Turchia dal 1939 a

K metro 0 – Roma – La Turchia e la Siria a quattro mesi dal sisma che ne ha devastato i territori stanno aspettando gli aiuti per la ricostruzione. La faglia che si è creata dopo le ripetute scosse è lunga 300 km. Il più forte terremoto che ha colpito la Turchia dal 1939 a oggi, secondo fonti governative. Lo stesso governo che ha promesso di ricostruire le zone colpite entro la fine dell’anno in corso. Ma vista la devastazione da chi su quel territorio c’è stato subito dopo le scosse, ci vorrà un anno solo per disfarsi dalle macerie. Ad  Antiochia, città crocevia di culture e religioni, non si riconoscono più le strade, il centro storico è crollato, i palazzi rasi al suolo. “La città è diventata un luogo fantasma dove non si può ricostruire senza prima abbattere le macerie – ha raccontato Max, l’operatore umanitario di Fondazione Patrizio Paoletti, attiva sui territori colpiti da disastri naturali dal 2009 con team di esperti in psicopedagogia e ricerca neuroscientifica – la popolazione è stata completamente evacuata e tutti coloro che ne hanno avuto la possibilità sono scappati”. In città sono rimaste solo le famiglie senza possibilità economiche, con donne e bambini in grave disagio sociale. “I più colpiti sono i bambini – spiega Max – rimasti senza casa, senza scuola e senza riferimenti”.

Secondo le agenzie umanitarie non si erano mai raggiunti questi livelli di degrado e distruzione, soprattutto in Siria. Ma è in Turchia che è stato registrato il più alto numero di morti, più di 43mila. L’intervento della Fondazione Patrizio Paoletti, coordinato con Fondazione Albero della Vita e l’Anadolu University, è stato reso possibile attraverso l’attivazione di un ‘Fondo Emergenze’ alimentato dalle donazioni dei sostenitori, che ha portato direttamente sul territorio risorse umane qualificate. L’obiettivo è stato subito quello di fornire attività psicosociali di resilienza assistita, utilizzando efficaci procedure operative che hanno permesso di creare spazi sicuri per i bambini, dal punto di vista fisico ed emotivo. Attraverso laboratori specifici, i bambini hanno iniziato a esprimere le loro emozioni, diventando più capaci di superare disagi, ansie e traumi per riprendere nuovamente il proprio percorso di crescita. Gli spazi sicuri per i bambini (“Safe places for Children”) sono utilizzati dagli operatori per aumentare l’accesso dei bambini ad ambienti sicuri e promuovere il loro benessere psicosociale. Questi spazi offrono una serie di attività per i bambini, adatte a diverse fasce d’età; dai giochi ai laboratori strutturati sulla gestione delle emozioni e la promozione della resilienza. Attività educative e di apprendimento non formale, fondamentali per i piccoli il cui sviluppo è stato momentaneamente interrotto dalla crisi che stanno vivendo. Spesso i bambini sperimentano la paura, il dolore, la perdita e l’incertezza durante una crisi o un’emergenza, come il terremoto. È solo grazie alle donazioni, soprattutto quelle a lungo termine, che le fondazioni e le organizzazioni umanitarie possono continuare a lavorare sul posto, con le popolazioni colpite.

di Marco Benini

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