K metro 0 – Nova – Roma – Shavkat Mirziyoyev arriva oggi a Roma per la prima visita ufficiale condotta da un presidente dell’Uzbekistan in Italia da 23 anni a questa parte: nel lontano 2000 fu Islam Karimov, che sarebbe rimasto alla guida del Paese centrasiatico dall’indipendenza dall’Unione sovietica alla sua morte, nel 2016, a essere
K metro 0 – Nova – Roma – Shavkat Mirziyoyev arriva oggi a Roma per la prima visita ufficiale condotta da un presidente dell’Uzbekistan in Italia da 23 anni a questa parte: nel lontano 2000 fu Islam Karimov, che sarebbe rimasto alla guida del Paese centrasiatico dall’indipendenza dall’Unione sovietica alla sua morte, nel 2016, a essere ricevuto dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
A Roma il leader uzbeco, che di Karimov è stato il diretto successore, vedrà nella giornata di domani il capo dello Stato Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. In agenda, riferisce l’agenzia di stampa “Uza”, “le questioni riguardanti l’ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali e la cooperazione pratica nelle aree considerate prioritarie, oltre a scambi di opinioni sulle principali questioni al centro dell’agenda internazionale”. Sul tavolo, come “Agenzia Nova” ha appreso da fonti diplomatiche uzbeche, c’è anche la possibile firma di 16 accordi di cooperazione, uno dei quali impegna i due governi a elevare i rapporti bilaterali al rango di partenariato strategico. È un punto su cui ha insistito in particolare la parte uzbeca, che lo scorso anno ha firmato una simile intesa con l’Ungheria: l’Italia, nella visione di Tashkent, può diventare una forza motrice per il consolidamento dei legami tra l’Uzbekistan e l’Europa, e anche farsi portatrice della voce dell’Asia centrale al G7, di cui Roma avrà il prossimo anno la presidenza di turno.
Lo ha spiegato la scorsa settimana Eldor Aripov, direttore dell’Istituto per gli studi strategici e regionali (Isrs) di Tashkent, in occasione di una conferenza alla Società italiana per l’organizzazione internazionale (Sioi). Due sono i temi che Tashkent ha l’esigenza di portare all’attenzione della comunità internazionale: l’Afghanistan (“non bisogna ripetere gli errori del passato e dimenticarsi del Paese, che con la crisi umanitaria in corso rischia di diventare nuovamente terreno florido per il terrorismo”, ha osservato Aripov) e i cambiamenti climatici (“in Asia centrale – è sempre il direttore dell’Isrs a parlare – le temperature crescono in maniera molto più veloce rispetto al resto del mondo”). È tuttavia soprattutto la dimensione economica a dominare le relazioni tra Italia e Uzbekistan. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha già incontrato a Palazzo Piacentini il vice premier e ministro degli Investimenti e del Commercio estero uzbeco, Jamshid Khodjaev. Al centro del colloquio tra Urso e Khodjaev, si legge in un comunicato, il rafforzamento della collaborazione in settori strategici quali energia, trasporti, infrastrutture, farmaceutica, agricoltura e metallurgia ma anche beni di consumo come arredamento, prodotti tessili e settore automobilistico. Le parti hanno sottolineato la necessità di creare condizioni vantaggiose per l’incremento e la protezione degli investimenti reciproci, anche attraverso una maggiore partecipazione in progetti economici bilaterali da parte di organizzazioni come Cassa depositi e prestiti (Cdp) e il Fondo per la ricostruzione e lo sviluppo dell’Uzbekistan.
Al momento l’Italia è il terzo partner commerciale dell’Uzbekistan nell’Ue dopo Germania e Lituania. Sebbene le cifre dell’interscambio siano relativamente modeste, poco più di mezzo miliardo di dollari l’anno, la tendenza è in forte crescita e ha visto il volume degli scambi raddoppiare negli ultimi sei anni e crescere del 33 per cento tra il 2021 e il 2022. Il numero di imprese italiane attive nel mercato uzbeco è inoltre raddoppiato negli ultimi anni. L’Uzbekistan necessita di una crescente quantità di beni, servizi e di know-how per proseguire nella diversificazione dell’economia, mentre la posizione geografica e la stabilità che lo hanno finora caratterizzato pongono il Paese nelle condizioni ideali per divenire un importante hub regionale in un’area asiatica impegnata in grandi progetti infrastrutturali di sviluppo. In quest’ottica, Urso ha ricordato il grande impegno che l’Italia sta mettendo in campo per migliorare le condizioni operative per imprese e investitori stranieri, in particolare nei rapporti con le pubbliche amministrazioni. La creazione di uno sportello unico, l’introduzione di un tutor che accompagna le imprese nel loro percorso, la realizzazione di corsie specializzate per investimenti superiori ai 400 milioni sono altrettante carte che l’Italia sta predisponendo per attrarre capitali.
“È stato un incontro particolarmente significativo – ha sottolineato il ministro delle Imprese e del Made in Italy – in cui abbiamo esaminato i campi in cui sarà possibile rafforzare i nostri rapporti economici e commerciali mettendo in luce le reciproche potenzialità. L’Uzbekistan è un Paese caratterizzato da una notevole crescita economica e demografica e che riveste un ruolo sempre più importante in un’area fondamentale per l’Italia e l’intera Europa”. Gli stessi temi saranno al centro degli incontri che Mirziyoyev avrà venerdì 9 giugno a Milano, dove – oltre a un colloquio con il governatore della Lombardia, Attilio Fontana – il presidente uzbeco avrà una riunione con i vertici di alcune delle più importanti compagnie italiane.
Appuntamento, questo, che farà seguito al business forum ospitato da Confindustria il 6 giugno scorso. L’evento, cui hanno preso parte oltre 90 aziende uzbeche e 215 imprese e associazioni imprenditoriali italiane, è stato aperto dal viceministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli, secondo cui le relazioni tra i due Paesi sono “eccellenti” e riceveranno senza dubbio un forte impulso dalla visita di Mirziyoyev. Cirielli ha fatto riferimento ai frequenti contatti delle ultime settimane – il colloquio tra il ministro degli Esteri Antonio Tajani e l’omologo Bakhtiyor Saidov, quello tra lo stesso Cirielli e il ministro degli Investimenti e dell’Industria Laziz Kudratov, la visita a Tashkent del ministro della Difesa Guido Crosetto – e al “positivo andamento dell’interscambio commerciale” con un mercato, quello uzbeco, che “si sta affermando quale piattaforma strategica per il nostro sistema imprenditoriale in Asia centrale”.
Prima di partire per l’Italia Mirziyoyev, che nella sua tappa romana avrà anche un incontro con il direttore generale della Fao Qu Dongyu, ha preso parte al vertice Unione europea-Asia centrale a Cholpon Ata, in Kirghizistan. La regione centrasiatica, ha detto nell’occasione, è oggi “un centro di gravità” per le compagnie e le banche europee, “uno spazio ricco di nuove opportunità”. “Il nostro commercio con l’Unione europea sta crescendo costantemente: lo scorso anno l’interscambio è aumentato del 20 per cento, ma dall’inizio di quest’anno stiamo assistendo a una crescita di quasi il 70 per cento”, ha ricordato Mirziyoyev. Secondo il presidente uzbeco, la realizzazione di corridoi di trasporto è un “fattore chiave” per una crescita economica sostenibile. “A questo proposito – ha osservato – è essenziale unire gli sforzi per sviluppare una connettività di trasporti e comunicazione tra Asia centrale ed Europa, a partire dal cosiddetto Corridoio di mezzo, la Rotta internazionale di trasporto transcaspica”. Il riferimento è a una rete di linee ferroviarie e marittime che collega la Cina all’Europa aggirando la Russia e passando per l’Asia centrale, il Caspio, il Caucaso e il Mar Nero. L’Italia è uno dei possibili terminali a Occidente. “Sfortunatamente – ha notato il capo di Stato – resta irrisolto il principale problema, che è l’assenza di un approccio coordinato per migliorare la competitività di questa rotta. Abbiamo bisogno di dazi che siano di beneficio per le imprese, che generino un grande volume di traffico merci”. Mirziyoyev ha anche auspicato la finalizzazione, quanto prima, dell’Accordo di partenariato rafforzato e cooperazione tra Uzbekistan e Ue, e ha proposto l’organizzazione di fiere annuali industriali e tecnologici nel quadro del Forum economico Asia centrale-Unione europea. Altri spazi di cooperazione, ha aggiunto, riguardano per esempio il turismo e le accademie, così come la sicurezza e la lotta al terrorismo. “A questo proposito, proponiamo di tenere una conferenza a livello di esperti sul tema ‘Una nuova agenda per la cooperazione di sicurezza’”, ha detto Mirziyoyev, facendo riferimento in particolare al deterioramento della situazione in Afghanistan.