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L’America Latina corregge la sua rotta in direzione sino-russa

L’America Latina corregge la sua rotta in direzione sino-russa

K metro 0 – Nova – Caracas – Forte di una ritrovata coesione politica tra governi di sinistra, e con al timone il Brasile del presidente Luiz Inacio Lula da Silva, l’America Latina scivola sempre più nell’orbita di Cina e Russia. Un percorso che potrebbe ulteriormente definirsi con il vertice della Nuova banca di sviluppo (Ndb),

K metro 0 – Nova – Caracas – Forte di una ritrovata coesione politica tra governi di sinistra, e con al timone il Brasile del presidente Luiz Inacio Lula da Silva, l’America Latina scivola sempre più nell’orbita di Cina e Russia. Un percorso che potrebbe ulteriormente definirsi con il vertice della Nuova banca di sviluppo (Ndb), il “braccio finanziario” del gruppo dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), in corso tra oggi e domani a Shanghai. Il consiglio direttivo della Ndb esamina infatti tra le altre cose l’attivazione di un meccanismo finanziario proposto da Lula, che potrebbe rivelarsi di grande aiuto per l’Argentina, Paese esterno al blocco ed ostaggio di una crisi economica che morde le finanze pubbliche a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Alla vigilia del vertice, lo stesso Lula ha accolto l’omologo del Venezuela, Nicolas Maduro, promettendogli il sostegno a un eventuale ingresso nel gruppo dei Brics.

“La prossima riunione del Brics per me sarà la prima dopo molti anni. So che ci sono molti Paesi che hanno manifestato interesse a far parte del blocco. Non dipende da me, perché è una riunione collegiale, ma se mi chiedete se sono a favore dell’ingresso del Venezuela, rispondo di sì”, ha detto Lula al termine di un incontro che ha suggellato la definitiva ripresa dei rapporti politici, dopo i rigori risalenti alla presidenza di Jair Bolsonaro. Maduro, da parte sua, ha salutato con favore l’ipotesi di “essere parte della nuova geopolitica mondiale nata a seguito del conflitto (tra Russia e Ucraina) che ha visto nascere nuovi centri di potere politico economico, sociale, militare”. L’ingresso di Caracas nel gruppo è cosa tutt’altro che scontata ma nella manovra del Brasile echeggia l’aspirazione della Ndb, più volte ribadita, di sfidare la concorrenza del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca Mundiale (Bm), quale attore protagonista della scena finanziaria internazionale.

Per soccorrere l’Argentina, il Brasile propone alla Ndb di concedere a un Paese del gruppo Brics crediti a tassi molto agevolati per programmi utili ad approfondire le relazioni commerciali con un Paese terzo. Nello specifico, sarebbe lo stesso Brasile a ricevere i fondi – a costi più che sostenibili – e usarli per garantire programmi di sostegno all’esportazione o agli investimenti in Argentina. Buenos Aires ha bisogno di importare beni, soprattutto strumentali, ma il governo mette grossi freni all’uscita del dollaro, per preservare le scarse riserve utili a manovrare sull’inflazione, in una situazione economica già penalizzata dalla siccità che ha piegato l’agricoltura. Brasilia, che non vuole perdere un mercato di destinazione cruciale, potrebbe anticipare agli esportatori gli incassi sulle vendite. Una manovra che realizzandosi direttamente in real, finirebbe inoltre per togliere protagonismo al dollaro.

Si tratta di un meccanismo complesso, soprattutto perché comporterà un cambio nello statuto dell’organismo. Il che, in ultima istanza, significa avere il via libera di tutti gli azionisti del gruppo: se il presidente della Cina, Xi Jinping, ha fatto sapere di essere disponibile, dai presidenti di Russia, India e Sudafrica – rispettivamente Vladimir Putin, Narendra Modi e Cyril Ramaphosa – non sono arrivati ancora pronunciamenti concreti. Per sostenere la proposta, grazie all’invito di Rousseff, a Shanghai si è presentato Sergio Massa, l’attivissimo ministro argentino dell’Economia, impegnato a ricorrere il mondo per cercare soluzioni alla asfissiante crisi del debito nazionale. Un’agenda che gli ha permesso di avere contatti stretti anche con gli altri ministri economici del Brics. È possibile che chiuso il vertice, Massa e l’omologo brasiliano, Fernando Haddad, si trovino per fare il punto e valutare quali passi operare.

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