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Il Cile intende nazionalizzare la sua vasta industria del litio

Il Cile intende nazionalizzare la sua vasta industria del litio

K metro 0 – Santiago del Cile – Il Presidente cileno Gabriel Boric ha dichiarato ieri che intende nazionalizzare l’industria del litio del Paese per rilanciare l’economia e proteggere l’ambiente. Il Cile è il secondo produttore mondiale del metallo essenziale per le batterie dei veicoli elettrici. La decisione trasferirebbe il controllo delle vaste attività cilene

K metro 0 – Santiago del Cile – Il Presidente cileno Gabriel Boric ha dichiarato ieri che intende nazionalizzare l’industria del litio del Paese per rilanciare l’economia e proteggere l’ambiente. Il Cile è il secondo produttore mondiale del metallo essenziale per le batterie dei veicoli elettrici.

La decisione trasferirebbe il controllo delle vaste attività cilene del litio dai giganti dell’industria SQM e Albemarle a una società statale separata. Insomma, una nuova sfida per i produttori di veicoli elettrici che si affannano a cercare materiali per le batterie, mentre un numero sempre maggiore di Paesi cerca di proteggere le proprie risorse naturali. L’anno scorso, ad esempio, il Messico ha nazionalizzato i depositi di litio e l’Indonesia ha vietato nel 2020 le esportazioni di minerale di nichel, un materiale chiave per le batterie.

“Questa è la migliore opportunità che abbiamo per passare a un’economia sostenibile e sviluppata, non possiamo permetterci di sprecarla”. ha dichiarato Boric, un uomo di sinistra che ha vinto le elezioni nel dicembre 2021 con l’obiettivo dichiarato di rivedere il modello economico cileno orientato al mercato. I futuri contratti per il litio, dunque, saranno emessi solo attraverso una partnership pubblico-privato con il controllo dello Stato. Ne ha riferito Euractiv.

I contratti attuali saranno così rispettati, ma Boric spera che le aziende siano aperte alla partecipazione dello Stato prima della loro scadenza, riferendosi indirettamente a Albemarle e SQM, rispettivamente primo e secondo produttore di litio al mondo. Il contratto di SQM scadrà nel 2030 e quello di Albermarle nel 2043.

Albemarle ha già comunicato che l’annuncio non avrà “alcun impatto materiale sulla nostra attività” e che continuerà i colloqui per investire in un’ulteriore crescita e nell’utilizzo di nuove tecnologie in Cile. SQM non ha invece commentato.

Il produttore sudcoreano di batterie SK On, che ha un contratto di fornitura a lungo termine con SQM, ha invece fatto sapere che avrebbe monitorato gli sviluppi e risposto con una visione a lungo termine.

L’annuncio del Cile non ha provocato tuttavia un’inversione di tendenza nei prezzi del litio, che da novembre sono crollati di oltre il 70% a causa dell’indebolimento della domanda di veicoli elettrici in Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo.

“Quando o se i produttori di batterie rinnoveranno i loro contratti con le aziende di litio in Cile, le condizioni contrattuali diventeranno probabilmente più difficili di quelle viste in passato, quando non c’era il coinvolgimento dello Stato”, ha commentato Cho Hyunryul, analista di Samsung Securities. Boric ha però affermato di voler avviare un dialogo con le comunità, le aziende e i legislatori per creare una società del litio di proprietà dello Stato e di voler chiedere l’approvazione del piano al Congresso nella seconda metà dell’anno.

Il Congresso ha tuttavia ostacolato fin qui molte delle proposte più ambiziose del premier e all’inizio di marzo ha accantonato una proposta di legge di riforma fiscale. La società statale Codelco, il più grande produttore di rame al mondo, sarà incaricata a quel punto di trovare la strada migliore per la partecipazione del governo all’estrazione del litio.

La Codelco e la società mineraria statale Enami otterranno contratti di esplorazione ed estrazione nelle aree in cui sono presenti progetti privati prima che venga costituita la società nazionale del litio. Ci sarà una divisione dedicata all’avanzamento della tecnologia per ridurre al minimo l’impatto ambientale, anche favorendo l’estrazione diretta del litio rispetto ai bacini di evaporazione. Boric ha poi aggiunto che il Paese cercherà di proteggere la biodiversità e di condividere i benefici dell’estrazione con le comunità indigene e circostanti.

Intanto, martedì la Camera del parlamento cileno ha approvato a stragrande maggioranza la riduzione dell’orario lavorativo nel paese da 45 a 40 ore alla settimana. La proposta di legge era già stata approvata in Senato la settimana scorsa e prevede che l’orario di lavoro venga gradualmente ridotto fino a 40 ore settimanali entro cinque anni. Per diventare legge dovrà solo essere firmata dal presidente, che molto probabilmente lo farà entro il prossimo primo maggio, la festa internazionale dei lavoratori.

foto@afp

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