K metro 0 – Roma – A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, l’energia e la sicurezza energetica continuano a essere in cima alle agende politiche internazionali e a occupare le prime pagine di tutta Europa. In questo contesto, emerge sempre più chiaramente il ruolo del Mediterraneo come nuovo hub energetico: a fronte della
K metro 0 – Roma – A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, l’energia e la sicurezza energetica continuano a essere in cima alle agende politiche internazionali e a occupare le prime pagine di tutta Europa. In questo contesto, emerge sempre più chiaramente il ruolo del Mediterraneo come nuovo hub energetico: a fronte della necessità di diminuire la dipendenza dal gas russo e diversificare le fonti di approvvigionamento, oggi si guarda alla recente scoperta dei giacimenti al largo delle coste di Egitto e Israele, nonché al potenziale della Libia e alle riserve dei paesi del Golfo.
Gli attuali mercati europei del gas naturale stanno ancora guardando a livelli di prezzo molto alti, mentre la domanda è ancora al di sotto dei livelli storici e l’offerta potrebbe essere colpita dagli aumenti della domanda asiatica. Dall’invasione russa dell’Ucraina, le precedenti strategie e capacità di importazione di gas naturale liquefatto (GNL) in Europa sono cambiate radicalmente. Entro un anno i paesi europei, in particolare Germania, Francia, Paesi Bassi e, ora finalmente, Italia avranno messo in atto un’ampia gamma di nuove capacità di rigassificazione di GNL per consentire l’aumento delle importazioni sui mercati. Grazie alla disponibilità di volumi di GNL negli Stati Uniti, una vera crisi energetica europea è stata evitata anche se le oscillazioni generali dei prezzi hanno causato un drastico calo della domanda e problematiche per le industrie ad alta necessità energetica. Per evitare che ciò accada di nuovo, è in fase di pianificazione una capacità di importazione aggiuntiva di GNL, poiché la capacità di importazione dell’Europa dovrebbe aumentare da 270 miliardi di metri cubi nel 2022 a 400 miliardi di metri cubi nel 2030. Anche se la ragione principale alla base di questa drastica espansione della capacità di importazione è chiara, la sicurezza di l’approvvigionamento energetico, il quadro nel 2030 potrebbe essere più a rischio di quanto attualmente indicato da politici e operatori di mercato. In un nuovo rapporto dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), indica che il 60% della capacità totale nel 2030 potrebbe essere inutilizzato, poiché la domanda dovrebbe essere ridotta. In questo scenario, come ha affermato l’IEEFA, verrà utilizzato solo il 36% della capacità totale. La maggior parte della “crisi 2030” dovrebbe affacciarsi in Spagna, Turchia e Regno Unito.
Per alcuni esperti c’è il rischio che l’Europa debba bilanciare attentamente i suoi “sistemi gas” per evitare la situazione di ridondanza. I politici europei e i mercati dovrebbero fare un nuovo esame della situazione. La capacità totale di importazione di GNL, pianificata e già in atto, sarà di circa 400 miliardi di metri cubi nel 2030, mentre il consumo complessivo di gas in Europa nel 2021 (prima dell’aggressione in Ucraina) era di 413 miliardi di metri cubi e si prevede che la domanda totale di gas (gasdotti-GNL) sarà di circa 390 miliardi di metri cubi nel 2030. Quest’ultima potrebbe essere anche molto inferiore, se i piani dell’UE attualmente in fase di attuazione ridurranno l’utilizzo di gas all’interno del continente del 30-33% entro il 2030.
Allo stesso tempo, emergono informazioni secondo cui le importazioni di GNL russo in Europa stanno di nuovo aumentando notevolmente. Mentre l’80% del gas totale del gasdotto russo verso l’Europa appare rimosso dal mercato, le importazioni russe di GNL sono aumentate del 12% nel 2022, raggiungendo i 20,2 miliardi di metri cubi. Mentre i media e i politici hanno osservato il ruolo crescente del GNL statunitense e del Qatar, la Russia è silenziosamente il terzo esportatore di GNL in Europa. Il più grande importatore di GNL dell’UE è la Francia, con 35,7 miliardi di metri cubi, di cui 7,4 miliardi di metri cubi provenienti dalla Russia. Le importazioni spagnole di GNL hanno raggiunto i 29,5 miliardi di metri cubi nel 2022, con 5,2 miliardi di metri cubi dalla Russia.
Quando si prendono a confronto i dati del 2022, Francia e Belgio hanno aumentato l’importazione di GNL russo del 58%, seguiti dalla Spagna che mostra un aumento del 50%. L’unico a tagliare drasticamente le importazioni russe di GNL è il Regno Unito, poiché quest’ultimo ha deciso nell’aprile 2022 di interrompere le importazioni di gas russo. Nel 2022 la Turchia, ha iniziato a importare GNL da Russia. ll quadro delineato è piuttosto desolante, ma le minacce stanno emergendo anche ad altri livelli. La Cina Popolare e l’India sono tornate di nuovo nel mercato del GNL. Anche se le importazioni totali di GNL dall’Europa nel 2023 non sono ancora direttamente minacciate e una nuova crisi energetica non è imminente, è prevedibile anche una rinnovata pressione sul mercato anche perché’ la maggior parte degli europei scommette su uno scenario invernale mite e una domanda inferiore. Ci potrebbe essere il rischio che le richieste energetiche asiatiche con contratti a lungo termine, abbastanza allettanti anche per i produttori statunitensi, facciano convergere fuori Europa il baricentro del mercato e, molto presto, i volumi di GNL arriverebbero molto ridotti sulle coste europee e anche aspettarsi che gli impianti di rigassificazione del GNL possano essere utilizzati per le importazioni di idrogeno verde prima del 2030 è davvero, secondo gli esperti, credere nei miracoli.
La NATO Defence College Foundation apre una finestra sul futuro energetico mediterraneo, convocando a Roma , il 29 marzo, 18 esperti internazionali provenienti dalle istituzioni più rilevanti del settore che affronteranno in 3 sessioni alcuni dei temi cruciali: è possibile realizzare un mercato euro-mediterraneo integrato? Quali sono le politiche e le infrastrutture necessarie? Quali implicazioni per la sicurezza e la cooperazione nella regione?
Il primo panel inquadrerà lo scenario energetico attuale nel bacino del Mediterraneo; il secondo, ci si concentrerà sulle politiche dell’energia e il loro possibile ruolo nel processo di normalizzazione che sta interessando sempre più paesi del Medio Oriente e del Nord Africa; il terzo entrerà nel merito degli aspetti infrastrutturali ed economici: come collegare concretamente le sponde Nord e Sud del Mediterraneo? Come assicurare una cornice di cooperazione regionale? E quali conseguenze per la sicurezza dell’area? Il tutto corredato dall’intervento speciale del Direttore Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza del MAECI, l’Ambasciatore Pasquale Ferrara, e da quello conclusivo del Responsabile Sicurezza Globale di Eni, Alfio Giuseppe Rapisarda.
I lavori si terranno in inglese e verranno trasmessi anche in diretta streaming Zoom, link disponibile a breve, dall’Hotel Cavalieri Waldorf Astoria di Roma. Per ulteriori informazioni visitare il sito della NDCF o contattare l’indirizzo ndcf.pressmediarelations@gmail.com
Generale Giuseppe Morabito
Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation (NDCF)