K metro 0 – Madrid – “Conosce personalmente donne che, in qualche momento della loro vita, abbiano subito un’aggressione sessuale?”: il 21,7% delle intervistate ha risposto, “Si, io stessa”. E’ quanto emerge da un recente sondaggio condotto in Spagna dal Centro per le Ricerche Sociologiche (Cis), mentre ancora si discute sulla “Ley de libertad sexual”,
K metro 0 – Madrid – “Conosce personalmente donne che, in qualche momento della loro vita, abbiano subito un’aggressione sessuale?”: il 21,7% delle intervistate ha risposto, “Si, io stessa”. E’ quanto emerge da un recente sondaggio condotto in Spagna dal Centro per le Ricerche Sociologiche (Cis), mentre ancora si discute sulla “Ley de libertad sexual”, approvata alla fine dello scorso agosto.
Il 21,7% delle donne adulte in Spagna (circa 3,5 milioni) ammette dunque di aver subito qualche violenza sessuale nel corso della propria vita.
Più comunemente nota come la “Ley del solo sì es sì”, la “Ley de libertad sexual”, è un provvedimento volto a proteggere meglio le donne da comportamenti sessuali inappropriate. Come quello, molto diffuso soprattutto tra le mura domestiche, di costringere “il/la proprio/a compagno/a sentimentale ad avere rapporti sessuali”.
Alla domanda “Fino a che punto si può considerare accettabile o meno forzare il proprio partner?”, il 76% degli intervistati ha risposto che si tratta di una condotta inaccettabile anche dal punto di vista penale, mentre il 20,3% la considera sempre “inaccettabile, ma non perseguibile dalla legge”.
“Solo sì es sì”: solo un sì chiaro e netto è un sì. In Spagna, prima dell’approvazione di questa legge, se una donna non si opponeva, in modo deciso ed esplicito, ad un atto sessuale questo non veniva considerato “stupro” ma “abuso”, generando quindi un’impossibilità di difesa concreta in ambito legale e giuridico. Oggi, grazie a questa nuova legge, nessuna donna dovrà mai più dimostrare di essersi difesa fisicamente per dimostrare di essere stata vittima di abuso sessuale.
L’indagine del CIS si basa su 2.509 interviste telefoniche effettuate in 908 comuni e 50 province tra il 20 e il 25 gennaio.
Fra i comportamenti inaccettabili ci sarebbero, secondo Rocio Gil Grande, giornalista del canale TV spagnolo RTVE, “Dare alcol o droghe a una donna, a sua insaputa, per fare sesso con lei” (condannato dal 98,3% degli intervistati).
“Ricattare una persona diffondendo fotografie o video a sfondo sessuale” (condannato dal 97,5%).
“Condividere foto o video di natura sessuale sui social senza il consenso di chi appare” (condannato dal 96%). “Toccare una donna in modo indesiderato” (condannato dall’ 88,2%). “Costringere il partner ad avere rapporti sessuali indesiderati” (condannato dal 76%). E via almanaccando…
Il CIS ha chiesto anche ai maschi intervistati se conoscevano donne che erano state aggredite sessualmente. E il 35,1% ha ammesso di conoscerne qualcuna che ha subito qualche tipo di aggressione nella propria cerchia familiare o tra amici; il 27,2% di conoscere donne aggredite sessualmente nel proprio quartiere e il 17,5% di conoscere una donna che è stata aggredita sul luogo di lavoro o di studio.
Il 22,1% degli uomini intervistati, inoltre, non crede che fare battute offensive o scherzi su una dipendente sia una molestia sessuale, e il 12,4% non crede che sia una molestia fare commenti sul corpo, sul modo di vestirsi o sulla sessualità di una dipendente.
Il 21,2% non vede molestie sessuali nel chiedere ripetutamente a una donna rapporti sessuali senza pressioni o minacce.
Il 12,2% ritiene che il motivo principale per cui alcuni uomini aggrediscono sessualmente le donne sia perché hanno problemi mentali, seguito dal 10,6% che ritiene che ciò sia dovuto alla mancanza di istruzione, di principi o di valori.
Il 6,5% ritiene che sia perché “viviamo in una società patriarcale” e solo il 5,8% pensa che il motivo principale sia il maschilismo, la misoginia e il rifiuto dell’uguaglianza di genere.
La maggior parte degli spagnoli ritiene che l’aumento delle notizie sulle aggressioni sessuali sia dovuto a più casi che vengono alla luce (65,8%), rispetto al 26,7% che ritiene che le aggressioni siano aumentate.
Il 41% degli intervistati ritiene che la maggior parte delle aggressioni avvenga in casa, rispetto al 40,9% che ritiene che la vita notturna, le feste e i festival siano i luoghi in cui si verificano la maggior parte degli violenze sessuali. Il 6,3% ritiene che la maggior parte avvenga in spazi pubblici come la strada, il 2,6% al lavoro e l’1% nelle scuole.
Il 74% ritiene che le donne aggredite raramente sporgano denuncia o confessino quel che hanno subito.
Il 15,2% ritiene che non denuncino quasi mai e il 59,2% che lo facciano raramente.
I motivi? paura (secondo il 45,1%); per vergogna (secondo il 15,5%) o per il timore di non essere credute.
Il CIS si interroga anche sulla percezione della disuguaglianza tra uomini e donne, che per il 15,3% degli spagnoli è molto ampia e per il 43% abbastanza ampia, rispetto al 38,1% che ritiene che le disuguaglianze siano piccole o quasi inesistenti. Eppure, per il 67,8% le disuguaglianze sono inferiori rispetto a dieci anni fa, contro il 20,4% che le ritiene invariate e il 10,1% che pensa invece siano aumentate.