K metro 0 – Madrid – La Spagna è tra i dieci Paesi dell’Unione europea con il salario minimo più alto (SMI). Gli spagnoli hanno difatti uno stipendio vicino a quello degli sloveni (in ottava posizione), con 1.203,36 euro al mese, anche se è ben lontano dalla Francia (in sesta posizione), con 1.709,28 euro. Il
K metro 0 – Madrid – La Spagna è tra i dieci Paesi dell’Unione europea con il salario minimo più alto (SMI). Gli spagnoli hanno difatti uno stipendio vicino a quello degli sloveni (in ottava posizione), con 1.203,36 euro al mese, anche se è ben lontano dalla Francia (in sesta posizione), con 1.709,28 euro. Il salario minimo spagnolo è a sua volta lontano dai 399 euro della Bulgaria, il Paese in fondo all’Ue; ma è ancora molto più basso di quello del Lussemburgo, che stabilisce per legge 2.387 euro.
Per garantire salari minimi “adeguati”, l’anno scorso il Parlamento europeo ha approvato una nuova legge che li stabilisce per gli Stati membri, attraverso la legislazione nazionale o i contratti collettivi. Ma come si sono adattati i paesi del Vecchio continente? Il confronto fra i 27 Paesi membri è stato riportato da Rtve.
Va evidenziato subito che l’ufficio statistico dell’Ue si riferisce a un salario minimo in 12 pagamenti e non in 14, poiché questo è il modo in cui viene erogato nella maggior parte dei Paesi. Non tutti gli Stati membri dell’Ue hanno un salario minimo legale: 22 dei 27 lo hanno, mentre Danimarca, Italia, Austria, Finlandia e Svezia lo determinano attraverso la contrattazione salariale collettiva.
I primi cinque posti della classifica sono occupati da Paesi con un salario minimo superiore a 1.900 euro (Irlanda, Paesi Bassi, Belgio e Germania), anche se in nessun caso superano i 2.387 euro del Lussemburgo. Dall’altra parte del tavolo, spiccano Cipro, che ha appena introdotto un salario minimo di 940 euro, e i vicini portoghesi, con 886,67 euro. Gli ultimi posti sono occupati dall’Ungheria (578,74 euro) e dalla Bulgaria (398,81 euro).
In un anno caratterizzato dal peggioramento delle prospettive economiche a causa della guerra in Ucraina e, di conseguenza, delle tasche delle famiglie europee, la maggior parte degli Stati membri ha attuato aumenti dei salari minimi per l’anno 2023. L’unico Paese a non averlo ancora fatto è però la Grecia, il cui governo sta valutando un aumento tra l’8% e il 10%. Tra tutti questi incrementi annuali spicca la Lettonia, con un segno positivo del 24%. Seguono la Romania, con un aumento del 17,57%, la Polonia, con il 16,18%, e la Lituania, l’Ungheria e la Germania, i cui rialzi in questa voce si aggirano intorno al 15%.
Ma questi aumenti hanno compensato l’inflazione record registrata alla fine dell’anno? Non per la maggior parte, secondo i dati Eurostat. Solo cinque Paesi hanno registrato un miglioramento del salario minimo nel 2023 superiore all’aumento dell’inflazione alla fine del 2022.
Anche in questo caso, il rialzo del 24% del salario minimo in Lettonia nel 2023 è molto più alto dell’aumento del 17,14% del tasso medio di inflazione dello scorso anno. Lo stesso vale per la Romania, con un aumento dello SMI del 17,57% e un’inflazione dell’11,98%, o per la Polonia, con aumenti rispettivamente del 16,18% e del 13,16%.
Dall’altra parte della classifica, i Paesi che hanno registrato la maggiore perdita di potere d’acquisto nell’ultimo anno sono stati l’Estonia, che nonostante abbia aumentato l’indice SMI del 10,86% non ha compensato l’aumento dell’inflazione del 19,38%, e il Lussemburgo, con una differenza fino a cinque punti percentuali.