K metro 0 – Bruxelles – Piove poco. Molto poco. Da quattro anni a questa parte in Europa. E’ dall’estate del 2018, infatti, che le precipitazioni sono scarse. E nell’estate del 2022 la siccità ha colpito il 75% del Vecchio Continente. Lo abbiamo visto in superficie. Ma adesso cominciamo a misurarne gli effetti, con la
K metro 0 – Bruxelles – Piove poco. Molto poco. Da quattro anni a questa parte in Europa. E’ dall’estate del 2018, infatti, che le precipitazioni sono scarse. E nell’estate del 2022 la siccità ha colpito il 75% del Vecchio Continente.
Lo abbiamo visto in superficie. Ma adesso cominciamo a misurarne gli effetti, con la carenza di acque sotterranee, confermata anche dallo spazio, grazie alle osservazioni di due satelliti situati a 490 km dalla terra, che dimostrano che i livelli delle acque nel sottosuolo d’Europa sono attualmente inferiori al normale.
In realtà, questi satelliti non vedono direttamente ciò che accade nel sottosuolo, spiega Anne Le Gall di Radio France. Ma sono in grado, una volta al mese, di valutare i cambiamenti nella massa d’acqua sulla superficie terrestre.
Inizialmente si tratta di una valutazione complessiva dell’acqua contenuta in mari, laghi o falde acquifere. Ma in seguito bisogna fare un po’ di conti e distinguere (sempre via satellite) le variazioni della massa d’acqua nei fiumi, negli oceani, l’evoluzione della massa di neve o ghiaccio, per poi fare la sottrazione (poiché non resta altro che la massa d’acqua sotterranea).
Nei giorni scorsi i ricercatori dell’Università di Graz in Austria, hanno elaborato, con questo metodo, una mappa che mostra un persistente deficit di acque nel sottosuolo dell’intera Europa, ormai da quattro anni, ad eccezione della Gran Bretagna e, per la Francia, della costa atlantica e dei Pirenei.
Questo è in parte una conseguenza del cambiamento climatico che ha provocato un deficit di precipitazioni per diverse estati. Ma al di là della mancanza di piogge, questa carenza di acque sotterranee indica anche prelievi eccessivi rispetto alla capacità di ricarica, secondo Florence Habets, idroclimatologo e direttore di ricerca presso il Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica (CNRS).
Nella Francia continentale, le acque sotterranee rappresentano quasi i due terzi del consumo di acqua potabile, più di un terzo di quello del mondo agricolo, e sono utilizzate anche dal settore industriale.
C’è bisogno d’acqua, ad esempio, per le centrali nucleari (che in Francia non sono poche…) non solo per il raffreddamento, ma anche per il fatto, spesso dimenticato che l’elettricità prodotta da una centrale nucleare non viene generata direttamente dalla reazione atomica ma da una convenzionale turbina a vapore. Per un reattore in grado di generare 1000 Megawatt servono 2.596.792 metri cubi di acqua al giorno. Cioè 108.199 metri cubi d’acqua all’ora, 1.803 metri cubi d’acqua al minuto, 30,05 metri cubi di acqua al secondo…
Secondo quanto riporta la Franceinfo, l’estate scorsa la siccità aveva colpito duramente il sudovest della Francia. Fiumi fondamentali come la Garonna ne avevano sofferto. E sotto il grande muro di cemento della diga di Soulcem, in Ariège, il livello dell’acqua si era abbassato di 27 metri rispetto al normale. Una carenza compensata in seguito con il rilascio di importanti volumi d’acqua dai bacini idrici situati a monte.
Anche quest’estate in Francia si rischia di parlare di siccità. Tutto dipenderà dal meteo dei prossimi mesi. Ma secondo l’ufficio geologico nazionale, a gennaio tre quarti delle falde acquifere erano già al di sotto della norma mensile.