K metro 0 – Islamabad – Il Senato pakistano oggi, ha candidato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan al premio Nobel per la pace: per i suoi “sforzi per risolvere la crisi ucraina“, si legge in una nota ufficiale. La nomina del leader turco – informa l’agenzia Anadolu – è stata ufficialmente registrata presso il Comitato norvegese per il Nobel, mercoledì 04 gennaio 2023.

La guerra Russia-Ucraina era rapidamente giunta a un “punto critico che sarebbe potuto finire in una catastrofe nucleare per il mondo intero. Grazie ai suoi instancabili sforzi, agli interventi tempestivi ed efficaci nei confronti di entrambe le parti, Recep Tayyip Erdogan, ha evitato da solo un disastro globale”, ha scritto Muhammad Sadiq Sanjrani, presidente del Senato pakistano, in una lettera al Comitato norvegese per il Nobel.

Le Autorità del Senato di Islamabad, hanno definito il presidente turco “un vero statista e leader, che si impegna sempre per il miglioramento e la prosperità non solo del suo Paese, ma della regione e del mondo in generale”. Sanjrani ha scritto che il presidente turco “porta il vero messaggio di pace del Profeta Mohammad (SAW) e i suoi insegnamenti di generosità e amore per tutta l’umanità”, sottolineando che ancora Erdogan, continua con il suo operato a “dissipare i miti e le idee sbagliate relative agli insegnamenti islamici”.

Le figure (persone o enti) che possono sottoporre le candidature per i premi Nobel sono ben selezionate. Per fisica, chimica, medicina ed economia il nome può essere proposto dai membri dell’Accademia svedese delle scienze e del Comitato norvegese dei Nobel, dai premiati negli anni precedenti nella stessa disciplina e dai colleghi docenti nelle università selezionate dall’Accademia svedese (in Svezia, Danimarca, Norvegia, Islanda, Finlandia).

Un po’ diverse sono le regole del Nobel per la pace. I candidati a questo premio possono essere suggeriti da membri presenti e passati del Comitato per i Nobel e parlamentari e membri di governi, membri della Corte di arbitrato e di quella internazionale di giustizia dell’Aja, membri dell’International peace bureau e dell’Institut de Droit International (istituto di legge internazionale).

foto@ Agenzia Anadolu