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Rishiri: la montagna galleggiante. La località sciistica più remota del Giappone

Rishiri: la montagna galleggiante. La località sciistica più remota del Giappone

K metro 0 – Tokyo – “One of the best powder in the world”, dove powder (lett.: polvere) sta per neve farinosa. Fresca. Soffice. Scorrevole ma non troppo. Che si trova solo quando è neve naturale. Ideale dunque per il divertimento e per gli sciatori principianti. E’ la neve di Rishiri, ricoperta da una profonda

K metro 0 – Tokyo – “One of the best powder in the world”, dove powder (lett.: polvere) sta per neve farinosa. Fresca. Soffice. Scorrevole ma non troppo. Che si trova solo quando è neve naturale. Ideale dunque per il divertimento e per gli sciatori principianti.

E’ la neve di Rishiri, ricoperta da una profonda neve farinosa per tutto l’inverno.

Rishiri, “l’isola alta” nella lingua indigena Ainu, chiamata anche “ukishima” (“isola galleggiante”) al largo della punta nord-occidentale del Giappone. Paradiso per chi ama sciare in solitudine, è l’isola più a nord ovest di Hokaido (la grande isola più settentrionale delle isole principali del Giappone).

Il monte Rishiri, un vulcano dormiente, si erge al centro dell’isola  col suo imponente picco solitario. Visto da lontano, durante la breve traversata (di 20 km) in traghetto da Wakkanai, la città più settentrionale del Giappone, non è perfettamente a forma di tepee (la capanna indiana a forma di cono) come il Monte Fuji (o come la nostra isola di Stromboli, tanto per fare un paragone).

Il vento non può semplicemente avvolgerlo. Sono in realtà tante montagne racchiuse in una sola. Se osservata più da vicino, la sua forma conica è infatti interrotta da ripide creste e canaloni ricoperti di neve bianca candida, in contrasto con il mare verde scuro che lambisce le sue coste.

Il traghetto per raggiungere l’isola da Wakkanai è stato progettato per trasportare più di 500 persone. In estate più di 120.000 turisti scendono sull’isola, conosciuta per i suoi pregiati konbu (alghe) e uni (ricci di mare) utilizzati dai migliori ristoranti di Kyoto e Tokyo. La pesca (dell’abbondante aringa, soprattutto) è stata la principale attività economica dell’isola per oltre mezzo secolo, quando i suoi abitanti erano quasi 20.000. Oggi ridotti a poco più di 5.000, in prevalenza  anziani (la maggior parte dei giovani cerca fortuna in grandi città come Sapporo, la capitale di Hokkaido, o Tokyo)

Entrando nel porto tranquillo, d’inverno, dozzine di barche da pesca dormienti restano legate ai moli in attesa della primavera e di acque più calme.

In inverno, Rishiri sembra un villaggio di pescatori in letargo, il più lontano possibile dalle affollate stazioni sciistiche di famose località giapponesi come Niseko sull’isola principale di Hokkaido o Hakuba, a quattro ore di auto a nord-ovest da Tokio. Non ci sono grandi hotel, impianti di risalita e code di sciatori abbigliati con colori vivaci che aspettano impazienti di salire sulla montagna.

Qui, qualunque itinerario sciistico si voglia  intraprendere, bisogna prima risalire da soli usando le pelli di foca attaccate al fondo degli sci e una buona dose di perseveranza.

La mancanza di un’ infrastruttura sciistica a Rishiri, è più che compensata  dalla libertà di dipingere le tue piste da sci sulla tela incontaminata della montagna mentre ti crogioli nella solitudine e nel silenzio, scrive Francesco Bassetti, autore di un interessante reportage su Rishiri per la BBC.

Ogni persona che l’ha visitata, aggiunge, è tornata a casa con racconti di una terra magica di neve fresca senza fondo, protetta da mari in tempesta e venti gelidi dall’invasione di masse affamate di avventure sciistiche di facile accesso e dalla mercificazione della natura implicita nelle stazioni sciistiche.

Avevo deciso di viaggiare qui dopo aver sentito innumerevoli storie sulla discesa delle creste di Rishiri con vista sull’oceano senza ostacoli, racconta Bassetti (che ha per motto, una frase del poeta inglese William Blake: “L’albero che commuove alcuni fino alle lacrime di gioia è agli occhi degli altri solo una cosa verde che si frappone al cammino… Com’è un uomo così vede”.

“In silenzio, speravo di riuscire a completare uno degli obiettivi sciistici della mia vita. Era appena passata l’alba e la luce del sole stava guadagnando intensità. Sbirciai fuori dalla finestra del soggiorno per trovare un nuovo strato di neve fresca sul terreno e una vista sbalorditiva del Monte Rishiri, le sue creste bianche e le sue cornici che si stagliavano contro il cielo blu nitido”.

La cresta frastagliata e le guglie incrostate di ghiaccio della parete sud del Rishiri sono utilizzate come campo di addestramento per le spedizioni in alta quota.

“Abbiamo risalito la cresta lasciando dietro di noi un profondo sentiero nella neve fresca. Dopo alcune ore di costante arrampicata, perso nei miei pensieri, mi sono preso un secondo per fermarmi e riprendere fiato, inalando l’aria fredda e pungente. Mentre alzavo la testa e mi giravo per guardare dietro di me, la vista era diversa da qualsiasi altra cosa avessi visto prima. Invece di montagne e valli, stavo fissando direttamente il mare, che era dipinto nel blu più profondo che brillava alla luce del sole. A est, ho potuto distinguere chiaramente la costa bianca di Hokkaido, e a nord, a più di 100 km di distanza… le isole di Moneron e Sakhalin… Non c’era nessun altro posto al mondo in cui avrei preferito essere: sciare fino al mare”.

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