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USA, scontro alla Corte Suprema tra religione e diritti dei gay

USA, scontro alla Corte Suprema tra religione e diritti dei gay

K metro 0 – Washington – La sentenza è prevista per la metà del 2023. Ma già ora la  maggioranza conservatrice della Corte Suprema sembra propendere verso una graphic designer che si oppone alla progettazione di siti Web di matrimoni per coppie gay. Convinta evangelica (cristiana tradizionalista), Lorie Smith, questo il suo nome, è titolare

K metro 0 – Washington – La sentenza è prevista per la metà del 2023. Ma già ora la  maggioranza conservatrice della Corte Suprema sembra propendere verso una graphic designer che si oppone alla progettazione di siti Web di matrimoni per coppie gay.

Convinta evangelica (cristiana tradizionalista), Lorie Smith, questo il suo nome, è titolare di un’agenzia di servizi web con sede a Littleton, in Colorado, che vorrebbe estendere la sua attività per progettare siti di matrimoni, ma non per coppie dello stesso sesso.

“Voglio creare siti web per matrimoni, coerenti con la mia fede” ha detto in un’intervista a Fox News (un canale televisivo All-News di tendenza conservatrice). Può sembrare una “questione di dettaglio”, ma c’è in gioco quella ben più ampia della discriminazione sulla base del “sesso, appartenenza etnica, religione”, che la legge del Colorado vieta. E che   obbligherebbe pertanto la designer a offrire i suoi sevizi a tutti, coppie omosessuali comprese.

Da qui il suo ricorso alla Corte Suprema, per chiedere che il suo lavoro sia protetto dal Primo Emendamento della Costituzione americana che recita: “Il Congresso non potrà emanare leggi per il riconoscimento di una religione o per proibirne il libero culto, o per limitare la libertà di parola o di stampa…”.

Invocando il suo diritto alla libera espressione, Lorie Smith pretende, insomma, di non essere costretta a compiere un atto contrario alla sua fede.

Il caso arriva in un momento in cui la corte è dominata 6 a 3 dai conservatori e segue una serie di casi in cui i giudici si sono schierati con ricorrenti animati da motivazioni religiose.      

Se vincerà, temono  i suoi oppositori, vi saranno aziende che potranno operare discriminazioni, rifiutandosi di servire clienti neri, ebrei o musulmani, immigrati, coppie interrazziali o interreligiose.

Durante le discussioni, lunedì 5 dicembre, i tre giudici liberal della corte hanno espresso preoccupazione per la decisione della designer mentre i conservatori hanno suggerito di sostenerla.

Il Colorado, come la maggior parte degli altri Stati dell’Unione, ha una legge sugli alloggi che vieta discriminazioni sulla loro assegnazione. Questa varrebbe anche nel caso di Lorie Smith: se vorrà offrire siti web per matrimoni, dovrà fornirli a tutti i possibili clienti, senza pregiudizi.

Se la Corte si pronunciasse a favore della  Smith, ha detto la giudice liberal Sonia Sotomayor, sarebbe la prima volta che i giudici stabilirebbero che “un’attività commerciale aperta al pubblico potrebbe rifiutare di servire un cliente in base alla razza, al genere, alla religione o all’orientamento sessuale”.

Che succederebbe, ha chiesto, se qualcuno non credesse nel matrimonio interrazziale? O non credesse che i disabili debbano sposarsi?.

Quando la Corte Suprema si è pronunciata in modo restrittivo nel 2018 nella causa di Jack Phillips,  un fornaio del Colorado che si rifiutava di creare una torta nuziale per una coppia gay, i giudici hanno evitato di pronunciarsi chiaramente nel conflitto, soprattutto culturale, che opponeva i sostenitori dei diritti Lgbtq e coloro che affermano che i loro diritti religiosi e le convinzioni personali vietano il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Il caso Smith è più o meno lo stesso. “Il Colorado sta censurando e costringe a ridurre la mia creatività nella creazione di messaggi che violano le mie convinzioni”, ha dichiarato l’interessata. Tuttavia, già due tribunali si sono pronunciati a sfavore di Lorie Smith, affermando che il Colorado ha un fortissimo interesse a richiedere che le imprese aperte al pubblico servano tutti i cittadini dello Stato.

Anche l’avvocato della Smith, Kristen Wagoner, dell’Alliance Defending Freedom, rappresentava Phillips.

Gli oppositori della Smith includono l’amministrazione Biden, l’American Civil Liberties Union e il NAACP Legal Defense & Educational Fund (NAACP: sigla di National Association for the Advancement of Colored People, «Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore»). Venti Stati per lo più liberali, tra cui California e New York, stanno sostenendo il Colorado, mentre altri 20 Stati per lo più repubblicani stanno sostenendo Smith.

(AP)

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