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Giornata Mondiale del Suolo tra alluvioni e terremoti

Giornata Mondiale del Suolo tra alluvioni e terremoti

K metro 0 – Salerno – L’Italia si presenta all’appuntamento della celebrazione della Giornata Mondiale del Suolo, fissata per oggi, 5 dicembre, con la ferita emotiva aperta dalla recente frana che ha colpito il Comune di Casamicciola, sull’isola di Ischia. Ennesimo colpo inferto a quest’isola, interessata da frequenti alluvioni e terremoti (l’ultimo in ordine di

K metro 0 – Salerno – L’Italia si presenta all’appuntamento della celebrazione della Giornata Mondiale del Suolo, fissata per oggi, 5 dicembre, con la ferita emotiva aperta dalla recente frana che ha colpito il Comune di Casamicciola, sull’isola di Ischia. Ennesimo colpo inferto a quest’isola, interessata da frequenti alluvioni e terremoti (l’ultimo in ordine di tempo nel 2017). E’ arrivata, appunto, come è noto, qualche settimana fa, un’altra calamità che si è abbattuta sempre sullo stesso Comune  – Casamicciola – situato sull’isola denominata verde. Epifenomeno, comunque, di una debolezza strutturale della geofisica del suolo che interessa la prevalenza del territorio nazionale, tuttora.

L’appuntamento, quindi, – oltre che la celebrazione di un rilevante bene ambientale (qual è il suolo) cui l’Onu, a far data dal 2013, ha inteso proporre alla riflessione dei consessi mondiali – quest’anno risente, nell’iconico Belpaese, di una più che evidente attualità che ne svela, purtroppo, il risvolto di un paese prono alla continua emergenza, in luogo di un auspicabile paese dedito ad un’ordinaria gestione cui attendere e sovraintendere con periodica regolarità. I commenti, al riguardo, caratterizzati dal senno del poi, sono stati tanti ed ovviamente severi. Più che comprensibili peraltro, in presenza di un disastro e di vite stroncate prematuramente. Forse, però, in molti di essi sull’onda emotiva ci si proietta principalmente sia verso la ricerca (giustamente) di colpevoli diretti, quasi sempre ravvisati nei pubblici amministratori e quasi mai nei privati responsabili della creazione del concreto e puntiforme pericolo, e sia verso l’invocazione di nuove leggi e maggiori finanziamenti pubblici. Tuttavia, se un contributo al dibattito, che ne è seguito, è utile ci sentiamo di sottoporre all’attenzione del volenteroso lettore una osservazione ed uno spunto per un possibile indirizzo di politica legislativa.

La prima attiene  alla constatazione che il secolo che ci siamo lasciati alle spalle – il novecento –, contrariamente alla comune opinione, ha elaborato, in materia di difesa suolo, numerose leggi, che messe insieme costituiscono un vero e proprio Ordinamento giuridico. A partire dalle fondamentali disposizioni racchiuse nel R.D. 30 dicembre 1923, n. 3267 voluto da Arrigo Serpieri, sottosegretario all’agricoltura negli anni venti, ma soprattutto valente agronomo ed esperto in economia agraria. I cui vincoli in esso contenuti, da quello idrogeologico a quello per ragioni igienico-climatiche, restano ancora oggi di rilevante valenza per la salvaguardia del territorio, al punto tale che in prossimità del centenario dell’imposizione, l’anno prossimo sarebbe il caso di non tralasciare una puntuale e particolare commemorazione. A tale regio decreto sono susseguite altrettante leggi, tra cui la legge 18 maggio 1989, n. 183, confluita poi nell’odierno Codice dell’Ambiente (d. lgs 3 aprile 2006, n. 152). Il secondo, di politica legislativa, invece, intende rivolgersi ai preposti suggerendo di capitalizzare in pochi Uffici Unici, diremmo, la funzione politica ed amministrativa della difesa del suolo. Evitando la eccessiva distribuzione di poteri e funzioni tra più Uffici, ciascuno preposto ad un frammento della più ampia funzione della salvaguardia del suolo e della collettività insediata. A condizione, tuttavia, che siffatti Uffici Unici sia ben strutturati con risorse finanziarie e professionali adeguate al fabbisogno.

La dispersione della funzione in argomento tra la pluralità degli Enti Locali, le Regioni, gli Enti Funzionali o Strumentali che siano e lo Stato nazionale dimostra all’atto pratico la smisurata dilatazione dei tempi di intervento. Dovuta, soprattutto, ai tempi di attraversamento tra più Uffici, cui si unisce l’inevitabile ed intrinseco tempo di attraversamento delle corrispondenti fasi che vanno dalla pianificazione, progettazione (compresi i pareri relativi) ed esecuzione della salvaguardia. Ciò, assume una valenza prioritaria per le prossime politiche legislative in materia, soprattutto a seguito della recente modifica dell’articolo 9 della Costituzione italiana, che con l’introduzione del valore Ambiente nei propri Principi Fondamentali, accentua in misura rilevante lo scopo costituzionale della tutela dell’Ambiente per l’intera Repubblica, tra cui anche la difesa del suolo e delle collettività ivi insediate.

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