Un anno dopo l’assassinio della giornalista maltese, deceduta in un attentato il 16 ottobre 2017, il primo Vicepresidente Frans Timmermans e i Commissari Vĕra Jourová e Mariya Gabriel hanno rilasciato una dichiarazione comune. K metro 0 – Bruxelles – Un anno fa è stata assassinata Daphne Caruana Galizia. Oggi rendiamo onore al duro lavoro e all’impegno inflessibile di Daphne, di
Un anno dopo l’assassinio della giornalista maltese, deceduta in un attentato il 16 ottobre 2017, il primo Vicepresidente Frans Timmermans e i Commissari Vĕra Jourová e Mariya Gabriel hanno rilasciato una dichiarazione comune.
K metro 0 – Bruxelles – Un anno fa è stata assassinata Daphne Caruana Galizia. Oggi rendiamo onore al duro lavoro e all’impegno inflessibile di Daphne, di Jan Kuciak e di tanti altri giornalisti, che hanno sacrificato tutto – talvolta la loro stessa vita – per cercare la verità. È anche un occasione per noi, per l’Europa, di fermarci un attimo a riflettere su ciò a cui teniamo: il nostro diritto a esprimerci liberamente.
La Commissione è determinata a proteggere la libertà di espressione e la libertà dei mezzi di comunicazione. La democrazia non può sopravvivere se i giornalisti non sono più in grado di informare liberamente, se sono soggetti a censura, se si impedisce loro di riferire le critiche ai poteri costituiti e specialmente se subiscono intimidazioni, vessazioni e minacce, o sono addirittura uccisi semplicemente perché svolgono il loro lavoro. È un lavoro su cui conta e da cui dipende la democrazia.
A questo proposito non dobbiamo dimenticare gli informatori, che spesso costituiscono le fonti del giornalismo d’inchiesta e che hanno bisogno anch’essi di protezione. Contano su di noi per la loro sicurezza: non possiamo deluderli. Non vogliamo che questi omicidi abbiano un effetto dissuasivo sulla libertà dei media. I cittadini devono potersi formare la loro opinione sulla base di libere indagini e di un’informazione indipendente.
Perciò i responsabili di questi omicidi devono essere consegnati alla giustizia. Vogliamo tutta la verità. Dobbiamo dare un segnale chiaro a tutti i giornalisti: l’Europa è un luogo sicuro in cui lavorare. Se i giornalisti sono ridotti al silenzio, lo è anche la democrazia. È qualcosa che non avverrà in Europa finché noi staremo in guardia.