K metro 0 – Londra – L’impennata del costo della vita nel Regno Unito sta comprimendo i bilanci familiari e mettendo in difficoltà molte persone. Un fenomeno che, secondo l’Ufficio per le Statistiche Nazionali (ONS), colpisce soprattutto le famiglie più povere, che spendono circa la metà del loro reddito in cibo ed energia, rispetto a circa un terzo di quelle con un reddito medio.

I prezzi degli alimenti così stanno salendo a un ritmo vertiginoso, al massimo degli ultimi 45 anni, con un’impennata del costo di prodotti di base come latte, formaggio e uova. Secondo agli ultimi dati, riportati dalla Bbc, l’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari ha raggiunto addirittura il 16,2% nel mese di ottobre, rispetto al 14,5% di settembre. Anche i costi dell’energia e del carburante sono aumentati notevolmente, portando il tasso di inflazione complessivo al livello più alto dal 1981.

Il tasso d’inflazione globale di ottobre, pari all’11,1%, risulta dunque il più alto degli ultimi 41 anni, mentre a settembre si era “fermato” al 10,1%.

Dati che arrivano a poche ore dalla dichiarazione d’autunno di giovedì 17 novembre, quando il Cancelliere Jeremy Hunt dovrebbe annunciare tagli alla spesa pubblica e aumenti delle tasse per miliardi di sterline. Hunt ha difatti dichiarato che i suoi piani mirano a riportare sotto controllo l’aumento vertiginoso dei prezzi, aggiungendo che prenderà “decisioni dure ma necessarie” per rimettere l’economia in carreggiata.

Il cancelliere ombra laburista Rachel Reeves ha tuttavia replicato che l’impennata dell’inflazione “colpirà ancora di più il cuore delle famiglie in tutta la Gran Bretagna” e ha dato la colpa a “12 anni di fallimento economico dei Tory”. L’inflazione viene calcolata in Uk dall’Office for National Statistics (ONS) parametrando i prezzi di centinaia di articoli di uso quotidiano, noti come “paniere di beni”. L’ultima rilevazione del mese ha così sancito che i prezzi dei generi alimentari hanno subito un forte aumento nel mese di ottobre, con latte, pasta, margarina, uova e cereali nelle prime posizione della classifica dell’incremento.