K metro 0 – Copenaghen – Le elezioni di domani in Danimarca potrebbero cambiare il panorama politico del Paese, con nuovi partiti che sperano di entrare in Parlamento. Un ex primo ministro che ha lasciato il suo partito per crearne uno nuovo potrebbe fare da kingmaker, con i suoi voti necessari per formare un nuovo
K metro 0 – Copenaghen – Le elezioni di domani in Danimarca potrebbero cambiare il panorama politico del Paese, con nuovi partiti che sperano di entrare in Parlamento. Un ex primo ministro che ha lasciato il suo partito per crearne uno nuovo potrebbe fare da kingmaker, con i suoi voti necessari per formare un nuovo governo.
Di fatto né il centro-sinistra né il centro-destra sono in grado di conquistare al momento la maggioranza, pari a 90 seggi nel Folketing, che conta 179 seggi. L’ex primo ministro Lars Løkke Rasmussen si troverebbe dunque a ricoprire un un ruolo centrale nel tentativo di creare un ponte con il centro.
Gli oltre 4 milioni di elettori della piccola nazione settentrionale dell’Unione europea potranno così scegliere tra 14 partiti martedì. I temi interni hanno dominato la campagna elettorale, spaziando dai tagli alle tasse e dalla necessità di assumere più infermieri al sostegno finanziario dei danesi in mezzo all’inflazione e all’impennata dei prezzi dell’energia a causa della guerra della Russia in Ucraina.
Quando ha annunciato le elezioni in ottobre – sette mesi prima della fine del suo mandato quadriennale – il primo ministro Mette Frederiksen ha detto di volere “un governo ampio con partiti su entrambi i lati del centro politico”. Ha sottolineato che la Danimarca, come il resto dell’Europa, sta attraversando tempi difficili e che i legislatori devono restare uniti.
L’annuncio è arrivato quando un alleato del suo governo di minoranza, a partito unico, socialdemocratico, ha minacciato di far cadere Frederiksen con un voto di fiducia. I socialdemocratici di centro-sinistra hanno criticato la gestione da parte del suo governo sulla decisione del 2020 di eliminare l’intera popolazione danese di visoni in cattività al culmine della pandemia di coronavirus per proteggere gli esseri umani da una mutazione del virus.
La Frederiksen aveva dichiarato di non sapere che la decisione di abbattimento fosse illegale, ma il Partito social-liberale ha mantenuto il suo ultimatum: indire nuove elezioni o affrontare un voto di fiducia.
La questione del visone è poi svanita una volta iniziata la campagna elettorale. “Assente dal dibattito anche l’immigrazione, un tempo questione politica fondamentale in Danimarca, su cui i principali partiti politici sono ora ampiamente d’accordo” ha dichiarato Kasper Møller Hansen, professore di scienze politiche all’Università di Copenaghen secondo quanto riferito da Associated Press. Negli ultimi decenni, la Danimarca ha adottato in effetti alcune delle leggi sull’immigrazione più severe dell’Ue.
Almeno tre politici sono in lizza per diventare primo ministro. Tra questi la stessa Frederiksen, che ha guidato la Danimarca attraverso la pandemia Covid-19 e si è alleata con l’opposizione per aumentare la spesa per la difesa danese sulla scia dell’invasione russa dell’Ucraina, e i due legislatori dell’opposizione di centro-destra – Jakob Ellemann-Jensen, leader dei liberali, e Søren Pape Poulsen, a capo dei conservatori.
Un ex leader liberale, Løkke Rasmussen, ha perso contro Frederiksen nel 2019 e ha creato il suo nuovo partito centrista a giugno. Secondo i sondaggi, i suoi Moderati potrebbero ottenere fino al 10% dei voti. Ha lasciato intendere che potrebbe vedere una coalizione di governo con i socialdemocratici e potrebbe anche essere considerato un candidato premier.
L’ultima volta che la Danimarca è stata governata da una coalizione centrista è stato nel 1978, quando i socialdemocratici si allearono con i liberali. La coalizione durò otto mesi.