K metro 0 – Londra – I legislatori del Partito Conservatore, divisi tra loro, hanno tempo fino alle 14 di lunedì per trovare un accordo su un successore al premier Liz Truss dimessasi ieri, o dovranno affrontare un’altra gara per la supremazia. Tra i potenziali candidati figurano l’ex capo del Tesoro Rishi Sunak, la leader
K metro 0 – Londra – I legislatori del Partito Conservatore, divisi tra loro, hanno tempo fino alle 14 di lunedì per trovare un accordo su un successore al premier Liz Truss dimessasi ieri, o dovranno affrontare un’altra gara per la supremazia. Tra i potenziali candidati figurano l’ex capo del Tesoro Rishi Sunak, la leader della Camera dei Comuni Penny Mordaunt, il segretario alla Difesa Ben Wallace e Boris Johnson, l’ex primo ministro estromesso a luglio per una serie di scandali.
I candidati a sostituirla devono ricevere il sostegno di almeno 100 colleghi, il che limita la competizione a tre, come riferisce la BBC. Se tre raggiungono la soglia, i parlamentari ne elimineranno uno in una votazione che si terrà lo stesso giorno.
Persino l’ex premier Boris Johnson non ha escluso un suo rocambolesco ritorno, mesi dopo essere stato costretto a lasciare l’incarico in seguito a una rivolta dei Tories. Anche Rishi Sunak e Penny Mordaunt, candidati senza successo per sostituirlo, sono considerati tuttora papabili.
Finora, la BBC stima che Sunak abbia persino il maggior numero di parlamentari che hanno dichiarato il loro sostegno: ben 45 rispetto ai 24 di Johnson e ai 17 di Mordaunt. Ma la situazione è in rapida evoluzione e si pensa che altri, come il ministro della Difesa Ben Wallace, l’ex ministro degli Interni Suella Braverman e il ministro del Commercio internazionale Kemi Badenoch stiano valutando la possibilità di candidarsi, mentre il Cancelliere Jeremy Hunt si è già escluso.
Il segretario agli Affari Jacob Rees-Mogg ha incoraggiato i colleghi parlamentari a candidare Johnson e ha twittato il suo sostegno con l’hashtag “Boris or bust” (Boris o il fallimento). Se Johnson dovesse tornare in auge, sarebbe un evento senza precedenti nella storia della politica britannica, a poche settimane dall’allontanamento da parte dei suoi stessi parlamentari in seguito a una serie di scandali.
I sondaggi indicano che rimane popolare tra i membri dei Tories, ma un altro tentativo della sua leadership potrebbe creare un terremoto tra gli stessi parlamentari del suo partito, alcuni dei quali hanno dichiarato che lascerebbero la politica se tornasse. Il leader laburista Sir Keir Starmer ha addirittura fatto sapere che se Johnson tornasse al numero 10 di Downing Street, sarebbe “l’argomento più potente” per un’altra consultazione elettorale. Ma le elezioni nazionali non si terranno prima del 2024, anche se i partiti dell’opposizione hanno chiesto che si tengano subito, affermando che il governo manca di legittimità democratica.
Intanto si registra una bocca d’ossigeno per i mercati finanziari dopo le dimissioni della Truss: la sterlina è salita di circa l’1% a oltre 1,13 dollari. Stati Uniti e Francia hanno reagito con rammarico al ritiro del premier, la Russia, invece, con insulti da parte del portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ringraziato la Truss per la sua “collaborazione su una serie di questioni, tra cui il ritenere la Russia responsabile della sua guerra contro l’Ucraina”, e ha affermato che il suo Paese continuerà a lavorare a stretto contatto con la Gran Bretagna. Emmanuel Macron si è detto dispiaciuto di “vedere andare via un collega”, ma ha sottolineato che la Francia vuole “soprattutto stabilità”.