K metro 0 – Berlino – Marcia indietro. Dettata da uno stato di emergenza probabile. L’abbandono delle centrali nucleari, per il momento è rimandato. Il cancelliere Olaf Scholz lunedì ha disposto che tutte e tre le restanti centrali nucleari tedesche rimarranno operative fino all’aprile 2023, rompendo un’impasse che aveva causato una spaccatura tra i suoi partner
K metro 0 – Berlino – Marcia indietro. Dettata da uno stato di emergenza probabile. L’abbandono delle centrali nucleari, per il momento è rimandato. Il cancelliere Olaf Scholz lunedì ha disposto che tutte e tre le restanti centrali nucleari tedesche rimarranno operative fino all’aprile 2023, rompendo un’impasse che aveva causato una spaccatura tra i suoi partner della coalizione mentre incombeva una crisi energetica.
La Germania inizialmente prevedeva di abbandonare l’energia nucleare entro la fine dell’anno, ma la guerra della Russia in Ucraina e i prezzi dell’energia alle stelle da allora hanno costretto a un ripensamento.
L’ex cancelliera Angela Merkel aveva spinto per l’uscita della Germania dal nucleare sulla scia del disastro giapponese di Fukushima nel 2011. Ma il paese, che prima dell’invasione russa dell’Ucraina dipendeva fortemente dal gas e dal petrolio russi, è stata duramente colpita dalle ricadute della guerra.
Il conflitto ha fatto salire alle stelle i prezzi dell’energia e alla fine di agosto la Russia ha interrotto il flusso di gas attraverso il cruciale gasdotto Nord Stream 1, costringendo la Germania a diversificare in corsa le sue forniture energetiche e accumulare riserve.
“Verranno varate disposizioni legislative per consentire il funzionamento delle centrali nucleari Isar 2, Neckarwestheim 2 ed Emsland oltre il 31 dicembre 2022 fino al 15 aprile 2023”, ha affermato il cancelliere in una lettera ai ministri del governo.
Il ministro dell’Economia Robert Habeck dei Verdi, aveva recentemente affermato che dei tre impianti nucleari restanti due (Isar 2, Neckarwestheim 2) sarebbero rimasti “in standby” fino alla prossima primavera, per aiutare a garantire forniture energetiche se necessario: un’inversione a U rispetto alla tradizionale posizione dei Verdi.
Questo tuttavia non è bastato per l’altro partner di coalizione, il ministro delle Finanze Christian Lindner, presidente del Partito liberaldemocratico (Fdp), che ha insistito sulla necessità di mantenere in funzione anche la terza centrale di Emsland, nella Germania settentrionale, che avrebbe dovuto invece esser chiusa entro il 31 dicembre prossimo: termine di scadenza del piano di denuclearizzazione graduale della Germania avviato dal governo federale nel 2011.
Alla fine Scholz ha preso posizione, lunedì sera, con la sua lettera ai ministri del governo federale. Una decisione che “è uno schiaffo in faccia per Habeck” (come ha scritto il quotidiano tedesco più venduto la “Bild Zeitung”) che arriva dopo che i Verdi in un congresso, lo scorso fine settimana, hanno sostenuto la posizione di Habeck sulla disattivazione dell’impianto di Emsland.
La decisione di Scholz è stata sostenuta anche dai principali partiti di opposizione al Bundestag: l’Unione cristiano-democratica (Cdu) e l’Unione cristiano-sociale (Csu).
L’FDP ha apprezzato la decisione di Scholz di mantenere in funzione tutti e tre le centrali nucleari, anche se non ha accontentato la richiesta dei Liberali di prolungare la loro vita fino al 2024.
Anche il ministro della Giustizia Marco Buschmann, dell’FDP, ha accolto con favore l’annuncio di Scholz. Nessuna reazione immediata invece da parte dei Verdi.
La Germania intanto sta persino riavviando le centrali elettriche a carbone messe fuori servizio.
(AFP)