K metro 0 – Beirut – È Emergenza energetica in Libano. La compagnia Eléctricité du Liban (EDL), gestita dal governo, genera circa il 90 per cento dell’elettricità del Paese, ma è in grado di fornire energia alle case solo per poche ore al giorno. Le abitazioni subiscono difatti interruzioni di corrente prolungate e in alcune
K metro 0 – Beirut – È Emergenza energetica in Libano. La compagnia Eléctricité du Liban (EDL), gestita dal governo, genera circa il 90 per cento dell’elettricità del Paese, ma è in grado di fornire energia alle case solo per poche ore al giorno. Le abitazioni subiscono difatti interruzioni di corrente prolungate e in alcune zone i blackout durano fino a 23 ore. A quasi tre anni dalla triplice crisi economica, sociale e politica del Libano, molti libanesi sono alla disperata ricerca di soluzioni. Senza una fonte affidabile di elettricità, coloro che possono permettersela si stanno orientando verso l’energia verde, soprattutto solare. Lo riferisce France 24.
L’attuale crisi economica in Libano è la peggiore che si ricordi, con il 2020 che ha visto il default del debito nazionale e il crollo del valore della moneta. Molti libanesi sono così ricorsi all’uso di costosi generatori diesel privati, ma il loro utilizzo è stato complicato anche dalle turbolenze economiche, tra cui l’aumento dei prezzi del carburante – dovuto in parte al conflitto tra Russia e Ucraina e aggravato dalla debolezza della valuta libanese – e la revoca dei sussidi governativi.
Molte famiglie si sono orientate all’energia solare, ma la mancanza di regolamentazione nel settore nascente significa anche che i prezzi fluttuano significativamente tra i fornitori e le regioni. Ad esempio, Samir Haj Ali, un fornitore locale di sistemi di energia solare nel sud del Libano, ha dichiarato a France 24 che per un modesto sistema di energia a 5 ampere chiede almeno 2.500 dollari, un prezzo davvero fuori portata per la maggior parte dei libanesi. Fra l’altro, molti di coloro che lavorano nell’industria solare libanese non sono specializzati e le loro installazioni hanno causato problemi tecnici, tra cui incendi.
L’esperta di energia ha dichiarato che il mercato solare libanese soffre di “una mancanza di regolamentazione, di controllo della qualità e di consapevolezza“. Il Libano aveva fissato l’obiettivo di ottenere il 12% dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2020, ma molti esperti sostengono che tale obiettivo probabilmente non è stato raggiunto, visto il collasso della rete elettrica nazionale, anche se mancano dati ufficiali.
Tuttavia, l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (Irena) stima che la ex “Svizzera” del Medio Oriente potrebbe ricavare in modo economicamente vantaggioso il 30% della sua fornitura di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2030, a patto che vengano messi in atto i giusti piani.
Il Libano vanta difatti una grande quantità di terreno adatto all’energia solare ed eolica e riceve circa 300 giorni di sole all’anno. Ma mancano progetti solari su larga scala per sfruttare queste risorse. Obeid ha osservato che una transizione su larga scala verso l’energia solare dovrebbe coinvolgere comunque azioni a livello individuale, comunitario e comunale. Inoltre, richiederebbe la costruzione di impianti su scala industriale – impianti solari abbastanza grandi da generare energia sufficiente per essere immessa nella rete. “Da anni chiedo sistemi ibridi decentralizzati di energia rinnovabile, poiché non credo in alcuna riforma da parte del governo centrale”, ha dichiarato.
Il motore più significativo dell’energia rinnovabile su piccola scala, secondo Obeid, è dunque la definizione di politiche a livello nazionale e le istituzioni necessarie a fornire i servizi essenziali, che attualmente mancano in Libano.