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Roma, con “Il colibrì” al via la 17° edizione della Festa del Cinema

Roma, con “Il colibrì” al via la 17° edizione della Festa del Cinema

K metro 0 – Roma – Inaugurata oggi la 17° edizione della Festa del Cinema di Roma con il Film di Francesca Archibugi, “Il colibrì”, tratto dall’omonimo libro di Sandro Veronesi, vincitore del premio Strega 2021. Il film racconta l’intricata storia di una famiglia romano – fiorentina dell’alta borghesia, dall’Italia anni ‘70 fino ai nostri

K metro 0 – Roma – Inaugurata oggi la 17° edizione della Festa del Cinema di Roma con il Film di Francesca Archibugi, “Il colibrì”, tratto dall’omonimo libro di Sandro Veronesi, vincitore del premio Strega 2021.

Il film racconta l’intricata storia di una famiglia romano – fiorentina dell’alta borghesia, dall’Italia anni ‘70 fino ai nostri giorni. Spicca nel cast Piefrancesco Favino, protagonista del film, costretto a “lavare i panni in Arno” dalle esigenze di sceneggiatura. Il film, infatti, nella prima parte, è ambientato nella fantastica Firenze, per poi svilupparsi tra Roma e Porto Ercole, dove si trova la bellissima villa di famiglia, teatro delle vicende familiari, sicuramente più chiare a chi ha già letto il libro di Veronesi. Chi piuttosto affronta la storia la prima volta al cinema, dovrà seguire con attenzione l’evolversi della trama, resa complessa dai continui giochi temporali.

Nel film ha un ruolo di rilievo Nanni Moretti, ormai icona dei film tratti dai romanzi di Veronesi “Caos calmo”, che sembra voler portare un po’ di ordine nelle vite scombinate della famiglia Carrera, cosi’ come faceva nell’altro film “La messa è finita”. La recitazione nel complesso non e’ televisiva; tuttavia, resta la sensazione di qualcosa di già visto, che accomuna il film della Archibugi al cinema di Muccino, caratterizzato da famiglie dove tutto è diverso da come sembra.

Comunque, direi che impossibile non farsi coinvolgere da questi film. Troppo vicini a quello che vediamo e proviamo. Sono uno specchio dove vengono riflesse le nostre vite, forse solo un po’ trasfigurate dal senso della commedia e del tragico, che immediatamente emerge quando diventiamo spettatori.

di Alessandro Corsi

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