K metro 0 – Roma – Il giornalista e scrittore italo-australiano Andrea Perego, attualmente stanziato a Berlino, torna in libreria con il suo nuovo romanzo Il Gentiluomo, pubblicato da Supernova Edizioni. Una giovinezza dorata alla corte di Versailles, un amore assoluto, un plico di lettere che incriminano la regina di Francia, Marie Antoinette, mentre la
K metro 0 – Roma – Il giornalista e scrittore italo-australiano Andrea Perego, attualmente stanziato a Berlino, torna in libreria con il suo nuovo romanzo Il Gentiluomo, pubblicato da Supernova Edizioni.
Una giovinezza dorata alla corte di Versailles, un amore assoluto, un plico di lettere che incriminano la regina di Francia, Marie Antoinette, mentre la Rivoluzione infiamma Parigi cambiando il corso della storia e la vita del protagonista, costretto a fuggire in circostanze rocambolesche dalla Francia e dal suo passato per ricominciare una seconda vita a Londra. Sono gli elementi da cui si sviluppa questo romanzo di viaggio e d’avventura nato proprio dalla lettura delle memorie autentiche di alcuni protagonisti della Rivoluzione francese, nobiluomini e nobildonne che vissero gli anni che cambiarono la storia della Francia e dell’Europa.
“Tempo fa cominciai a leggere le memorie di persone vissute durante la Rivoluzione francese. Persone che c’erano passate attraverso, l’avevano osservata coi propri occhi e sentita sulla loro pelle; nobildonne e gentiluomini francesi scampati al patibolo in un modo o nell’altro. Le trovai interessantissime – racconta Andrea Perego.
Ho un debole per questo tipo di storia, la storia vista e raccontata. Pensai che sarebbe stato curioso dare vita a un personaggio che narrasse le sue vicende proprio da quella prospettiva. È un modo di raccontare la storia ‘da dentro’, cioè da un punto di vista pienamente umano; però è anche un’angolazione che presta il fianco a osservazioni assolutamente corrette: perché si dovrebbe provare simpatia per un personaggio nato e cresciuto nel lusso e fra i privilegi? Uno di quei fortunati che i princìpi della Rivoluzione volevano colpire e abbattere? La domanda e la sua risposta, tutt’altro che seducente, sono all’origine di questo romanzo che – spero – ha per protagonista un personaggio tutto sommato simpatico, un eroe-non eroe che si pone le stesse domande, che è consapevole delle contraddizioni di cui è intessuta la sua vita, e che in fondo non è meglio né peggio di gran parte degli altri uomini che incontra sul suo cammino.
Così, trovata la cornice, occorreva creare la storia, il soggetto romanzesco, la vicenda da inserire su quello sfondo. Il carattere del protagonista, l’episodio delle lettere di Maria Antonietta e la storia d’amore con il suo Pensiero Immortale sono il fil rouge, l’ordito su cui s’intreccia la trama del romanzo, da cui conseguono le peripezie e le avventure del gentiluomo, fortunose, rocambolesche e talvolta da lui anche accortamente cercate.
Pure per la seconda parte del racconto, quella londinese, ho inserito la narrazione in un contesto storico assolutamente reale. La figura di Henry Austen era una chiave curiosissima per aprire la porta a Jane, sua sorella. Le lettere di Jane e della sua ‘stravagante’ cugina Eliza – l’altra vera protagonista –, lette con la cura del ladro, mi hanno fornito la traccia reale su cui inserire un disegno di fantasia. Perché i veri romanzi storici, i più avvincenti, sono quelli in cui nella storia reale si inserisce l’imprevedibile, affascinante variante umana”.
“Ho sconosciuto Andrea Perego all’Archivio di Stato di Venezia. Ero bloccato su un’antica scrittura e ho visto che lo studioso al mio fianco procedeva con una discreta velocità a leggere e ad annotare qualcosa su un suo quaderno. Gli ho chiesto se potesse aiutarmi leggendo un paio di righe del mio documento. Con grande cortesia si dichiarò disposto, lesse il documento e mi risolse il problema – ha dichiarato Giovanni Distefano.
Ecco come sono stato ‘catturato’ da Andrea Perego e quali sono gli inizi del nostro rapporto editoriale: l’ho invitato a scrivere per il nostro periodico Nexus (fondato nel 1993) e la sua prosa mi intrigava; poi ho scoperto che aveva vissuto in Australia, il continente che avevo nel cuore perché nel 1978 vi avevo trascorsi molti mesi in quanto mi era stato assegnato l’Australian-European Award per i lavori che conducevo all’Università Ca’ Foscari nell’ambito della cattedra di Letteratura del Commonwealth del prof. Bernard Hickey. Ho appreso quindi che era stato giornalista di una radio australiana e che amava scrivere.
La sua prosa asciutta e ricca allo stesso tempo, le parole scelte con grande cura e appropriatezza, l’eleganza e il ritmo del suo periodare mi indussero a dirgli che se in futuro avesse pensato di scrivere un libro, Supernova, la casa editrice di cui sono amministratore unico, fondata nel 1987, avrebbe gradito molto pubblicarlo.
Sono passati anni da allora e Supernova ha pubblicato diversi lavori di Andrea Perego, uno degli scrittori più presenti e apprezzati nel catalogo della casa editrice.
Sono così stati pubblicati Racconti in cornice (un libro del 2014 che raccoglie i suoi racconti e quelli di Daniela Biscontin); Le Leggi del Tempo (2016); Casanova a Berlino (2018, in quattro lingue: italiano, inglese, francese, tedesco); The Laws of Time (2019); Barbara – Un affare di Stato (2020); Barbara – An Affair of State (2022); Il Gentiluomo (2022). Tutti libri pregevoli, presenti anche nei Bookshop di Musei Civici di Venezia a dimostrazione che essi sono apprezzati in primis da coloro che li propongono ai lettori.
Un’altra piacevole qualità del nostro scrittore è la sua capacità di eloquio che amplifica la sua personalità la quale si manifesta appieno, come ho potuto constatare di persona, nelle presentazioni dei suoi libri che finiscono per diventare, sempre, un evento”.
Nelle pagine di Andrea Perego la Storia con la s maiuscola si fonda, quindi, nella storia con la s minuscola e ognuno dei ventotto capitoli del romanzo si conclude con un corsivo in cui il protagonista si astrae dalle vicende storiche narrate e lascia scorrere la coscienza con un procedimento che nel 1840 sarebbe stato assolutamente innovativo.
In queste sezioni, che costituiscono quasi un romanzo nel romanzo, il Gentiluomo racconta le parti più intime di sé, spesso in forma di sogno, di memoria, di libere associazioni che narrano in altro modo la sua crescita di uomo. Il nobiluomo francese è, del resto, ormai un English gentleman quando il passato torna a bussare alla sua porta in maniera inaspettata.
“Ma sì, la mia vita è stata divertente”, riconosce egli stesso scrivendo un’autobiografia in cui s’intrecciano storia e sentimento, ricordi e pragmatismo, realtà e sogno.