K metro 0 – Caracas – La Colombia ha chiesto al presidente Nicolas Maduro di farsi garante dei colloqui con l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), l’ultimo gruppo ribelle attivo in un Paese dilaniato da decenni di conflitti. Secondo la France 24, sii tratta dell’ultima mossa verso nuove e forti relazioni interrotte fino a quando Gustavo
K metro 0 – Caracas – La Colombia ha chiesto al presidente Nicolas Maduro di farsi garante dei colloqui con l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), l’ultimo gruppo ribelle attivo in un Paese dilaniato da decenni di conflitti. Secondo la France 24, sii tratta dell’ultima mossa verso nuove e forti relazioni interrotte fino a quando Gustavo Petro è salito al potere questo mese come primo leader di sinistra in Colombia.
Maduro ha subito accettato: “Certo che siamo d’accordo!”. Si unisce così al Cile e a Cuba come garanti dei colloqui che il governo di Bogotà spera di tenere con l’ELN. Ricordiamo che la Colombia e il suo principale gruppo ribelle, le FARC, hanno firmato uno storico accordo di pace nel 2016 dopo decenni di guerra.
Il Venezuela ha preso parte a quel processo di pace, con Maduro coinvolto prima come ministro degli Esteri nel governo della defunta icona socialista Hugo Chavez, poi, dopo il 2013, come suo successore. “La pace in Colombia è la pace in Sud America”, ha dichiarato martedì Maduro. Petro vuole dunque riprendere i colloqui con l’ELN avviati dal suo predecessore conservatore Ivan Duque. Colloqui interrotti dopo un attacco dei ribelli nel 2019 che ha causato 22 morti.
I rappresentanti del governo di Petro e dell’ELN si sono già incontrati all’Avana. Petro ha dichiarato che presto ci sarà un incontro con l’ELN in Venezuela, che secondo i servizi segreti militari colombiani sta ospitando alti dirigenti dell’ELN.
Intanto, l’Argentina rilascia 12 membri dell’equipaggio dell’aereo venezuelano detenuto, mentre ad altri 7 membri dell’equipaggio è vietato lasciare il paese in attesa di ulteriori indagini. Lo ha riportato l’agenzia turca Anadolu. Le autorità argentine avevano inizialmente sequestrato il velivolo su richiesta di un tribunale statunitense. L’aereo cargo Boeing 747 era arrivato in Argentina l’8 giugno dal Messico con un carico di ricambi auto dopo aver tentato senza successo di entrare in Uruguay. L’aereo è stato venduto alla Emtrasur da una società iraniana, la Mahan Air, nell’ottobre 2021, in violazione delle sanzioni statunitensi contro l’Iran.
Sia il Venezuela sia l’Iran sono al momento difatti sottoposti a sanzioni da parte degli Stati Uniti. A giugno i due Paesi hanno firmato un accordo di cooperazione ventennale. La Corte d’Appello Federale di La Plata ha permesso dunque la partenza degli 11 venezuelani e di un iraniano che viaggiavano a bordo dell’aereo, trattenuto all’aeroporto internazionale di Ezeiza. Secondo il quotidiano locale Infobae, le autorità hanno anche chiesto al giudice di concludere l’indagine sull’equipaggio rimanente entro 10 giorni. La sentenza di martedì ordina così al giudice originario che supervisiona il caso, il giudice Federico Villena, di accelerare e concludere “tutti i procedimenti in corso, la definizione della situazione processuale e le restrizioni imposte a persone e cose”.